Martedì 12 Novembre 2024

Scoperta in Sudafrica la miniera di ocra più antica al mondo: ha 48mila anni

L'ocra rappresentava un elemento di profondo valore culturale e pratico per le popolazioni dell'età della pietra dell'Eswatini. Questo pigmento naturale ha avuto un ruolo centrale nella storia degli esseri umani

Pitture rupestri su pareti di caverna

Pitture rupestri su pareti di caverna

Roma, 31 ottobre 2024 – Scoperta in Sudafrica la più antica prova conosciuta di estrazione intensiva di ocra al mondo, risalente a circa 48 mila anni fa. Si tratta della ‘Lion Cavern’ a Ngwenya, una città dell'Eswatini occidentale. Il ritrovamento, in maniera del tutto casuale, si deve a un gruppo di ricerca internazionale guidato da Gregor D. Bader, del Senckenberg Centre for Human Evolution and Paleoenvironment presso l'Università di Tubinga (Germania). 

Una stupefacente rivelazione che si nascondeva dietro un muro di materiali antichi. I ricercatori, con l’intento di ‘far saltare’ la parete esterna, hanno dato luce ad una realtà di tantissimi anni fa. 

L'ocra, un minerale terrestre naturale e resistente alla luce, è stato utilizzato dall’uomo per centinaia di migliaia di anni per una varietà di funzioni: come colorante per pitture rupestri e per scopi rituali, per body art  e ornamenti personali. Oltre al suo fascino estetico, l'ocra ha proprietà antibatteriche, che potrebbero averla resa utile anche per scopi medicinali. "Possiamo dire che l'ocra è il pigmento più antico conosciuto usato dagli esseri umani per rappresentare il nostro mondo – ha detto Bader – la nostra specie e altri ominidi utilizzano il minerale terrestre rosso, giallo o talvolta viola da almeno 500mila anni, e forse anche di più". 

Nell’analisi più completa, finora condotta sull'uso dell'ocra in Africa, Bader e il gruppo di ricerca internazionale hanno studiato come il minerale terrestre veniva utilizzato a sud del Sahara. Sulla base di 173 campioni provenienti da quindici siti dell'età della pietra, i ricercatori hanno ricostruito le reti regionali di selezione dei minerali, estrazione, trasporto e utilizzo dell'ocra.

"Eravamo interessati all'intera filiera di lavorazione dell'ocra: dalla selezione del minerale da varie formazioni geologiche, la sua estrazione, la miscela di altre sostanze come latte, grasso, sangue e resine vegetali come leganti, fino al suo trasporto nei siti archeologici – ha spiegato lo scienziato, continuando a interrogarsi – come veniva trasmessa la conoscenza dell'estrazione dell'ocra? C'era uno scambio tra diversi gruppi di cacciatori – raccoglitori? E ci sono differenze regionali o temporali?”. 

Il continuo esplorare e domandarsi permette di ancorare le attività umane nel tempo e di mostrare come la cognizione dell’essere umano e le reti sociali si siano sviluppate parallelamente a tali attività. Capire come queste persone estraevano, lavoravano, trasportavano e usavano l'ocra fornisce indizi sulle prime innovazioni tecnologiche e aiuta a tracciare la storia della creatività e del simbolismo umano.