Giovedì 2 Maggio 2024

I papiri carbonizzati svelano la tomba di Platone

I frammenti di Ercolano decifrati grazie a nuove tecnologie. Nelle ultime ore del filosofo il rimprovero a una musicista "senza ritmo"

La statua di Platone ad Atene

La statua di Platone ad Atene

Ercolano (Napoli), 23 aprile 2024 – I Papiri di Ercolano continuano a svelare le loro storie e grazie a tecniche di lettura avanzate effettuate con mezzi sofisticati di diagnostica per immagini – come la tomografia a coerenza ottica o l’imaging iperspettrale a infrarossi – ci fanno conoscere aspetti inediti della vita di grandi pensatori greci e altri episodi accaduti trecento anni e più prima della nascita di Cristo. Un lavoro certosino, l’ultimo, che ha portato a sapere di più sulla vita e la morte di Platone raccontate nella Storia dell’Accademia a opera del filosofo epicureo e poeta Filomeno da Gadara, del quale sono stati decifrati almeno una decina di nuovi frammenti recuperati dalle pergamene carbonizzate dall’eruzione del Vesuvio nel 79 dopo Cristo.

Secondo la scoperta dell’equipe guidata dal papirologo Graziano Ranocchia, docente all’Università di Pisa, per allietare le ultime ore di Platone, febbricitante e morente ad Atene fra il 348 e il 347 a. C., venne ingaggiata una suonatrice di flauto originaria della Tracia, ma le sue esecuzioni non piacquero al filosofo che con le ultime sue forze ne criticò "lo scarso senso del ritmo" davanti all’ospite caldeo proveniente dalla Mesopotamia che aveva portato la musicista. Un’altra novità importante è che si conosce ora il luogo preciso di sepoltura di Platone: il giardino a lui riservato all’Accademia di Atene, vicino al Museion o sacello sacro alle Muse.

Ma non è tutto. Sempre la decriptazione dell’opera di Filomeno di Gadara rivela che Platone fu venduto come schiavo già nel 404 a. C. sull’isola di Egina, quando gli spartani la conquistarono, o al più tardi nel 399, subito dopo la morte del maestro Socrate. Fino a ora la storiografia si divideva nell’attribuire la responsabilità della riduzione in schiavitù di Platone a Dionisio I, nell’837 a. C., o al fatto che durante la guerra di Corinto fosse molto pericoloso per gli Ateniesi navigare su quelle acque.

Appaiono poi nuove letture che riguardano le circostanze della corruzione dell’oracolo di Delfi da parte del filosofo accademico Eraclide Pontico, mentre viene corretto in Filione colui che si conosceva come Filone di Larissa, allievo del grammatico Apollodoro di Atene e dello stoico Mnesarco, morto a 63 anni per una pandemia influenzale in Italia.

Il ritrovamento dei Papiri di Ercolano avvenne nel 1752 quando degli operai dei Borbone accidentalmente scoprirono quella che poi è stata conosciuta, appunto, come Villa dei Papiri. Gli archeologi Roque Joaquin de Alcubierre e Karl Jocob Weber effettuarono poi gli scavi sistemaci che hanno portato alla luce almeno 1826 rotoli su un numero imprecisato presente nella Biblioteca della Villa.

La difficoltà della loro interpretazione è sempre stata causata dagli strati multipli che esistevano al momento della loro scoperta a causa della carbonizzazione e che nei secoli scorsi sono stati srotolati con una tecnica meccanica che ha provocato, spiega Ranocchia, la dislocazione di interi frammenti di testo che devono essere così ricostruiti. "Gli strati multipli – dice il papirologo – rappresentano un problema drammatico per la lettura di quasi tutti i rotoli che sono stati svolti, all’incirca 1.560 sul totale sopravvissuto all’eruzione del Vesuvio. Queste gravi stratificazioni stravolgono buona parte dei testi rendendone impossibile l’edizione. Poter finalmente individuare questi strati e ricollocarli virtualmente nella loro posizione originaria per ripristinare la continuità del testo significa raccogliere una quantità di informazioni enorme rispetto al passato".

Il lavoro, però, è ancora alle battute iniziali: l’impatto reale sul piano delle conoscenze dello studio guidato da Ranocchia – e finanziato dal Consiglio europeo per la ricerca che ha visto impegnati con l’Università di Pisa anche l’Istituto di scienze del patrimonio culturale e l’Istituto di linguistica computazionale del Cnr mentre le attrezzature per la diagnostica sono state fornite dalla Nottingham Trent University – si vedrà solo nei prossimi anni.

Questi risultati sono stati presentati ieri alla Biblioteca Nazionale di Napoli nel progetto di ricerca GreekSchools . Gli ultimi studi aumentano di un 30 per cento circa la "leggibilità" dei Papiri, il cui valore è inestimabile. Cinquecento di essi sono in pratica carbonizzati, ma gli altri possono essere riletti e scoperti con le nuove tecniche. Fra quelli riconosciuti, oltre alle opere di Filomeno di Gadara – la Storia dell’Accademia e Sui vizi e sulle virtù – ce ne sono molti riferiti a Epicuro, parti di quattro libri della sua vasta opera, oltre a quella di vari seguaci. Al filosofo stoico Crisippo le fonti attribuiscono la stesura di oltre 700 opere, ma sono tutte andate perdute, se non per i frammenti citati da altri autori.

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