Domenica 1 Settembre 2024

Anatomia del maschilismo. Il cinema ora è femmina

Dopo Cannes, il film di Justine Triet fa il pieno di premi a Berlino agli Efa

Anatomia del maschilismo. Il cinema ora è femmina

Anatomia del maschilismo. Il cinema ora è femmina

"It’s quite feminist", è piuttosto femminista, disse Justine Triet a proposito del suo film Anatomia di una caduta, al festival di Cannes. "Volevo raccontare una donna che impone la sua libertà. Se mi guardo intorno, vedo donne che si impongono nel lavoro, che impongono le loro scelte di vita. Ma ho pensato, anche, che spesso veniamo trattate come mostri, per gli stessi comportamenti che agli uomini vengono perdonati. Seguire la propria carriera, o essere poco ‘materne’..."

Sabato sono stati consegnati, a Berlino, gli Oscar europei, gli EFA. Il film di Justine Triet, Anatomia di una caduta, si è portato a casa tutto: miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura, miglior attrice – Sandra Hüller, l’attrice tedesca vista in Vi presento Toni Erdmann che sabato sera, sul palco, ha chiesto un minuto di silenzio per le vittime delle guerre in corso nel mondo. Niente premi per l’Italia, che concorreva per il miglior film con Io capitano di Matteo Garrone.

Con Anatomia di una caduta, Justine Triet aveva già vinto lo scorso maggio la Palma d’oro a Cannes, terza donna nella storia dopo Jane Campion per Lezioni di piano nel 1993 e Julia Ducournau per Titane nel 2021. Ed è la dimostrazione che, nel cinema, nel modo di raccontare i rapporti fra uomo e donna, molte cose sono cambiate.

Il film è un thriller, racconta una morte sospetta in uno chalet sulle Alpi francesi, vicino Grenoble. Un romanziere cade dal terzo piano dello chalet: indiziata è l’unica persona presente al momento della caduta, sua moglie, scrittrice e traduttrice di fama internazionale. Ad ogni minuto di film penetriamo meglio lo squilibrio, la frattura nei rapporti fra i due: lei è quella più forte, quella che ha più successo, lei firma libri e interviste, lei intrattiene rapporti con uomini e donne. "Volevo mostrare come una donna possa essere messa sotto accusa a causa della sua intelligenza, della sua ambizione e della sua forza mentale", dice Triet. L’affermazione femminile come elemento di frattura, come rovesciamento dei rapporti fra i sessi. L’intelligenza e l’ambizione femminile visti come crimine, come colpa. Questo è il vero tema sotteso al film. Il vero delitto, dice Triet, è che la donna abbia più successo del suo uomo.

Justine Triet, da regista di genio, ce lo fa percepire fin dai primi minuti. Lei viene intervistata da una studentessa. Ma lo chalet è invaso dalla violenta cacofonia di una musica ad alto volume – è P.I.M.P. di 50 Cent: l’ha messa, dal piano di sopra, il marito Samuel. Un gesto di ostilità, che crea già tensione. Il film ha avuto un clamoroso successo di pubblico in Francia, con un milione di biglietti staccati.

Giovanni Bogani