Lunedì 29 Aprile 2024

Missione spaziale Apollo 11, 50 anni di balle spaziali

Tutte le fake news: dall’allunaggio realizzato a Hollywood a Neil Armstrong musulmano

Edwin 'Buzz' Aldrin calpesta il suolo lunare (Ansa)

Edwin 'Buzz' Aldrin calpesta il suolo lunare (Ansa)

Roma, 20 luglio 2019 - Oggi si festeggiano i 50 anni dalla prima passeggiata lunare. I tre astronauti della Nasa a bordo dell’Apollo 11 (Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins) sono considerati dei veri e propri eroi. Sempre oggi Luca Parmitano decollerà per tornare sulla Stazione spaziale internazionale.

Neil Armstrong, il comandante di ghiaccio inventore dei selfie spaziali

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Essendo la più grande impresa dell’uomo del Novecento (e forse non solo del secolo scorso), ovviamente lo sbarco sulla Luna mica poteva sfuggire al delirio delle manipolazioni, ai tormentoni dei complottisti, alle manie dei cospirazionisti. Anzi, a suo modo e del tutto involontariamente, la missione di Apollo 11 tenne a battesimo i maestrini (tonti) delle fake news. Internet ancora non esisteva e già c’era chi giurava che era stata una montatura, una finzione, un imbroglio demo-giudo-pluto-massonico. Poi arrivò il web e oggi persone che crederesti sane di mente insistono: mai stati sulla Luna, fu un ignobile trucco della propaganda imperialista. Nemmeno le evidenze (inconfutabili) hanno sottratto stuoli di babbei alle loro folli elucubrazioni.

Tant'è. Tra le fandonie generate dalla straordinaria avventura della astronave partita dalla Florida cinquanta anni fa, beh, due meritano di essere sottratte al cimitero delle bufale. Una perché è troppo divertente. E una perché attesta fin dove possa spingersi il fanatismo religioso. "Buona fortuna, mister Gorsky": questa frase, oggettivamente senza senso, sarebbe stata pronunciata da Neil Armstrong al momento di risalire sul Lem, una volta completata l’esplorazione lunare insieme ad Aldrin.

Chi era mister Gorsky? Perché The First Man avrebbe pensato a lui, lassù nel Mare della Tranquillità? Era per caso un cosmonauta sovietico? Ah, per saperlo, proseguiva la teoria, bisognava tornare a Neil bambino. Entrato nel giardino dei vicini per recuperare una palla da baseball, il piccolo Neil, già noto nel quartiere per la sua passione per il volo, avrebbe sentito una donna gridare al marito, il signor Gorsky: "Ah, tu vorresti che io ti praticassi il sesso orale? Solo quando il figlio degli Armstrong camminerà sulla Luna!".

Ora, comunque la pensiate sul sesso orale, questa storia è meravigliosa. Tanto che Neil veniva quasi sempre interrogato in merito, quando appariva in pubblico. Lui sorrideva, era divertito. Cosa avrebbe dovuto rispondere, che delle abitudini a letto dei coniugi Gorsky francamente se ne infischiava? (Si scoprì poi che a inventare l’episodio era stato un comico alla tv, lo scherzo era stato preso sul serio e oggi fatevi una ricerca in Rete se vi serve altro, sebbene nessuno mai abbia chiarito se il signor Gorsky sia stato soddisfatto nei suoi desideri).

L’altra storia è più seria. Nel 1970, nell’Egitto di Nasser e Sadat, prende a circolare una voce. Neil Armstrong si sarebbe convertito all’islam, una volta tornato sulla Terra. Motivo: sceso dalla scaletta del Lem, pronunciata quella frase unica per efficacia («Un piccolo passo per un uomo, un gigantesco balzo per l’umanità»), l’astronauta avrebbe udito una musica misteriosa. Quelle note sarebbero rimaste stampate nel suo cervello e, giù a casa, Neil avrebbe capito che si trattava della litania del muezzin, quando invita i fedeli alla preghiera. Da lì la scelta di farsi musulmano, tenuta nascosta dal perfido governo Usa (che nel frattempo, chissà perché, non impediva a Muhammad Ali, il pugile popolare quasi quanto Neil, di proclamarsi seguace di Maometto).

La balla riscosse un successo enorme in Medio Oriente. Armstrong era subissato di inviti a visitare moschee, lo aspettavano alla Mecca e bla bla bla. Per anni, per decenni. Finché, nel 1995, The First Man fu costretto ad appellarsi ai media del mondo arabo: in una conference call, Neil espresse il suo grande rispetto per l’islam (personalmente era un agnostico), ma chiarì che sulla Luna non aveva udito suoni misteriosi e dunque l’intera vicenda era un falso tipo quello di mister Gorsky.

S’intende che non gli credettero. Perché così vanno le cose: l’uomo cinquanta anni fa sulla Luna ci è andato davvero ma non c’è scienza che possa debellare il virus, molto molto terrestre, della citrullaggine.

Missione spaziale Apollo 11, Buzz Aldrin e i tormenti dell'alcol

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