Venerdì 4 Ottobre 2024
DI MATTEO
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La Baia di San Francisco. L’anima rivoluzionaria le sue contraddizioni

di Matteo Donelli La tossica narrazione di San Francisco è da studio universitario. Mala gestione e rete e social ’dominati’ da fake...

La Baia di San Francisco. L’anima rivoluzionaria le sue contraddizioni

La Baia di San Francisco. L’anima rivoluzionaria le sue contraddizioni

di Matteo

Donelli

La tossica narrazione di San Francisco è da studio universitario. Mala gestione e rete e social ’dominati’ da fake news in cui si parla di una città dominata da homeless, droga, pericolosità e abbandono. Una parodia che ti fa tergiversare sull’ultimo click per la conferma del volo direzione aeroporto SFO di San Francisco. Incontro Richard a Livermore, cittadina a 40 minuti da San Francisco,

dove ha sede il reparto R&D della multinazionale dell’elettrificazione per cui entrambi lavoriamo.

Lui è il ’termometro veritiero’ della velocità di cambiamento della Baia di San Francisco. La velocità è alta, paragonabile solo ai ritmi alla recente esplosione economica e finanziaria di Shanghai. Ma va in una direzione opposta di quest’ultima. Ovvero col Covid si sono riscoperti gli splendidi sobborghi dell’area. Grazie prevalentemente al lavoro da casa. Ormai per la stragrande maggioranza delle aziende locali è prassi andare a lavorare in presenza in ufficio solo due giorni alla settimana. Perché spendere fortune in centro a San Francisco quando si può lavorare nelle splendide zone dei vigneti locali, evitare il traffico e godere un ritmo di vita più lento e piacevole? E cosi la Silicon Valley è stata in pochi anni rivoluzionata in modo radicale.

Ed ecco quindi una nuova San Francisco. Meno business ma molto più bella e accogliente. I numeri parlano chiaro con un incremento esponenziale del turismo di quasi +30% rispetto al 2022. "Ma i numeri non passano, passano i barboni" racconta stizzito Richard mentre si passeggia davanti l’iconico Ferry Building. "Prima del Covid i barboni erano di più, occupavano Union Square e Fisherman’s Wharf. Ora questo non avviene più, ma per i media americani questa è la città del degrado".

La realtà è che ci sono state migliorie pubbliche come il Golden Gate Park, una China Town sempre più sicura e più traghetti verso l’isola di Alcatraz con il suo carcere. Insomma, una città in vetrina, che non si spegne mai ’7 per 24’, dove si possono affittare auto autonome o vedere robottini per piccole consegne girare sui marciapiedi. Il futuro è qui, tutto da scoprire.