di Annamaria Corrado
Come se non bastasse la magia del templi, arriva anche una luna piena e perfetta a illuminare Paestum, dove domenica si è svolto il concerto delle Vie dell’amicizia di Ravenna Festival diretto da Riccardo Muti. Quest’anno è dedicato alla Siria, terra martoriata da guerra e sofferenza, dove il Festival nel 2004 portò il suo messaggio di pace e fratellanza attraverso la musica. "Oggi idealmente è come se fossimo lì", ha detto il maestro. A Paestum, all’ombra del tempio di Nettuno, ha diretto l’Orchestra giovanile Luigi Cherubini e i musicisti della Syrian Expat Philharmonic Orchestra nell’Eroica di Beethoven, una partitura drammatica ed emozionante, "in un luogo unico", preceduta dall’esibizione di due artiste curde, Aynur Dogan e Zehra Dogan, capaci di esprimere in un alternarsi di melodia e immagini la tragicità della condizione delle donne e del loro popolo.
Il concerto di domenica è stato anche un doloroso omaggio alla memoria di Hevrin Khalaf, giovane donna curda uccisa in un agguato, e dell’archeologo Khaled Al-Asaad, custode del patrimonio siriano perduto e vittima dell’Isis nel 2015. "Questa due persone – ha osservato Muti – sono state uccise in maniera barbara per proteggere gli ideali di cultura e di libertà in cui credevano" . E al Festival ha scritto Souad Mohammed Mustafa, madre di Hevrin Khalaf per ringraziare e ricordare la figlia. "Ho imparato da lei – ha spiegato – che non bisogna battersi soltanto per i diritti delle donne curde, ma di tutte le donne… Io ora la rivedo in quelle migliaia di donne curde e arabe, irachene e iraniane, siriane e turche, francesi e tedesche, spagnole e portoghesi, brasiliane e venezuelane, russe e americane, nelle donne che in ogni Paese e continente soffrono, subiscono atrocità e torture".
Il maestro si è rivolto ai musicisti siriani sul palco che, in un mondo migliore, sarebbero nel loro Paese e non protagonisti di una dolorosa diaspora. "La musica da sola non basta – ha aggiunto – per questo faccio un appello a tutti i governanti perché si impegnino realmente in nome della pace".
Ottocento le persone presenti e distanziate come richiede l’emergenza sanitaria, in un’atmosfera diversa, ricca di aspettative e di desiderio di ricominciare dopo questi mesi di chiusura e isolamento.
Lo si leggeva negli occhi del direttore del sito archeologico, il tedesco Gabriel Zuchtriegel che, a margine del concerto, ha annunciato con orgoglio che tra pochi giorni diventerà cittadino italiano. "Siamo stati tra i primi a riaprire – ha detto – grazie a una squadra eccezionale e l’evento di questa sera è un messaggio importante anche per il futuro".
Affollate erano state anche le prove del concerto, il venerdì, con circa trecento spettatori e la stessa luna che, tra le colonne del tempio, aveva così colpito Riccardo Muti da spingerlo a invitare i giovani musicisti della Cherubini a lasciare le loro postazioni per ammirarla.
Una luna che ha bloccato il maltempo sulla linea dell’orizzonte, dove sono rimasti lampi e tuoni. Ha citato Salvatore Di Giacomo ed Eduardo De Filippo il maestro, autori di una terra che è anche la sua. "È emozionante suonare l’Eroica tra templi che riportano a tempi che sono stati eroici", ha aggiunto. E ha concluso ricordando il patrimonio e la tradizione culturale dell’Italia: "In questo momento di decadenza della cultura a livello mondiale, dobbiamo essere fieri di appartenere a questo Paese".
L’incasso della serata sarà devoluto all’istituto Filippo Smaldone di Salerno e al progetto Ospedali aperti avviato dal nunzio apostolico in Siria, il cardinale Mario Zenari nel 2017. Il progetto vuole aprire le porte di tre ospedali, quello italiano e quello francese a Damasco, e il St. Louis ad Aleppo, al maggior numero di pazienti poveri che, altrimenti, non potrebbero pagarsi le cure.
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