di Loredana Del Ninno
Ferrara per una settimana capitale del cinema. La città estense ospita fino a domani la nona edizione del Ferrara Film Festival, che ha visto succedersi oltre sessanta eventi in otto giorni. Il regista Abel Ferrara e l’ex modella e attrice Carol Alt hanno ricevuto il Dragone d’oro per l’eccellenza artistica, mentre il docufilm Salvatrice - Sandra Milo si racconta di Giorgia Wurth, proiettato per l’occasione, ha omaggiato la diva scomparsa lo scorso gennaio. Ferrara Film Festival è nato nel 2016 come ponte culturale tra gli Stati Uniti e Italia, diventando il primo festival di cinema italiano organizzato da Los Angeles, dove era ubicata la sede artistica.
Successivamente la kermesse si è radicata nella città emiliana, diventando una manifestazione di impronta internazionale, con una grande attenzione alla cinematografia di tutto il mondo. Madrina dell’edizione 2024, Valeria Marini. "Sono molto legata a queste zone – ha dichiarato sul red carpet – perché nel ’96 proprio a Comacchio ho recitato in Bambola di Bigas Luna". Il legame tra Ferrara e il grande schermo è in effetti di lungo corso. Il territorio – con oltre 280 titoli tra lungometraffi, cortometraggi, film, serie tv e documentari – rappresenta uno dei più prolifici set nazionali all’aperto.
Perché quindi non concedersi una visita alla città, facendosi guidare dai luoghi scelti da numerosi registi per ambientare le loro storie? Tra questi Il giardino dei Finzi Contini di De Sica, tratto dal romanzo di Giorgio Bassani, girato tra Corso Ercole I d’Este, il castello estense, palazzo dei Diamanti, la cattedrale di San Giorgio, la sinagoga e la biblioteca ariostea. Piazza Ariostea rientra invece nello scenario del film Amore amaro di Florestano Vancini. Michelangelo Antonioni, nato a Ferrara, scelse proprio le nebbie della sua città natale, per fare da sfondo all’incontro tra un ragazzo e una ragazza in uno dei quattro episodi del film Al di là delle nuvole. E proprio ad Antonioni Ferrara ha dedicato uno Spazio - museo, inaugurato lo scorso giugno, dove propone al grande pubblico un viaggio nell’universo intellettuale e creativo di uno dei padri della cinematografia moderna.
Il progetto, a cura di Dominique Païni – già direttore della Cinémathèque Française – è stato sviluppato, su input di Vittorio Sgarbi, in sinergia con la vedova del regista, Enrica Fico, dal Servizio musei d’arte del Comune di Ferrara e dalla Fondazione Ferrara Arte.
I due piani completamente ridisegnati dell’ex Padiglione d’Arte Contemporanea di Palazzo Massari ospitano una selezione dello straordinario fondo di oggetti e documenti che il regista stesso e sua moglie hanno affidato al Comune di Ferrara. Costituito da oltre 47mila pezzi, l’Archivio Antonioni è stato oggetto di un ambizioso progetto di valorizzazione realizzato grazie alla Regione Emilia-Romagna.
Infine, si segnala (12 ottobre - 16 febbraio 2025) agli appassionati d’arte l’imminente apertura a Palazzo dei Diamanti della mostra Il Cinquecento a Ferrara, seconda tappa di una più ampia e ambiziosa indagine del tessuto culturale e artistico intitolata Rinascimento a Ferrara 1471-1598: da Borso ad Alfonso II d’Este, vale a dire la stagione compresa tra l’elevazione della città a ducato e il suo passaggio dalla dinastia estense al diretto controllo dello Stato Pontificio.