Martedì 23 Aprile 2024

Matteo Paolillo, Edo di "Mare Fuori" pubblica il suo primo album

Esce il 19 maggio "Come te" che contiene anche "'O Mar For". L'attore e cantante: “In un mondo sempre più digitale racconto i sentimenti"

Matteo Paolillo

Matteo Paolillo

Roma, 18 maggio 2023 - “In un mondo sempre più digitale racconto i sentimenti per non perdere la nostra umanità”. Parola di Matteo Paolillo (28 anni), noto per il ruolo di Edoardo Conte, membro di spicco del clan dei Ricci, nella fortunata serie Rai “Mare Fuori”. Ma ormai è famoso anche come cantante tanto che il 19 maggio esce il suo primo album “Come te” (per ADA Music Italy), anticipato dal singolo “Liberatemi” che ha subito scalato le classifiche, e che contiene anche “Origami all’alba”, brano da lui scritto e colonna sonora della terza stagione di “Mare Fuori”, oltre che “’O Mar For”, sigla della serie.

Paolillo, nato a Salerno nel 1995, inizia a recitare da giovanissimo, a 13 anni, in una piccola compagnia salernitana. A 18 anni si trasferisce a Roma dove prosegue gli studi prima al conservatorio teatrale di Gianni Diotajuti, poi si diploma nel 2019 al Centro Sperimentale di Cinematografia. Il suo debutto in tv avviene nel 2016. Oltre alla recitazione si avvicina al mondo della musica e in particolare al rap, e nel 2017 fonda la Suba Crew e prende il nome di Icaro per il suo progetto musicale.

Dopo l’Ep “Edo”, che approfondisce il mondo del personaggio interpretato nella serie, ecco il primo album: come vive questo momento? “Non sono particolarmente ansioso o agitato per questo debutto importante. Direi che sono molto contento, non vedo l’ora di far sentire a tutti questo disco, frutto del lavoro di circa una anno”. “Come te” contiene undici brani con le tematiche che le stanno particolarmente a cuore: quali sono? “L’importanza dell’amore, del senso di comunità, della forza che c’è nel non aver paura a mostrarsi vulnerabili. Perché siamo tutti legati dalla stessa energia, tutti diversi ma tutti uguali. La mia voce sarà un soffio di empatia, un canto di speranza. Le canzoni spaziano dall’italiano al napoletano riprendendo anche la cultura hip hop senza porre l’accento sulla violenza ma dando attenzione maggiore alla voglia di rivalsa, al valore alle piccole conquiste. Nel disco sono presenti i featuring di Gelo e Clementino mentre la produzione è di Lolloflow”. Tra le tracce, l’intro s’intitola Arte: perché? “Beh, l’arte più di ogni altra cose vive di sentimenti. L’arte è qualcosa che resta nel tempo e racconta la storia dell’uomo. Ciò che cantiamo oggi è il canto dell’uomo primordiale ma ovviamente con modi e forme diversi”. Ha dichiarato che questo album racconterà di lei e non più solo di Edo: che significa? “Nel mio modo di recitare metto sempre grande empatia verso i personaggi, senza però giudicarli. E rassicuro tutti: Edo ha ancora storie da raccontare. Però con queste canzoni voglio far conoscere di più Matteo, un quasi trentenne che dedica la sua vita all’arte, non alla malavita. Un Matteo che è riflessivo e non impulsivo come Edo che vuole tutto, vuole conquistare Napoli. Tratti comuni? Forse la sensibilità che, però, Edo ha dovuto reprimersi”. Album, riprese e poi live (il 29 novembre all’Alcatraz di Milano, il 16 dicembre all’Atlantico di Roma e il 21 dicembre al Teatro Palapartenone di Napoli): un periodo impegnativo… “Sì e non vedo l’ora di esibirmi davanti al pubblico. Vengo dal teatro e sono abituato a stare sul palco ma devo ammettere che anche al Concerto del Primo Maggio un po’ di tensione c’era. Poi, però, quando ho sentito l’affetto del pubblico tutti i timori sono passati”. Quale è il suo rapporto con i fan? “Ho un ottimo rapporto. Non faccio arte per me stesso ma per gli altri e, quindi, sapere che ci sono tante persone che mi seguono mi gratifica. Al tempo stesso, però, mi carica di responsabilità. Anche sui social cerco sempre di scambiare due chiacchiere con tutti, mi piace ascoltare i loro pensieri, far parte delle loro vite”. Quali sono i suoi riferimenti musicali? “Sono cresciuto con il rap americano e poi con quello italiano. Ascolto Salmo, Marracash, Lazza. Un duetto? Mi sarebbe piaciuto con Pino Daniele”. A breve iniziano le riprese di Mare Fuori 4: ma come si spiega tutto questo successo? “Non credo esista una ricetta. Credo piuttosto che il racconto-verità di questi ragazzi sia il segreto. Perché anche se la storia è ambientata in carcere parla dei problemi di tutti gli adolescenti, racconta uno spaccato della nostra società. Questo è ciò che ha creato empatia col pubblico”.

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