
Conti cambia l’Ama-Festival e invoca Vasco
Per il Festival di Sanremo il dopo-Amadeus è iniziato ieri all’ora di brioche e cappuccino, con Carlo Conti seduto nello studio di Tg1 Mattina Estate tartassato da una curiosa Giorgia Cardinaletti riuscita, però, a scucirgli solo il minimo sindacale. Abbastanza, tuttavia, per poter già parlare di rifondazione contiana, a cominciare dalla notizia più attesa di tutte: una riduzione del numero dei cantanti in gara, che consente di sperare in serate dalla durata più fisiologica di quelle dell’era Sebastiani. Fiducia corroborata, fra l’altro, dal ritorno del Dopofestival (per il quale già gira da qualche tempo il nome di Alessandro Cattelan, ma c’è chi ventila pure quelli di Stefano De Martino e Piero Chiambretti) e quindi dall’impossibilità fisica di spingere la gara fino ad ore antelucane. Tutto, assicura però il conduttore fiorentino, facendo tesoro dell’esperienza accumulata dai suoi predecessori – le due edizioni condotte da Baglioni e le cinque di Ama – senza bisogno di smantellare alcunché, ma solo limitarsi ad apportare “piccolissime modifiche” al regolamento.
La prima, che poi tanto piccola non è, consiste nel ritorno alla separazione delle carriere fra esordienti e big col ritorno della gara fra le Nuove Proposte. Due corse distinte, con due classifiche distinte e due vincitori distinti. Uno proclamato la sera della finalissima e l’altro in quella delle cover. Già, le cover, saranno rifacimenti (con ospiti) delle canzoni in gara come voluto da Baglioni o di hit nazionali e internazionali formato talent show come preteso da Ama? La risposta a un’altra puntata di Tg1 Mattina Estate.
Già confermato, invece, che pure nella 75° edizione del Festival non ci saranno eliminazioni perché, a detta di Conti, "sarebbe anacronistico". D’altronde se vuoi in gara gente come Mannoia, Morandi o Elisa non puoi fargli rischiare pure il ritorno a casa anticipato. "L’organizzazione del lavoro per Sanremo ha i suoi step: prima viene il regolamento, poi l’attenzione alle Nuove Proposte, poi i Big, poi si decide chi sarà con me" ricorda il lider maximo dell’Ariston. "La parte spettacolo è l’ultima cosa – aggiunge – quello che conta è la scelta delle canzoni". Già, le canzoni. Visto che nei discorsi della gente la nuova edizione del Festival di Sanremo comincia il lunedì successivo la fine della precedente, c’è già chi, guardando agli stadi da riempire nell’estate 2025, ventila nomi altisonanti come quelli di Elodie o Pinguini Tattici Nucleari.
Ma Conti assicura che l’ascolto dei brani è appena iniziato. "Qualcosina inizia ad arrivare – dice – Solo dieci anni fa, quando ho condotto il mio primo festival, i brani te li mandavano ancora su cd, mentre ora via mail o whatsapp". Tutto entrerà nel vivo "tra fine agosto e settembre" e sarà quello, con tutta probabilità, il momento della discesa in campo dei grandi calibri. Se ce ne saranno.
Nelle modalità di scelta, però, indietro non si torna, privilegiando la contemporaneità sulla tradizione. "Mi sono accorto al mio ultimo festival che qualcosa stava cambiando dopo il podio formato da Francesco Gabbani, Fiorella Mannoia ed Ermal Meta, due artisti che l’anno prima erano nelle Nuove Proposte e una grande icona della musica – ammette Conti – Quando nelle settimane successive la notizia più importante divenne il record di visualizzazioni di Occidentali’s Karma, la canzone vincitrice".
Insomma, strada segnata. "Ho parlato pure con Amadeus: la musica è stata il fil rouge della nostra vita, il resto è metter su un programma televisivo, importantissimo, certo, perché Sanremo è come la Nazionale, si diventa tutti commissari tecnici e direttori artistici".
C’è da dire che, come direttore artistico, Carlo nel salotto di Tg1 Mattina Estate è partito subito con un sospiro attribuendo in una concione sulle edizioni passate Fanfare for the common man ad Emerson Lake & Palmer, interpreti invece solo di una fortunata versione di quel classico nell’album Works I del 1977. Ovunque si trovi, Aaron Copland l’avrà perdonato. E l’avrà perdonato pure il popolo del Komandante per aver gettato da subito l’asso del Vate sul tavolo verde del casinò. "Sarebbe fantastico iniziare con Albachiara cantata da Vasco Rossi" ha ammesso Conti lasciandosi andare al primo ‘desiderata’ di un’edizione ancora tutta da costruire. "Vasco, pensaci: non lo voglio io, lo vuole l’Italia".