Un altro Poe di mistero: il rapimento di Edgar

Secondo un nuovo studio la morte dello scrittore fu dovuta a un’imboscata. drogato, ‘travestito’ e utilizzato in una frode elettorale

Edgar Allan Poe

Edgar Allan Poe

Misterioso, cupo, inquietante, volutamente disturbante. Si sprecano gli aggettivi quando si parla di Edgar Allan Poe, uno degli scrittori e poeti più amati, considerato fra gli inventori dell’horror e autore di opere celeberrime come Il pozzo e il pendolo e Il corvo. E periodicamente, nonostante siano passati 170 anni dalla sua morte, nuovi scenari si affacciano su quella che fu la sua fine. Una specie di cold case, che ancora eccita e fa fibrillare storici, letterati e lettori in tutto il mondo. Le cause della morte di Poe sono avvolte nel mistero. Il giornalista statunitense Mark Dawidziak, che ha investigato sul caso raccogliendo testimonianze e dettagli finora ignorati, ha formulato un’ipotesi nel libro A Mystery of Mysteries: The Death and Life of Edgar Allan Poe (“Il mistero dei misteri: la morte e la vita di Edgar Allan Poe”).

Abbandonato piccolissimo ad una ricca famiglia dai genitori biologici, che erano una coppia di attori, Poe presto si arruolò nell’esercito. Nel corso della sua vita avventurosa non fu in realtà molto conosciuto e si manteneva facendo il giornalista. Stava viaggiando da New York verso Philadelphia per lavoro. Fu ritrovato una settimana dopo di fronte a un seggio elettorale di Baltimora incapace di muoversi e con addosso vestiti che non erano i suoi. Fu portato in ospedale ma non si riprese e non riuscì mai a spiegare come fosse finito a Baltimora né cosa gli fosse successo. Morì quattro giorni dopo, il 7 ottobre 1849, in preda alle allucinazioni. Aveva 40 anni. Moltissime le ipotesi su cosa gli sia successo: avvelenamento, omicidio, sifilide, alcolismo. Secondo Dawidziak la risposta più credibile è che soffrisse di tubercolosi, ma che fosse stato incapace di cercare un medico perché coinvolto in una frode elettorale.

Baltimora all’epoca era la seconda città degli Stati Uniti dopo New York, ed era pericolosa. Non era raro che, nei giorni delle elezioni, la gente venisse colpita in testa, rapita, drogata e poi travestita per essere mandata ai seggi a votare impersonando persone diverse. Non esisteva un sistema di registrazione degli elettori, e bastava essere riconosciuti da una persona del posto per poter votare. Secondo la ricostruzione, Poe salì su un piroscafo diretto a Baltimora il 27 settembre 1849, e sbarcò in città il giorno dopo per prendere un treno per Philadelphia, dove lo aspettava un lavoro come editor di poesie. Non vi arrivò mai: scomparve per giorni, finché il 3 ottobre non fu ritrovato all’esterno di un seggio da Joseph W. Walker, un impiegato del Baltimore Sun. Poe chiese a Walker di inviare una lettera al suo amico e medico Joseph Evans Snodgrass. Walker gli scrisse: “Gentile signore, c’è qui un gentiluomo messo molto male il cui nome è Edgar A. Poe. Dice di conoscervi, ha bisogno di aiuto immediato”.

Uno dei principali indizi per l’ipotesi del rapimento a fini di frode elettorale (le presidenziali del 1848 furono vinte da Zachary Taylor) è il fatto che Poe indossava abiti logori che non gli appartenevano. Le sue condizioni di salute erano già precarie e Baltimora era fredda e umida. All’epoca, la tubercolosi era endemica nelle grandi città: ne erano morti i genitori di Poe e sua moglie. Dawidziak sostiene che Poe fosse malato da tempo e che gli ultimi sintomi prima della sua morte – febbre e allucinazioni – siano quelli di una meningite da tubercolosi. L’avvelenamento è stato smentito da un test forense su una ciocca dei suoi capelli. Non aveva particolari nemici, ed è improbabile che volesse suicidarsi, dato che stava per cominciare a scrivere per una rivista letteraria e sperava di sposarsi presto. Per confermare che avesse la meningite sarebbe però necessario riesumare il suo corpo ed esaminarne il cranio. Ma Dawidziak ha detto di non avere la minima intenzione di farlo.

Certo è che questo nuovo scenario arricchisce la storia di un personaggio che, dopo Shakespeare, vanta il maggior numero di adattamenti cinematografici: solo in questi mesi Netflix ha prodotto il film (tra i più visti della piattaforma) The Pale Blue Eyes, con Edgar interpretato dall’ex Dudley Dursley di Harry Potter Harry Melling, e presto uscirà La caduta della casa degli Usher secondo il nuovo re del cinehorror Mike Flanagan. Poliedrico, affascinante, misteriosissimo. La verità è che Poe non morirà mai.

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