Sabato 27 Luglio 2024
FRANCESCO
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Lo spettacolo di Telese: "Porto Berlinguer a teatro. Ma non è solo nostalgia: lui è patrimonio di tutti"

Il giornalista porterà sul palco di Bologna la trasposizione del suo bestseller "Racconto Enrico e la sua scorta. Lui e Almirante? Storia con la “s“ maiuscola".

Lo spettacolo di Telese: "Porto Berlinguer a teatro. Ma non è solo nostalgia: lui è patrimonio di tutti"

Lo spettacolo di Telese: "Porto Berlinguer a teatro. Ma non è solo nostalgia: lui è patrimonio di tutti"

Ghidetti

Nostalgia canaglia o ricostruzione storica? Ricordi di una stagione irripetibile o monito per un incerto presente? Sono le domande che si affollano in attesa (appuntamento martedì 11 a Bologna all’Arena del Sole) della traduzione teatrale del best seller di Luca Telese, La scorta di Enrico, che racconta (con l’aiuto Freyrie, Michela Gallo e Andrea Zalone) le vicende pubbliche e private del leader del più forte Partito comunista dell’Occidente. Anzi, di più: un pezzo di storia contemporanea che termina l’11 giugno 1984, quando il leader Pci muore dopo 4 giorni di agonia.

Al di là degli anniversari, perché Berlinguer è così rimpianto e al tempo stesso studiato?

"Per vari motivi. Perché il suo pensiero è di un’attualità sconvolgente a distanza di decenni. Più attuale oggi di ieri".

Ad esempio?

"L’elenco è lunghissimo. Su tutti, la questione morale che ancora oggi impazza. Berlinguer non pensava fosse un problema solo per i suoi avversari, ma una malattia per la Repubblica. Il suo allarme era diretto a tutti, anche alla sinistra. Giorgio Napolitano disse stupefatto a Paolo Bufalini: “Enrico è impazzito! Se poniamo questo problema con chi ci alleiamo?“. Era sconvolto da quell’analisi...".

Questione morale cara anche ad Almirante, leader missino.

"Donna Assunta ha sempre ricordato come i due si rispettassero, si incontrassero e si parlassero. In segreto! Anche per questo ci fu l’omaggio di Almirante al funerale di Berlinguer. Un “fascista“ in mezzo a un milione di comunisti. Lui, il segretario Msi, che disse “sono venuto a rendere omaggio un uomo onesto“. Pagine di Storia con la ’S’ maiuscola. Pagine, per certi versi, irripetibili. Poi mi faccia aggiungere una cosa sulla nostalgia".

Prego.

"Incontro decine di giovani incuriositi e appassionati alla figura di Berlinguer. Non sono nostalgici, casomai provano ammirazione senza farne un santino".

Altri contenuti che giustificano l’attualità di Berlinguer?

"La pace. La parità femminile. L’antimafia. Se prendi la battaglia per il divorzio...".

Un attimo: lui non era molto convinto del referendum.

"Cercò sino all’ultimo di trovare una mediazione, ma poi si lanciò nella battaglia a capofitto. A teatro faccio sentire l’appello in cui dice: “Se togli un diritto poi, dopo poco, ne perderai altri“".

Altro tema?

"L’ultima battaglia, la scala mobile. Oggi abbiamo un potere d’acquisto dei salari fra i più bassi al mondo. Lui aveva capito prima di altri che il problema era difendere chi pagava il prezzo della crisi e il costo dell’inflazione".

I ragazzi della scorta: chi erano?

"Gente di popolo. Tre diverse generazioni di angeli custodi: chi veniva dalla Resistenza, i figli della guerra, chi era giovane negli anni di piombo. Non c’era solo un rapporto professionale protettori/protetto, ma tra compagni, perché Berlinguer amava stare in mezzo al popolo".

E non c’erano i social...

"Oggi i politici twittano come forsennati, non stanno in mezzo alla gente. In un documentario di Nanni Loy, una donna romana esclama (Berlinguer era già morto): “Lo vojo anna’ a trova’. Se non amiamo quelli che ce difendono chi lo deve da fa’?“".

E gli eredi di Berlinguer?

"Un disastro. Non hanno realizzato granché. Alcuni lo hanno abiurato, altri addirittura bollato come anti-moderno".

La leader del Pd Elly Schlein l’ha messo sulla tessera...

"Ognuno ha il diritto di rifarsi a lui. Però il difficile viene dopo perché bisogna essere anche all’altezza dei modelli!".

Anche Fratelli d’Italia omaggia Berlinguer.

"Non ci trovo niente di scandaloso, è patrimonio di tutti. Soprattutto se lo si fa con sincerità".