Venerdì 14 Giugno 2024
MATTEO MASSI
Magazine

(Ri)sbatti il mostro in prima pagina

A Cannes il capolavoro restaurato dalla Cineteca di Bologna

Gian Maria Volonté in 'Sbatti il mostro in prima pagina'

Gian Maria Volonté in 'Sbatti il mostro in prima pagina'

Bologna, 23 maggio 2024 – Escono a due anni di distanza con reazioni pressoché diverse. Nel 1970 “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto“ arriva fino all’Oscar come miglior film straniero. Gian Maria Volonté è il poliziotto in grado di insabbiare, depistare, che si riflette di fronte allo specchio nel potere che rappresenta fino ad abusarne. Un anno prima la strage di Piazza Fontana. Nel 1972 invece, Volonté – di cui a dicembre ricorrono i trent’anni dalla scomparsa – è un direttore di giornale. Non c’è Elio Petri dietro la macchina da presa, ma Marco Bellocchio. Il film “Sbatti il mostro in prima pagina“ – che viene riproposto ora a Cannes nella versione restaurata dalla cineteca di Bologna – ha avuto invece una storia decisamente più complicata.

Anche in questo caso gli echi della strage di Piazza Fontana –indagini e primi processi – sono ancora forti. Muore la figlia di un barone universitario e “Il Giornale“ (si chiama proprio così, in anticipo di due anni rispetto a quando il vero “Giornale“ di Montanelli verrà fondato) non ha dubbi: a ucciderla è stato uno studente, vicino alla sinistra extraparlamentare. Che sembra quasi – anche per una serie di altri aspetti – il ritratto di Pietro Valpreda. Le musiche non meno inquietanti di quelle di “Indagine“ (firmate da Morricone) sono di Nicola Piovani che un anno dopo si occuperà degli arrangiamenti e della direzione d’orchestra di “Storia di un impiegato“ di De André. Dentro ci sono tutti gli anni ’70, con le loro conflittualità, le loro contraddizioni, i cortei (nelle scene iniziali tratte dai filmati dell’epoca si riconosce un giovane Ignazio La Russa) e anche i fatti di sangue. Ma soprattutto il concetto di opinione pubblica (e di come si forma). Il direttore Volonté – che si chiama Bizanti – dà una lezione al giovane cronista che è chiamato a occuparsi di questo caso e a dover raccontare la realtà. Ma qual è la realtà? Bellocchio (di cui c’è anche un cameo) ebbe a dire che era un film che non sentiva suo: si occupò della sceneggiatura con Goffredo Fofi, dopo che il primo sceneggiatore Sergio Donati se ne era andato. L’interpretazione di Volonté – neanche a dirlo – è magistrale.