Sabato 27 Luglio 2024

Oggi 5 giugno è la Giornata mondiale dell’Ambiente

Temperature fuori stagione ed eventi climatici estremi sono campanelli d’allarme che ci ricordano quanto è importante una ricorrenza del genere

Giornata Mondiale dell’Ambiente

Giornata Mondiale dell’Ambiente

Avete mai sentito citare lo slogan “There is no planet B”? Considerato il livello di rumore che in tempi non sospetti stanno facendo molti attivisti climatici è probabile che la risposta a questa domanda sia positiva. Si tratta di un motto che abbiamo sovente sentito pronunciare in occasione delle manifestazioni dei Fridays for future, o che abbiamo letto nei cartelli di quella Generazione Z la cui massima esponente è Greta Thunberg.

Si tratta di un’idea per molti versi rivoluzionaria, che dovrebbe spingersi a serie riflessioni rispetto al futuro dell’umanità: contrariamente allo scenario dipinto nel film Disney ‘Wall-E’, o in ‘Interstellar’ di Christopher Nolan, non esiste un pianeta (o un piano) B dove potremo trovare riparo nel caso in cui la nostra Terra diventasse inospitale. E per quanto questa prospettiva possa sembrare catastrofica, potrebbe non essere poi così lontana dalla realtà, alla luce del cambiamento climatico in atto, di cui già stiamo assistendo gli effetti. Ecco perché, oggi più che mai, risulta fondamentale una giornata come quella del 5 giugno, quella in cui si celebra l’ambiente e il suo inestimabile valore nei quattro angoli del globo.  

La storia della Giornata Mondiale dell’Ambiente

Pensare che si tratti di un singolo giorno, di un semplice evento sporadico da aggiungere al proprio calendario giusto per pulirsi la coscienza, sarebbe decisamente riduttivo: la Giornata Mondiale dell’Ambiente è anche e soprattutto una vera e propria piattaforma globale funzionale per ispirare cambiamenti positivi. Sono migliaia le persone provenienti da oltre 150 paesi che partecipano a questa giornata internazionale organizzata dall’Onu, che celebra l’impegno ambientale e il potere dei governi, delle imprese e degli individui nella creazione di un mondo più sostenibile. Tutto è nato ben prima che si iniziasse a parlare seriamente di tematiche ambientali: l'evento è infatti nato da una costola del Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP), fondato nell’ormai lontano 1973. Ogni anno una nazione diversa ha l’onere e l’onore di ospitare le celebrazioni, predisponendo incontri al vertice, tavole rotonde, dibattiti ed eventi di varia natura per sensibilizzare policy makers e opinione pubblica rispetto alle best practice da abbracciare per un mondo più green.

Le celebrazioni 2024

Dall’Africa all’Asia. Se lo scorso anno l’evento si è celebrato in Costa d’Avorio (all’insegna del motto #BeatPlasticPollution) quest’anno l’ONU ha selezionato il regno dell’Arabia Saudita, tra i principali Paesi produttori di petrolio su scala mondiale. Non sarà tuttavia il tema delle risorse rinnovabili e della necessaria transizione energetica al centro del World Environment Day 2024: piuttosto, si è deciso di focalizzarsi sulla restaurazione delle terre, la desertificazione e la resilienza alla siccità seguendo lo slogan "La nostra terra. Il nostro futuro. Noi siamo #GenerazioneRestaurazione." Non si tratta di una scelta, evidentemente, casuale: siamo infatti ancora pienamente inseriti all’interno del decennio delle Nazioni Unite per il Ripristino degli Ecosistemi, iniziato nel 2021 e in essere fino all’anno 2030. Gli ecosistemi supportano tutta la vita sulla Terra e più sani sono più al sicuro saranno il nostro pianeta e i suoi abitanti. Questi dieci anni ancora in corso mirano dunque a prevenire, arrestare e invertire il degrado degli ecosistemi in ogni continente e in ogni oceano.

Le iniziative correlate a questo progetto ambientale così ambizioso puntano a contribuire a porre fine alla povertà, combattere il cambiamento climatico e prevenire un'estinzione di massa. Le Nazioni Unite, da questo punto di vista, non avrebbero potuto esprimersi in termini più chiari: per raggiungere risultati simili non basteranno gli interventi delle autorità nazionali e internazionali, ma sarà necessario - in parallelo - il contributo di tutta la società civile.  

Le linee guida

Ma in che modo, nel concreto, gli individui possono attivarsi e partecipare in maniera concreta a questa giornata? Al di là dei semplici post social con il relativo hashtag #WorldEnvironmentDay, il cui impatto sarebbe effettivamente piuttosto limitato, per rendersi protagonisti di questo evento in prima persona sono tanti i piccoli gesti quotidiani che possono essere messi in atto.

Le Nazioni Unite, in particolare rispetto al tema del 2024, propongono le seguenti soluzioni: - Usare il potere d'acquisto per supportare solo i marchi che usano materiali in modo sostenibile; - Comprare localmente per supportare i contadini locali e ridurre le emissioni di gas serra; - Includere nella propria dieta alimenti che rispettano il suolo, come lenticchie, fagioli e ceci; - Adottare diete che siano regionali, stagionali e ricche di alimenti vegetali; - Usare i calcolatori di dieta basati sul pianeta per scoprire come le scelte alimentari impattano l'ambiente; - Acquistare prodotti alimentari e bevande sostenibili e prodotti locali; - Richiedere una migliore etichettatura, compresa l'informazione sull'impronta di carbonio e la sostenibilità dei prodotti; - Diffondere la consapevolezza organizzando gare di cucina sostenibili e condividendo consigli per ridurre lo spreco alimentare domestico. Le aziende agricole, rispetto allo sfruttamento sostenibile del suolo, possono dal canto loro: - Sviluppare varietà di colture resistenti al clima e altre misure di adattamento per aiutare gli agricoltori a mitigare gli impatti della siccità e dei cambiamenti climatici; - Combinare la saggezza tradizionale dei popoli Indigeni con i progressi scientifici per sviluppare colture e metodi di coltivazione che siano sostenibili e scalabili; - Adottare tecniche agricole sostenibili utilizzando varietà di colture tradizionali per il loro valore nutrizionale, resistenza alla siccità e ai parassiti e adattamento ai cambiamenti climatici; - Ridurre lo spreco e le perdite alimentari a livello di vendita al dettaglio e di servizi di ristorazione per diminuire l'uso dell'acqua e le emissioni di carbonio; - Aumentare i fondi per la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie per la produzione di colture e bestiame; - Assicurare l'uso misurato di fertilizzanti e insetticidi per evitare il degrado del suolo; - Concentrarsi su colture che siano adatte agli ecosistemi e al clima locali.  

La playlist

Al di là delle classiche campagne istituzionali, l’ONU si è attivato anche in una maniera, per così dire, alternativa, probabilmente anche nell’ottica di attirare a sé il pubblico delle nuove generazioni, quelle che tra qualche anno prenderanno il nostro testimone nella lotta al cambiamento climatico.

Su Spotify è infatti stata caricata una speciale selezione di pezzi, tutti scelti dal personale dello UN Environment Program (UNEP) e con il contributo dei fan e dei follower dell'UNEP stesso sui social media. Tra i brani inclusi troviamo pezzi che hanno scritto una pagina fondamentale della storia della musica mondiale, come "Blowin’ in the wind" di Bob Dylan o "Three Little Birds" dell'indimenticabile Bob Marley.