Domenica 1 Settembre 2024

Esordio d’autrice:. Vicario stupisce alla Berlinale

Il film italiano "Gloria!" di Margherita Vicario, presentato al Concorso della Berlinale, racconta la ribellione di giovani orfane in un istituto musicale nel 1800. Un'opera prima ricca di fantasia e realismo magico che celebra la forza rigeneratrice della musica e del femminile.

Spesso molto generoso – talvolta persino eccessivamente – con il cinema italiano più giovane, il Concorso della Berlinale ha offerto la sua ribalta a un’opera prima singolare, felicemente ricca d’ingegno e fantasia. Sarà perché Margherita Vicario nasce cantante e compositrice ma il suo debutto, Gloria!, brilla di una luce inusitata, lontana dal cinema autobiografico o, peggio, ombelicale dominante tra i colleghi neofiti che generano opere con un solo stampo. Nell’Anno Domini 1800 l’arrivo di uno dei primi pianoforti mette a soqquadro l’ordine di un istituto religioso della campagna veneta, educandato musicale per giovani orfane, pronte a sentire nelle note molto più della prevista devozione. Con un colpo d’ala, all’insegna del realismo magico, e della forza contagiosa dell’arte dei suoni, la regista trasforma un gruppo di adolescenti assetate di vita in sovvertitrici delle regole: della polifonia del tempo e del ritmo delle loro esistenze.

Film corale, Gloria! celebra la forza rigeneratrice della musica e l’energia del femminile come tante volte s’invoca ma raramente accade. Tutto funziona come per incanto. Spartito d’autore, allegro e scherzoso, il debutto di Margherita Vicario lascia un segno che può stregare una giuria assennata.

Andrea Martini