Venerdì 13 Settembre 2024
PAOLO CERAGIOLI
Magazine

L’orgoglio di Isabelle Huppert: “È un cinema per donne”

L’attrice a Lucca riceve il Premio alla carriera. “Le cose stanno cambiando, soprattutto in Europa. Brave registe e ruoli sempre più complessi”

Isabelle Huppert, 70 anni, Premio alla carriera al Lucca Film Festival

Isabelle Huppert, 70 anni, Premio alla carriera al Lucca Film Festival

Lucca, 25 settembre 2023 – Ospite d’onore del Lucca Film Festival, Isabelle Huppert ha ricevuto ieri sera, in un Cinema Astra “sold out“ da giorni, il Premio alla carriera. Ma prima di incontrare il suo amato pubblico, c’è stato spazio per un incontro molto informale con la stampa, per parlare non solo del suo ultimo film La syndicaliste , in italiano La verità secondo Maureen K. , per la regia di Jean-Paul Salomé, ma di cinema “tout court“ e soprattutto di donne.

Isabelle Huppert, felice di ricevere un altro premio alla carriera?

"I premi fanno sempre piacere, ma sono riconoscimenti da dividere sempre con chi lavori e ovviamente con il pubblico".

Qui siamo in Toscana, un posto che lei ama...

"Certo, tutta la Toscana è bellissima. A Lucca sono venuta nel 1996, perché qui in zona giravo Le affinità elettive con i fratelli Taviani. Mi ricordavo bene le Mura, molto, molto belle".

Può descriverci il personaggio di Maureen che intrepreta?

"Spesso mi sono trovata davanti questo tipo di personaggio, diciamo “combattente“, ma non basta interpretare una persona vera per fare un buon film. Maureen è punita due volte, perché viene aggredita e poi non viene creduta, almeno in un primo momento. Deve superare molte difficoltà prima di uscirne vincitrice e per fortuna ci riesce, lottando con tutte le sue forze, contro tutto e tutti. Ed è una donna normale, questo è il bello".

Difficile da interpretare?

"In realtà questi personaggi con più facce per me sono più facili, permettono di trovare tanti lati da sviluppare, rispetto a un unico cliché rigido da dover rispettare".

É sempre riuscita a scegliere solo i film che le piacevano?

"Sì, ho sempre fatto scelte che mi soddisfacevano, senza preoccuparmi di altro. In questo credo di aver lavorato per il bene non solo mio e della mia carriera, ma anche del cinema".

H a preferenze sul carattere dei personaggi che le propongono?

"Mi piace lavorare soprattutto sull’introspezione. Poi possono essere ruoli divertenti o drammatici, non fa alcuna differenza, mi piacciono entrambi".

Come vede la donna nel cinema di oggi?

"Credo che le cose stiano migliorando. Mi sembra che oggi le attrici, soprattutto in Europa, ma non solo, riescano di più a trovare tanti film con buone idee e messaggi interessanti, anche su temi molto complessi. Ruoli che finalmente possano valorizzarle e farle uscire dagli stereotipi consueti. E poi ci sono anche molte più registe che riescono ad emergere, ad essere premiate e viste e questo non può che essere positivo".

Lei è stata ed è fonte di ispirazione per tante e tante attrici: ne è orgogliosa?

"Mi fa molto piacere, è segno che qualcosa di buono nella mia carriera ho fatto".

Nel cast di Caravaggio di Michele Placido c’era anche sua figlia Lolita. Pensa che abbia “preso“ qualcosa, artisticamente parlando, da lei?

"Lolita ha in realtà una grande personalità e devo dire che è molto brava. Per forza, è mia figlia! Scherzo. Comunque, più di me ha che parla benissimo l’italiano, perché ha studiato qui. Un bel film e una buona idea, quella di Michele. Lavorare su Caravaggio è stato bello"

Cosa pensa della presa di posizione di Pierfrancesco Favino sulla corrispondenza tra personaggi e nazionalità degli attori?

"Lui è un grandissimo attore, ma preferisco davvero non entrare in questo argomento".

È d’accordo invece con Woody Allen? Il cinema al cinema e non sulle piattaforme?

"Assolutamente d’accordo. Il cinema è un’emozione, è una bella esperienza da vivere in sala davanti al grande schermo, insieme agli altri. Sulle piattaforme ogni tanto guardo qualche serie, niente di più".

Non solo cinema per lei, anche tanto teatro. Cosa le dà in più o di diverso?

"Mi piace fare entrambe le cose e credo che mi faccia bene. E poi c’è il riscontro immediato del pubblico, che vedi in faccia lì davanti a te. Sono appena arrivata da Roma, dove sto recitando in Lo zoo di vetro di Tennesse Williams, al Teatro Argentina, per la regia di Ivo Van Hove. Il pubblico romano è meraviglioso, applaude anche durante le scene... In questo gli italiani sono proprio unici".