È ancora misteriosa e perfetta per nascondersi oggi Bologna, oppure l’assalto dei turisti la renderebbe meno interessante agli occhi di uno scrittore? Viene da chiederselo pensando a The Broker, il romanzo uscito nel 2005, che John Grisham decise di ambientare all’ombra delle Due Torri e che da oggi sarà in edicola in abbinamento facoltativo (a 9,90€) con il Resto del Carlino, La Nazione e Il Giorno.
"The Broker è la storia di un uomo che corre, che scappa, che deve fuggire. Appena sono venuto, mi sono convinto che Bologna era un posto ideale per nascondersi": così raccontava lo scrittore nel settembre di quasi vent’anni fa nell’Aula Magna di Santa Lucia, dove lo ricevettero l’allora rettore, Pier Ugo Calzolari, e il sindaco di quell’epoca, Sergio Cofferati. Una città anni luce distante, si potrebbe dire, non tanto nell’architettura, perché lo skyline è sempre lo stesso – a parte una Garisenda bisognosa di cure – quanto nel sovraffollamento. Però un rito pare non essere mai mutato, ovvero quello del cibo a volontà, perché l’autore statunitense allora cinquantenne, che lasciò il suolo felsineo con una Turrita d’argento, ebbe a dire, ringraziando: "Se si girasse un film dal romanzo, sarebbe ambientato qui e io tornerei per presentarlo. Ingrassando altri dieci chili".
Grisham mangiò tanti tortellini, non c’è dubbio, forse anche molta mortadella, e certamente assaporò la cucina bolognese più e più volte – anche per studiare, non c’è dubbio – perché, come si evince dalle pagine del libro, suo posto del cuore divenne Franco Rossi in via Goito. Pagina 192: "Svoltarono in un’altra stradina. Via Goito. E Luigi indicò un punto più avanti. “Eccoci“ disse, poi fermandosi davanti all’entrata del ristorante Franco Rossi. “Non ci sono mai stato, ma dicono che si mangi molto bene“".
I titolari del ristorante, felicissimi delle sue visite concentrate in due pagine di The Broker, con una minuziosa descrizione del padrone di casa, decisero allora di lanciare un menu degustazione “John Grisham“, per ricordare la cena consumata dal romanziere che narra la doppia fuga di Joel Backman, ricco avvocato di New York, arrivato in città per rifarsi una vita. Grisham inserì tanti altri posti nel libro, fu davvero una festa di notorietà per tutti. Anche per il Rosarose, dove andava soprattutto a colazione. Ecco un estratto dal libro: "Attraversarono la strada arrivando in Via Clavature, distante pochi passi, e s’infilarono nel Rosarose. “Qui si beve il miglior cappuccino della zona“ gli assicurò lei, ordinandone due alla cassa. Marco stava per chiederle come mai bevesse cappuccino dopo le dieci e mezzo del mattino, ma poi lasciò correre. E mentre aspettavano, Francesca si tolse guanti, sciarpa e cappotto. Quella sosta era probabilmente destinata a durare".
Durante la presentazione con rettore e sindaco, lo scrittore dell’Arkansas rivelò di aver visitato tre volte di seguito la città nel 2004 per il suo diciottesimo romanzo. A luglio per acquistare libri e documentazioni fotografiche, ad agosto per passeggiare nel deserto quartiere universitario e infine a settembre, per definire gli ultimi dettagli con gli sfondi delle vie piene di passanti. "Grisham – spiegò il rettore, Pier Ugo Calzolari, introducendo lo scrittore – è arrivato a contare le arcate del portico di San Luca, che scopriamo essere 666 e ha saputo intravedere la naturale conformazione di Bologna a ospitare eventi misteriosi".