Sabato 9 Novembre 2024

Il mio viaggio nell’interiorità

L’attrice tarantina Giglia Marra si racconta "Mi piacerebbe molto interpretare un film sulla vita di una religiosa" .

Il mio viaggio nell’interiorità

Giglia Marra è sposata con il cantante dei Tiromancino Federico Zampaglione

Ricomincia dalla sua Puglia e da un corto, Sette settimane (regia di Enrico Acciani), che affronta con uno sguardo crudo e realistico un tema delicatissimo: la libertà di scelta di una donna di fronte alla decisione di interrompere una gravidanza.

E se a Nina Nicastri indossa l’abito della protagonista, a Giglia Marra – attrice di lungo corso e con diverse esperienze televisive e cinematografiche alle spalle – ne è stato dato un altro tutt’altro che secondario. "Sono la sua nemica – racconta –; vesto i panni di una ginecologa distaccata e cinica".

Al telefono tradisce una certa emozione: "È stata un’esperienza importante e istruttiva", aggiunge. Il film, girato in Puglia e tratto da una storia vera, racconta la storia di Luna, una ragazza che lavora in un supermercato e che si trova di fronte a una delle scelte più difficili della sua vita. Il suo viaggio interiore, lungo due settimane, è un cammino faticosissimo verso la libertà che la costringe ad affrontare non pochi condizionamenti sociali e il senso di colpa.

Cosa significa un film come questo in un Paese come il nostro?

"Significa mettersi nei panni di ogni donna che deve affrontare scelte difficili come quelle di interrompere una gravidanza. Io sono per la vita, sempre, ma rispetto la libertà di scelta. Ogni donna deve averla".

Cosa le ha lasciato quest’esperienza?

"Ha aumentato in me la voglia di continuare a fare questo mestiere. Che è bellissimo".

Com’è stato accolto il film?

"A Venezia benissimo. Il fatto poi che a raccontare questa storia sia un uomo la rende molto più interessante".

Perché?

"Perché lo ha fatto con delicatezza, senza giudicare e lasciando parlare i personaggi. Ovviamente non sono mancate le complicazioni".

Ovvero?

"Il film avrebbe dovuto essere girato a Roma, ma a causa del tema qualcuno ci ha messo i bastoni tra le ruote. Così abbiamo scelto la Puglia".

Che lei conosce bene, anche perché è casa sua e lì ha avuto anche una parte nella serie Lolita Lobosco. Com’è stato tornare a casa?

"Bello e stimolante. La Puglia è una terra calorosa e accogliente. Quella fiction mi ha dato anche la possibilità di essere me stessa, di parlare senza troppi filtri".

Lei è conosciuta anche perché è legata sentimentalmente al cantautore Federico Zampaglione. Le pesa?

"Per niente. Anche perché ho iniziato giovanissima a fare l’attrice, quando Federico non c’era. E poi ho anche lavorato con lui (nel film Morrison, ndr). Federico è preciso, ma sul set il nostro rapporto prosegue in modo naturale. Mi chiede pareri sulle sceneggiature, molte delle sue cose sono ispirate a noi".

C’è una sua canzone che porta con sé?

"Sì. Noi casomai. Non a caso parla d’amore".

C’è un ruolo che vorrebbe interpretare?

"(Ride). Mi piacerebbe qualcosa di mistico. Che so l…a storia di una santa".

E quello a cui è più legata?

"Mi è piaciuto tantissimo vestire i panni di una ragazza non udente in Figli di un Dio minore".

Se non avesse fatto l’attrice come si immaginerebbe?

"Mi sarebbe piaciuto fare il carabiniere a cavallo. Adoro i cavalli".

Torniamo al corto che la vede protagonista: che messaggio ci lascia?

"Le donne, e le persone in generale, non sono numeri, devono essere accompagnate nel modo giusto. Il corto spiega proprio questo. Troppo spesso manca l’empatia, che invece è una componente fondamentale. Non siamo in grado di ascoltare, di capire. Farlo sarebbe già un passo avanti".