di Eva Desiderio
PARIGI
È iniziata subito alla grandissima la nove giorni per il pret-à-porter femminile dell’estate 2025 a Parigi sotto un tempo impietoso che ha reso tutto molto complicato soprattutto per gli spostamenti in auto. Il fashion ha i suoi riti, ma la crisi del settore che cova sotto la cenere (e ormai neanche più tanto nascosta) non dovrebbe più permettere poca professionalità, confusione di ruoli, sostenibilità spesso solo di facciata. Sono spariti tanti clienti in primis cinesi, coreani, giapponesi, mentre resistono quelli dagli Usa e gli Emirati, con l’Europa che ansima per le scarse vendite e sta a guardare.
Non si scoraggiano però le maison del lusso che portano avanti la loro battaglia per la bellezza delle donne, per la loro affermazione anche attraverso l’abito-habitat. Due giganti fin dal primo giorno, ’forte’ del Calendario della Paris Fashion Week organizzata dalla ’Fedération de la Haute Couture et de la Mode’: Dior e Saint Laurent, rispettivamente colossi del Gruppo LVMH il primo e del Gruppo Kering il secondo, rivali per l’alto tasso di seduzione e qualità delle collezioni con la direzione creativa di Maria Grazia Chiuri, prima donna a guidare la maison di Bernard Arnault, e Anthony Vaccarello che – con la presidente e Ceo Francesca Bellettini – forma la coppia d’oro della moda internazionale.
"La collezione parte con le amazzoni di oggi e con il lavoro in passerella di una giovane artista napoletana SAGG, Sofia Anna Ginevra Gianni, che è anche un’atleta di tiro con l’arco – spiega Maria Grazia Chiuri – che si presenta con arco e faretra. La sua presenza significa che oggi le donne vogliono essere se stesse, e anche l’abbigliamento Dior lo dimostra nel rapporto col corpo e ciò che lo riveste".
Le figure leggendarie delle amazzoni dei tempi antichi dovevano mutilarsi un seno per dimostrare la loro forza, oggi dice la moda di Dior tutta in nero, bianco e beige con l’eccezione di un byker grintoso di pelle rossa, l’idea di femminilità è finalmente autonoma e coraggiosa. Un messaggio di moderno femminismo. Collezione grafica, con scacchi bianchi e neri, righe orizzontali e verticali, spesso col logo Miss Dior allungato e ingigantito, molto jersey in passerella negli abiti da sera senza decori ma scollature oblique e scolpite. Un omaggio alla forza delle donne, alla moda e allo sport.
Antony Vaccarello per Saint Laurent sfila nel cortile dell’antica abbazia in rue de Bellechasse quartier generale della maison, sotto la pioggia con le modelle che sfidano le pozzanghere. Bagnate ma felici di essere al defilè anche Catherine Deneuve, la musa della griffe, e Carla Bruni. Sfila Gigi Hadid, severa col tailleur pantalone da uomo, spalle grandi e linee a sacco, gli occhiali da miope, i tacchi 12, la camicia e la cravatta, quasi un clone di Yves, il Maestro da giovane, elegantissimo e allampanato nella sua gracilità di uomo. "La donna Saint Laurent? Sono io!" diceva con ironia il fondatore e così sembra dire ancora oggi il suo successore.
Un’immagine possente per una ’maschia’ di oggi che non ha paura di nulla, per uno stile androgino che attraversa i decenni fino a noi, tra neutri, marroni e neri, svigliato da biker in pelle grintosi e chic. Anche Vaccarello inneggia alla forza delle donne, al loro potere conquistato a caro prezzo, sempre da difendere. Per la sera rilegge la mitica collezione Russa per giacche di broccato nei colori delle pietre preziose e minogonne di organza con pieghe orizzontali come millefoglie e, sotto, venti centimetri di pizzo da sottoveste.
Da Acne Studios il direttore creativo, lo svedese visionario Jonny Johansson, mette in scena i suoi abiti femminilissimi, tra le opere ’casalinghe’ di poltrone e divani graffittati dell’artista americano Jonathan Lyndon Chase. Per lui una moda intima fatta di elaborati abiti turchesi e rosa fatti a mano coi ferri da calza, oltre a jeans magnifici, abiti che si arrampicano sul corpo delle modelle, silhouette gonfie o slim e sempre ibride, tra marrone cioccolato, grigio carbone e cammello, rosa cipria, giallo vaniglia, azzurro cielo. Applausi convinti.
Siede in prima fila bello e affascinante come sempre Dries Van Noten, che ha lasciato la guida del marchio pochi mesi fa, e applaude il romantico lavoro del suo staff che trova unanime consenso tra gli invitati allo show. Tessuti ricchi, preziosi e incantati, gonne dritte con baschine gonfie, giacche ampie, zeppe di plexiglass, sete arancioni. Seconda collezione da Rochas per Alessandro Vigilante, 41 anni, nominato direttore creativo a dicembre 2023. Bravo, impegnato nel ridisegnare modernamente Rochas che festeggerà il centenario nel 2025, Vigilante propone collezione ispirata alla Costa Azzurra e alle estati passate dal fondatore Marcel Rochas con la moglie-musa Helene, immaginandola oggi in gonna di taffas a forma di conchiglia turchese e camicetta candida.
Infine Nicolas De Felice per Courrèges (Gruppo Kering) continua a pensare alle giovani donne che vestono sexy, tra spacchi, scollature asimmetriche e schiene più che nude. Molto bianco e nero, molto tessuto stretch per aderire al corpo, un ’guscio’ come quello di una tartaruga per un soprabito con tanto di cappuccio avvolgente, il seno coperto a malapena da una fascia di tessuto.