Venerdì 14 Febbraio 2025
REDAZIONE MAGAZINE

Il populismo mussoliniano oggi. Scurati sulle orme di Umberto Eco

Antonio Scurati esamina il pericolo attuale del fascismo e della sua complessa eredità, mettendo in guardia sui rischi del neopopulismo sovranista. Invita a lottare per "meritare" l'eredità antifascista dei nostri padri.

Il populismo mussoliniano oggi. Scurati sulle orme di Umberto Eco

Di solito prudente e piuttosto restio a prendere posizioni troppo marcate, Antonio Scurati con il suo Fascismo e populismo. Mussolini oggi (Bompiani) si pone sulla scia di Umberto Eco e dell’ormai classico Fascismo eterno, mettendo in guardia sul pericolo attuale costituito dal fascismo e dalla sua complessa eredità. Il pamphlet di Eco, pubblicato con notevole successo nel 2018 da La nave di Teseo, era frutto di una conferenza tenuta dall’autore a New York nel 1995; allo stesso modo il libretto di Scurati deriva dall’intervento del settembre 2022 ai prestigiosi Rencontres internationales de Genève, che si tengono ogni anno dal 1946.

Ospite a Ginevra, l’autore della fortunata serie M. – il romanzo-ritratto di Mussolini e dell’Italia del suo tempo – non può ignorare, come dice in esordio, d’essere partito in treno al mattino da un Paese in cui pochi giorni prima i cittadini "hanno espresso la volontà che a governare l’Italia sia un partito di estrema destra i cui esponenti di vertice hanno una storia personale, biografica e politica che proviene dal neofascismo". Da qui Scurati avvia il suo ragionamento, tenendosi alla larga dalla vulgata oggi assai diffusa nel milieu politico-mediatico, secondo cui l’estrema destra italiana (solitamente definita "centrodestra") non avrebbe più legami col fascismo, e individua per essa un bivio: "O scioglie definitivamente – attraverso un discorso pubblico, trasparente, dirimente – i nodi che la avvincono a quel passato oscuro oppure si prepara a revisionare l’intera storia d’Italia tentando di cambiare il segno a quel passato, per gettare su di esso una sedicente nuova luce che ne neghi e disconosca l’oscurità". Per Scurati, "è facile prevedere che verrà battuta la seconda strada, quella del revisionismo fazioso e odioso".

Scurati vede in Mussolini il primo populista del ’900, colui che non solo "stuprò l’Italia", ma anche la sedusse, e da qui deriva l’attualità del suo lascito emotivo e politico. Sono sei le “regole“ del "populismo mussoliniano" che ancora parlano al presente: l’identificazione fra leader e popolo; la polemica antiparlamentare; il dominio sulle masse non guidandole, ma seguendone gli umori; la politica della paura ("commutata in odio", così al posto dei “sovversivi“ di allora, oggi lo spauracchio sono gli immigrati, che possono essere "lasciati annegare in mare"); la semplificazione della vita moderna; il "comunicare al corpo con il corpo".

Il neopopulismo sovranista non elimina fisicamente gli avversari e anzi agisce dentro il quadro democratico-parlamentare, riconosce Scurati, che però avverte: attenzione, perché a ogni crisi vera o presunta, a ogni momento di difficoltà, fanno regolarmente "eco parole di sfiducia o discredito nei confronti del sistema democratico", con l’immancabile evocazione di un “capo“ e della necessità di una forte funzione di comando. Che fare, dunque? Bisogna lottare ancora, dice Scurati, e "fare propria" e "meritare" "l’eredità antifascista dei nostri padri e dei nostri nonni".

Lorenzo Guadagnucci