Firenze, 25 agosto 2024 – Nora Krug, con “Heimat” (Einaudi 2019), la sua precedente graphic novel, ha dato voce – e immagini – al macigno della memoria nella società tedesca, indagando sul passato della sua stessa famiglia al tempo del nazismo. Ha cioè affrontato, con lo strumento dell’inchiesta disegnata, il grande rimosso delle generazioni precedenti alla sua (Krug è nata nel ’77), ottenendo meritati premi. “Heimat” è un capolavoro della graphic novel contemporanea.
Stavolta Krug affronta un tema di stretta attualità – la guerra in Ucraina – e il risultato è meno potente dell’altro, ma i suoi “Diari di guerra. Due racconti per immagini dall’Ucraina e dalla Russia” (Einaudi) offrono uno sguardo dal basso, cioè dal punto di vista di persone comuni, sugli effetti dell’aggressione russa all’Ucraina, cominciata nel febbraio 2022.
Krug affianca i diari – quindi molto testo e poche immagini – di una giornalista di Kyiv, K., nata in Russia al tempo dell’Urss, e di un artista di San Pietroburgo, D., per niente allineato al putinismo. La giornalista è piena di passione, va e viene da Copenaghen dove ha messo in salvo la famiglia, e sa che cosa vuole: semplicemente, vincere la guerra, qualunque cosa si intenda con questa espressione. D., che riesce a lasciare la Russia e ripara a Riga, è la figura più interessante, con i suoi dubbi, le sue angosce e anche la sua onestà: "Ho letto i commenti di chi vuole cancellare la cultura russa – scrive agli inizi del suo esilio – Leggerli non è facile, ma cerco di capire chi li scrive. So che non tutti gli ucraini la pensano così".