Lunedì 6 Maggio 2024

Berlino, Orso d'oro 2023 a 'Sur l'Adamant'

Il suggestivo documentario di Nicholas Philibert incentrato sul singolare centro diurno speciale costruito su una struttura galleggiante

Berlino, 25 febbraio 2023 - L'Orso d'oro della 73/a Berlinale va al film del regista francese Nicolas Philibert 'Sur l'Adamant'. L'Orso d'argento per il miglior regista va al francese Philippe Garrel per il film 'Le grand chariot'. L'Orso d'argento alla migliore interpretazione alla piccola Sofia Otero per "20.000 species de abejas" della regista basca Estibaliz Urresola Solaguren.

"Siete impazziti? È troppo". È questo il primo commento sul palco della Berlinale del regista francese Nicolas Philibert dopo la vittoria della edizione 2023 della rassegna cinematografica. "Ho cercato di convertire l'immagine di persone che spesso vengono discriminate e stigmatizzate", ha detto poi leggendo alcune righe dopo aver ricevuto l'Orso d'oro. "Anche se non possiamo identificarci in loro", ha continuato, "possiamo trovare una comune umanità, il sentimento di far parte dello stesso mondo". "Come sapete - ha concluso - le persone più folli non sono quelle che pensiamo lo siano".

Il regista Nicolas Philibert bacia l'Orso d'oro (Ansa)
Il regista Nicolas Philibert bacia l'Orso d'oro (Ansa)

La trama di Sur l'Adamant

Sur l'Adamant è un documentario incentrato appunto su l'Adamant, singolare centro diurno speciale costruito su una struttura galleggiante. Una sorta di Matti da slegare bellocchiano ambientato su una suggestiva chiatta di legno che si trova nel cuore di Parigi, proprio sulla Senna. Una nave che accoglie, come una sorta di circolo non esclusivo, tutti coloro che soffrono di disturbi mentali. Qui queste persone vengono seguite, curate e aiutate, ma in modo del tutto naturale per trovare un pò di sostegno. Sulla chiatta insomma ognuno fa quello che vuole e dà il suo personale contributo nella misura della sua follia.

C'è chi canta, e lo fa niente male, chi suona la chitarra davvero bene e chi invece dipinge un ritratto così astratto da soffermarsi a lungo per indicare dove in realtà si trova naso, bocca e collo. Un'ex coreografa parla poi dell'importanza del movimento e molti, quasi tutti, hanno solo tanto voglia di parlare, come fa appunto un folle ricordando i programmi tv che utilizzano la candid camera. Esattamente il contrario del metodo di Philibert che, come i grandi fotografi, costruisce prima un rapporto con il soggetto che vuole riprendere, crea una sorta di intimità. Questo centro di cura delle malattie e disturbi mentali, che guarda all'antipsichiatria e si oppone all'ospedalizzazione che vede come una forma di galera, porta avanti questa filosofia grazie a operatori psicologici e psichiatrici volontari che si alternano spesso

Dopo un pò chi guarda il documentario trova del tutto naturale che chi disegna e dipinge si senta a un certo punto la reincarnazione di Van Gogh e chi ama il cinema citi, forse a sproposito, Wenders e Fellini. Entrambe le cose accadono davvero anche nel nostro mondo. Molto bella infine la carrellata finale di questi personaggi ritratti due volte, con e senza mascherina Covid. 

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