
Demetrio Stratos durante la registrazione del disco solista Metrodora, edito per la collana Cramps/Diverso, Milano, 1976, @Roberto Masotti, Lelli e Masotti Archivio
Entri in una stanza e la luce diventa sempre più fioca. E mentre lei si affievolisce, dal nulla ti viene incontro la sua voce. Un vocalizzo che arriva dalle viscere, si arrampica sul soffitto, disegnando acrobazie inimmaginabili. In quella stanzetta di Palazzo Malagola, nel cuore storico di Ravenna, incontrerai l’anima di Demetrio Stratos. Incontrerai la Voce. Come mai l’hai sentita e come mai più la sentirai, perché lui era sempre non uno, ma due passi avanti rispetto agli altri.
Infatti come si chiama la mostra? Fino ai limiti dell’impossibile, ovvero la voce oltre le colonne d’Ercole. Venite ad esplorare un mondo sconosciuto.
La mostra curata dall’artista e co-fondatrice del Teatro delle Albe Ermanna Montanari e dal docente e studioso Enrico Pitozzi – entrambi ideatori e direttori artistici del Centro internazionale di ricerca vocale e sonora Malagola – presenta una selezione di materiali dell’Archivio Demetrio Stratos, acquisito alla fine del 2022 dal Comune di Ravenna, con co-finanziamento della Regione Emilia-Romagna, direttamente dalla vedova Stratos, Daniela Ronconi Demetriou e che proprio a Palazzo Malagola ha trovato la sede ideale per la sua cura e la sua fruizione.
L’esposizione, che ha come curatori associati Marco Sciotto e Dario Taraborrelli, è a ingresso gratuito, sarà inaugurata domani alle 17 e sarà visitabile fino al 22 dicembre, per poi riaprire dal 7 al 31 gennaio 2025.
Varcando quelle antiche mura si compirà in un viaggio nel tempo: dagli anni del beat, il tempo dei Ribelli, con Demetrio che cantava Pugni chiusi, fino ad arrivare naturalmente all’era degli Area, dell’impegno politico. E chiudendo gli occhi sull’incipit di Luglio, agosto, settembre (nero) sembrerà come se non fossero passati 50 anni, visto che la polveriera Palestina è argomento quanto mai ancora attuale.
Passeggiando fra le stanze di Palazzo Malagola, il passato vi sommergerà.
Sono sette gli ambienti in cui si divide la mostra:
- una sala è incentrata sui manifesti che attraversano la storia degli Area e di Stratos solista,
- una sala cinema con materiali audiovisivi di lunga durata,
- una sala dedicata a materiali cartacei e fotografici con frammenti di materiali audiovisivi da fruire in un monitor d’epoca.
Tre sale invece sono dedicate all’ascolto di cui:
- una per ascolto immersivo,
- una con proposta di ascolti in cuffia associati a materiali esposti all’interno della sala,
- una saletta con una selezione di ascolti che il pubblico potrà scegliere con canti e musiche di popoli dal mondo presenti nella collezione di dischi di Stratos e le musiche realizzate per il Satyricon di Gabriele Salvatores per il Teatro dell’Elfo nel 1978-1979.
Infine una nicchia contenente una serie di oggetti, cimeli e materiali appartenuti a Demetrio.
Se ne esce piacevolmente storditi. Lui non c’è più da tempo, vinto nel 1979 a soli 34 anni da un male incurabile, proprio mentre all’Arena di Milano organizzavano un maxi concerto di raccolta fondi per aiutarlo. Ma resta la sua voce. Una guida per chi oggi si sente sperduto.