Lunedì 6 Maggio 2024

Giornata della Terra 2024, a quanto ammonta il conto dei disastri e perché si celebra oggi

Il rapporto di Copernicus e Organizzazione meteorologica mondiale: cosa significa stress termico estremo per l’Europa. Guterres (Onu): l’umanità si comporta come il figlio delinquente della nostra madre Terra

Roma, 22 aprile 2024 – Giornata della Terra oggi 22 aprile 2024: il cambiamento climatico e lo stress termico, come lo definisce Copernicus, sono al centro delle preoccupazioni.  I disastri nel 2023 sono costati 13,4 miliardi di euro, attribuibili per l’80% alle inondazioni avvenute in un anno caratterizzato da precipitazioni ben superiori alla media.

Lo speciale: Giornata Mondiale della Terra 2024

Giornata della Terra oggi 22 aprile 2024: i dati sulla plastica
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L’allarme: gli oceani si riempiono di plastica

L'Onu parla di “Giornata della madre Terra” e mette in fila: oceani che si riempiono di plastica e diventano più acidi, caldo estremo, incendi e inondazioni che hanno colpito milioni di persone, crimini dell'uomo che distruggono la biodiversità, crescente commercio illegale di specie selvatiche. Tutto questo può accelerare la velocità di distruzione del pianeta. Per il segretario generale Antonio Guterres “l’umanità si comporta come il figlio delinquente della Madre Terra”.

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Il verdetto di Copernicus e il conto dei disastri

L'osservatorio europeo Copernicus e l'organizzazione metereologica mondiale dell'ONU fanno il punto sul 2023 che ha raggiunto un numero record di giorni di stress termico estremo, in cui la temperatura percepita ha superato l'equivalente di 46 gradi. Gli effetti sugli organismi sono stati accentuati dall’umidità, dall’assenza di vento o dal calore del cemento urbano. Ondate di caldo ma anche eventi estremi: 2 milioni di persone colpite da inondazioni o tempeste, una grave siccità nella penisola iberica e  nell'Europa orientale, il più grande incendio nella storia del continente. 

Perché il 22 aprile è la Giornata della terra

La Giornata della Terra è stata creata nel 1970, quando i movimenti ambientalisti erano ancora alle loro origini, dalle Nazioni Unite, che ha stabilito che si dovesse celebrare un mese e un giorno dopo l’equinozio di primavera, quindi (di solito) il 22 aprile. All’origine della iniziativa c’è la teoria ambientalista della biologa americana Rachel Carson, autrice del testo Primavera silenziosa nel 1962; fino a quel momento la sensibilità ambientalista era quasi assente negli Stati Uniti così come nel resto del mondo industrializzato.

“I conflitti mettono a rischio gli equilibri del pianeta”

Per il presidente della Croce Rossa Italiana, Rosario Valastro, “i conflitti e le crisi umanitarie in corso, uniti alle recenti emergenze, sanitarie, sociali ed ambientali, stanno mettendo a rischio gli equilibri del nostro Pianeta e rallentando l’impegno assunto dall’Agenda 2030 in termini di sostenibilità ambientale. Tutelare la Terra e le sue risorse, affrontare i cambiamenti climatici, contrastare povertà e disuguaglianze sociali, tutelare i diritti umani, sono tutti elementi che, insieme, contribuiscono in egual misura ad un concetto di sviluppo sostenibile universale di cui la Croce Rossa Italiana, ogni giorno, è testimone, attraverso Volontarie e Volontarie impegnati sul territorio”.

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