Venerdì 14 Giugno 2024

Il genio di Salvatore Ferragamo. In mostra il ’calzolaio dei sogni’

La mostra "Salvatore Ferragamo. 1898-1960" celebra il genio creativo e l'innovazione del celebre designer, pioniere nell'uso di materiali inediti e sostenibili. Un viaggio attraverso le sue creazioni iconiche e la sua visione avanguardista che ha ispirato generazioni di stilisti.

di Eva Desiderio

Il lusso delle idee. La fantasia dei materiali inediti, la sfida dei brevetti, i clienti nel mito del cinema e del potere. Questo e molto di più è stato Salvatore Ferragamo, ’Il calzolaio dei sogni’ come si intitola la sua strepitosa autobiografia che è soprattutto una lezione di vita per tutti, specie per i più giovani, l’uomo che amava la bellezza in ogni cosa che faceva, come pure la perfezione e la creatività.

A lui e al suo genio fatto di passione e volontà, la Fondazione Ferragamo, presieduta da Giovanna Gentile Ferragamo, e il Museo Ferragamo di Firenze dedicano la mostra ’Salvatore Ferragamo. 1898-1960’ che racconta l’uomo e l’artista in molti suoi aspetti, dal punto di vista del designer e del marito e padre di famiglia, dell’emigrante e dell’imprenditore di successo, del preferito dai divi di Hollywood come dai reali del mondo.

Un excursus fantastico che mostra come da povero bambino del Sud si possa diventare un creativo di fama internazionale, ancora oggi senza uguali al mondo, e di come prima di tanti altri in anni lontani e insospettabili abbia puntato sui materiali naturali, poi dagli anni Trenta su quelli autarchici, e infine su quelle materie finora inedite nella calzatura che inventò per necessità nei duri anni della seconda guerra mondiale e per la ripresa post bellica.

"La nostra è una mostra storica ma anche tematica – racconta Stefania Ricci, Direttrice del Museo Ferragamo e curatrice della mostra in corso fino al 4 novembre – e al suo interno ci sono argomenti di grande attualità come l’uso di materiali poveri che oggi diremo sostenibili e dello scatenarsi della fantasia di Salvatore per le necessità imposte dall’autarchia. Lui aveva grande propensione a sperimentare questi materiali insoliti resi unici dalla valorizzazione dell’artigianalità fiorentina, e non solo. Oggi parleremo anche di riciclo ma Ferragamo era già molto più avanti perché per le tomaie delle sue scarpe ha usato addirittura le carte delle caramelle lavorate a intreccio o all’uncinetto".

Insomma un pioniere delle scoperte e dell’innovazione, del no allo spreco, del trovare soluzioni possibili senza mai fermare la creatività delle forme e della ricera sui materiali. Su tutto la zeppa a strati di sughero rivestita in capretto o in tessuti vari in auge nelle sue linee fin dagli anni Trenta, e poi le scarpe di cellophane, i tantissimi sandali di rafia del 1938, il sandalo di rascello e capretto del 1930, i patchwork di piccoli rettangoli di tessuri per le tomaie tutti scarti di altre lavorazioni sia in stoffa che in pelle, le calzature in pelle di rospo, di dentice, di vari altri pesci, le allacciate di leopardo marino, fino al sandalo invisibile del 1947 col filo di nylon delle lenze.

E poi la corda, la canapa, la paglia, i ricami in rafia, le decolletè in merletto di Tavarnuzze fatto in casa dalle contadine del paese alle porte di Firenze, insomma una ricerca di lavori manuali di tradizione oggi divenuti d’avvanguardia per molti stilisti delle ultime generazioni, invenzioni che Ferragamo ha ideato e sperimentato prima di tutti.

"Non è mancato l’oro – spiega Stefania Ricci – col sandalo preziosissimo fatto in collaborazione con la Casa dell’Orafo di Ponte Vecchio, anche questo brevettato per la suola metallica, capolavoro di artigianalità ispirato all’oreficeria del Quattrocento col tacco a forma di serpente-drago dalle coppe del Tesoro Mediceo".