Lunedì 20 Maggio 2024

Idea del Santagostino. L’Intelligenza Artificiale contro l’apnea notturna

Dormire poco e male? A migliorare la qualità del sonno ci pensa l’Intelligenza Artificiale. Perché il sonno è il processo...

Idea del Santagostino. L’Intelligenza Artificiale contro l’apnea notturna

Idea del Santagostino. L’Intelligenza Artificiale contro l’apnea notturna

Dormire poco e male? A migliorare la qualità del sonno ci pensa l’Intelligenza Artificiale. Perché il sonno è il processo rigenerativo più importante che permette a corpo e mente di riposare e ricaricarsi. Ma per 13,4 milioni di persone in Italia non è così facile cadere tra le braccia di Morfeo: l’insonnia colpisce tra il 16 e il 27 % della popolazione italiana, mentre la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, nella forma moderata-grave, tocca fino al 30% degli adulti dai 40 ai 60 anni.

Disturbi che influenzano la sensazione soggettiva di benessere, fino a conseguenze diurne di tipo psichico, cognitivo e somatico. "La terapia cognitivo-comportamentale è di recente stata inserita nelle linee guida internazionali come trattamento d’elezione per la cura dell’insonnia con un’efficacia paragonabile e in alcuni casi superiore a quella dei farmaci ipnoinducenti".

Recenti studi hanno dimostrato come al termine di questi percorsi, i pazienti avessero aumentato la qualità del sonno in media di 6,56 punti su una scala da 0 a 21 e la sua durata di 0,62 ore. Il Santagostino ha quindi pensato a un percorso multidisciplinare, condotto da medici specialisti, che parte da una accurata anamnesi del paziente per arrivare alla diagnosi di disturbo d’insonnia grazie all’impiego dell’Intelligenza Artificiale Dormi, un dispositivo innovativo indossabile - certificato come medical device - basato su un algoritmo che monitora con più accuratezza il sonno.

Sviluppato con la startup SpleepActa e al professor Ugo Faraguna, neurofisiologo dell’Università di Pisa, ’Dormi’ è adottato anche dalla Casa di Cura San Rossore (dove Faraguna, esperto del sonno, collabora) e analizza e rielabora i dati raccolti, come i movimenti o i battiti per dare una fotografia del sonno del paziente che consente ai medici di definire il percorso terapeutico più adatto. "Più del 90% dei nostri pazienti non riscontra più una condizione ascrivibile come rilevante, e i restanti mostrano comunque un miglioramento della propria condizione", conclude Renata Del Giudice.

Michela Piccini

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