Domenica 13 Ottobre 2024
STEFANO MARCHETTI
Libri

Felicia di piacervi con i miei libri rosa: "Leggerezza non significa superficialità"

Intervista alla regina dei bestseller romance e del BookTok: Kingsley ovvero l’architetta emiliana Serena Artioli

Felicia di piacervi con i miei libri rosa: "Leggerezza non significa superficialità"

Intervista alla regina dei bestseller romance e del BookTok: Kingsley ovvero l’architetta emiliana Serena Artioli

A Felicia Kingsley, appassionata di armocromia, si addicono i colori caldi e poco intensi. Ma, quando si parla di lei, il colore che tutti citano è uno solo, il rosa. Regina del romance, versione contemporanea della narrativa dei sentimenti, a dispetto del nom de plume Felicia è italiana, felicemente emiliana: si chiama Serena Artioli, 37 anni fra pochi giorni, ed è architetta a Carpi nel Modenese, "anche se l’architettura e la scrittura ormai si stanno scambiando i posti", sorride. Otto anni fa autopubblicò il suo primo romanzo, Matrimonio di convenienza, e fu subito boom: Newton Compton l’ha scoperta e da allora sono usciti 14 romanzi bestseller, quasi tre milioni di copie in Italia. Felicia è risultata la scrittrice più letta del 2023, ha vinto il TikTok Book Award ed è tradotta in 16 Paesi. Il suo libro più recente, Una conquista fuori menù, pubblicato il 3 settembre, è subito schizzato in vetta alla classifica, e domani Felicia sarà anche a Pordenonelegge. "Più che successo, io preferisco chiamarlo affetto – si schermisce –. Evidentemente i lettori hanno bisogno di storie come le mie".

Allora il “rosa“ è tutt’altro che un genere sorpassato: negli States ci sono librerie specializzate...

"In realtà credo che non sia mai calato di interesse. Semplicemente, oggi i canali di comunicazione permettono maggiore capillarità per raggiungere i lettori".

Già, cosa cercano i lettori?

"Soprattutto di emozionarsi. Le mie sono commedie romantiche che io definisco anche un po’ terapeutiche: alla fine di una giornata magari pesante, tutti abbiamo voglia di un pizzico di leggerezza. Ma attenzione, leggerezza non vuole dire semplicità".

Ovvero?

"Ha presente Giovanni Guareschi? Era uomo coltissimo, eppure disse di aver scritto i racconti di Don Camillo con un vocabolario da terza elementare. L’immediatezza nella storia ti porta direttamente dentro le immagini e nel mio modo di scrivere penso di essere così, anche se non è un lavoro semplice: non pongo barriere all’ingresso, non escludo nessuno. E mi piace sapere che qualcuno si è appassionato alla lettura grazie ai miei romanzi".

È accaduto?

"Certo, anche il papà di una mia amica, che non aveva mai toccato un libro, si è tuffato in una mia storia e da allora non fa che divorare romanzi. E guardi che io non ho soltanto lettrici: tanti uomini mi scrivono dicendomi di aver amato i miei romanzi. Stanno nascosti, ma ci sono".

Il suo compagno legge i suoi libri in anteprima?

"No, lui preferisce tutti i manuali tecnici e tutto quello che riguarda ciò che si guida. Ha le patenti per ogni veicolo, gli manca solo la licenza di volo".

Come è cambiato e come cambia il genere romantico?

"La letteratura è sempre una cartolina del “chi siamo“ e “dove siamo“. Era così nel primo ‘800, quando Jane Austen pubblicò Orgoglio e pregiudizio, ed è così adesso, solo che non ce ne accorgiamo perché ci siamo dentro. Il romance ha avuto una prima svolta attorno al 2000 con Sophie Kinsella ed Helen Fielding con il Diario di Bridget Jones che hanno portato anche il mondo del lavoro nelle storie sentimentali, raccontando donne che hanno anche legittime ambizioni di carriera. Poi, dieci anni dopo, E. L. James, con le Cinquanta sfumature, ha cominciato ad aprire la porta della camera da letto. Mi sembra naturale che vengano raccontate “eroine“ che hanno anche una loro vita sessuale".

Come definirebbe le sue protagoniste?

"Romantiche pragmatiche, donne che ascoltano i loro sentimenti e cercano di vivere appieno la loro vita sentimentale, senza farsi portare via come foglie al vento".

Approccio femminista?

"Oggi dovremmo tutti essere femministi ed essere d’accordo su alcuni principi di equità. Per esempio, perché un uomo deve essere sempre fortemente incoraggiato ad avere una vivace vita sessuale, mentre una donna non dovrebbe in alcun modo essere edotta sul sesso?".

Nel romance i maschi sono sempre un po’ bastardi?

"Nei miei libri lo sono finché non si rendono conto che non porta proprio a niente. In Una conquista fuori menù, quando il protagonista si accorge di provare dei sentimenti, non chiude la porta, non si ritrae ma li abbraccia, anche a costo di perdere il lavoro".

Ha ambientato anche l’ultimo romanzo a New York. Ma è vero che non c’è mai andata?

"Sì, ma anche Salgari non andò mai in Malesia. Se anche ci fossi stata, racconterei la città con lo sguardo da turista, farei una Lonely Planet. Invece io mi documento attraverso altre fonti, le news, i racconti in presa diretta, i social. In Italia siamo spesso abituati all’autofiction, questa invece è pura fiction".

Qualcuno però fra i critici snobba ancora il genere rosa...

"Io non mi voglio prendere più meriti di quelli che mi danno i lettori. Spesso poi i pregiudizi arrivano da persone che non hanno mai aperto un mio romanzo. L’anno scorso, quando Una ragazza d’altri tempi ha scalzato il libro del generale Vannacci, alcuni hanno scritto che il mio era un testo retrogrado, legato a una donna d’altri tempi. Beh, insomma, vogliamo parlarne?".