
La via per superare i limiti dell’esistenza?. Risolvere il fantomatico teorema di Goldbach
Nel secondo romanzo del dittico di Cormac McCarthy, Stella Maris, uscito postumo, la protagonista è una geniale, precoce ricercatrice la cui avventura guarda al senso supremo della matematica: "Pensare la matematica è pensare al funzionamento dell’universo. L’universo è intelligente?". Spostare il limite, avanzando nei teoremi, è qualcosa che ha a che fare con la giustizia nel mondo, dice McCarthy: la più grande ingiustizia intellettuale in cui ci muoviamo è farci restare nel mistero... Nel thriller di Margherita (riuscirà o non riuscirà a trovare una via per il fantomatico teorema di Goldbach e riscattarsi dall’emarginazione nell’esclusiva Scuola Superiore?) la questione è appena all’orizzonte, ma è l’anima dell’ossessione della studentessa (le pareti dell’appartamento invase dai calcoli).
Come vuole il melò senza il quale pare non sia possibile raccontare nulla, Margherita deve anche riconoscere quanto sta rinunciando alla vita, e quanto rinunciare agli altri, e all’amore, sia un limite emotivo, psicologico, per... superare il limite! Anche qui siamo però nei limiti: tra A beautiful mind (2001) e L’uomo che vide l’infinito (2015), con morale esistenziale. La regista è partita dall’incontro con Ariane Mézard, la grande matematica francese che ispira il focus sulla questione di genere.
Silvio Danese