Venerdì 26 Luglio 2024

‘Io Capitano’ di Matteo Garrone candidato ai Golden Globes

In corsa per il miglior film non in inglese. E’ la storia del riscatto di Mamadou Kouassi, mediatore culturale, costretto a scappare dalla Costa d’Avorio

Matteo Garrone e gli attori senegalesi Seydou Sarr e Moustapha Fall (Ansa)

Matteo Garrone e gli attori senegalesi Seydou Sarr e Moustapha Fall (Ansa)

New York, 11 dicembre 2023  - Io Capitano di Matteo Garrone è tra i candidati ai Golden Globes nella categoria del miglior film non in inglese. Il film su cui l'Italia ha puntato per gli Oscar se la dovrà vedere il 7 gennaio con Anatomia di Una Caduta, Past Lives, Society of Snow e The Zone of Interest, Foglie al vento. 

Alla base del film di Garrone – che sta ottenendo un largo successo di pubblico nelle sale dopo aver vinto il Leone d’argento per la miglior regia all’ultima Mostra del cinema di Venezia – c’è una storia di riscatto.

Il protagonista è Mamadou Kouassi, mediatore culturale, attivista del Centro sociale ex Canapificio e del Movimento migranti e rifugiati di Caserta. È stato lui, infatti, a ispirare il regista per questo film, collaborando anche alla sceneggiatura. L'Associazione Museo Nazionale del Cinema - AMNC, che nel 2023 compie 70 anni, in occasione della Giornata mondiale dei Diritti umani ha conferito a Kouassi il 22mo Premio Maria Adriana Prolo.

Nato nel 1983 in Costa D'Avorio, Kouassi è stato costretto a scappare in Ghana nel 2001, quando studiava lingue all'università, per riparare lì con la famiglia a causa della guerra civile scoppiata nel suo Paese. Dopo tre anni durissimi e quaranta giorni di prigionia, nel 2007 è riuscito a imbarcarsi per Lampedusa, arrivando quindi in Italia. Ha lavorato nei campi di pomodoro pugliesi e negli aranceti di Rosarno, fino alle distese di tabacco nel Casertano (pagato pochi euro l'ora), ma nel suo difficile percorso ha incontrato anche il Piemonte, dalle campagne del Cuneese fino all'Alta Valsusa. Oggi lavora come mediatore culturale. In occasione del premio a Venezia, ha dedicato il film "a tutte le persone che non sono potute arrivare”, invocando la “possibilità di un ingresso regolare” in Italia, riprendendo le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.