Giovedì 18 Aprile 2024

L’informazione rimane vitale per la democrazia

In libreria l’ultimo saggio di Panerai sull’editoria. Dalle origini ai problemi della trasformazione web.

L’informazione  rimane vitale  per la democrazia

L’informazione rimane vitale per la democrazia

Il mondo dell’editoria è molto cambiato, e non sempre in meglio. Se ne pùò, anzi se ne deve studiare la storia per capirne l’evoluzione. Ma con una coscienza ben precisa: per quanto la si possa studiare, la conclusione resta sempre la solita, quella di fidarsi ora più di prima di informazione di qualità e verificata. Contro i rischi della vita moderna, avrebbe detto qualche anno fa un celebre spot, resta solo la professione, quelle di giornalista e quella di editore.

In ogni caso serve lo studio, e una delle migliori inchieste su un argomento così complesso e vitale per le democrazia, per noi stessi, è quella di Paolo Panerai, da poco in libreria con La mani sull’informazione, i retroscena dell’editoria italiana, edito per Solferino. Paolo Panerai è uno dei personaggi in assoluto maggiormente titolati a parlare dell’argomento, per aver impersonato a lungo ambedue i ruoli che compongono questo mondo, appunto il giornalista e l’editore. Ha iniziato come cronista economico a Panorama (1975), poi ha diretto a soli trent’anni il settimanale Il Mondo per fondare nel 1986 la casa editrice Class Editori che tuttora pubblica una serie di testate principalmente a carattere economico finanziario (tra gli altri i quotidiani MF e Italia oggi, il mensile Class, il settimanale Milano Finanza e altri ancora). È uno in sostanza che quando parla di storia dell’editoria italiana e dei suoi protagonisti, da Giovanni Agnelli a Scalfari, ai Mondadori e ai Rizzoli, ad Attilio Monti fino ai più recenti John Elkann e ai fratelli De Benedetti, sa di che cosa parla. Gli intrecci sono lunghi e tortuosi, e ripercorrerli sotto la guida sapiente di Panerai è compiere un lungo excursus nella storia d’Italia, in particolare dal dopo guerra in poi. Con aneddoti sconosciuti, e angoli di visuale particolari, come può accadere solo ai testimoni oculari.

Ma le analisi di Panerai sono particolarmente interessanti quando vengono ripercorsi gli anni più recenti, con le trasformazioni imposte dall’avvento del digitale e dell’accrescersi del potere degli "Over the top", ossia i colossi del web che finiscono per condizionare l’informazione a livello globale. Su questo Panerai ha le idee chiare, al punto da intitolare un capitolo “Le mani grandi e potenti del OTT, la libera e corretta informazione e i pericoli per la democrazia“. Secondo Panerai i rischi di condizionamento per editori e giornalisti sono aumentati, e di questi il grande mondo dei fruitori di informazione, ossia i cittadini, devono essere ben coscienti. È aumentato il rischio che attraverso il web vengano veicolate informazioni non verificate, è aumentato il rischio che erodendo gli OTT in misura sempre maggiore le fonti di finanziamento delle case editrici di qualità, si ricorra a giornalisti poco qualificati e si pubblichino sempre più notizie non verificate.

Panerai ricorda che secondo una ricerca della fondazione torinese Isi il 10 giugno 2020 le fake news hanno superato le notizie vere e corrette, e che le notizie false in rete sul Covid-19 sono state stimate false per il 67. Senza contare il "pericolo" per gli utenticittadini del "mercato" sottobanco dei propri dati personali che si nasconde in rete.

Pierfrancesco De Robertis

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