Lunedì 9 Dicembre 2024
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2 novembre, perché oggi è il giorno dei morti

Molti dolci tipici regionali legati a questa celebrazione evocano, nella forma e nei nomi, ossa e dita dei defunti

2 novembre - Pexels

2 novembre - Pexels

Roma, 2 novembre 2024 – Anni fa, in Italia, il 2 novembre era un giorno festivo. Anche se oggi non è più così, questa data resta importante per la Chiesa cattolica, che ricorda tutti i defunti aprendo i cimiteri per visite prolungate, organizzando funzioni ed eventi commemorativi. È consuetudine del periodo portare fiori sulle tombe (in particolare i crisantemi, che fioriscono in autunno). 

Origini della tradizione

La commemorazione dei nostri cari trapassati ha radici medievali, con celebrazioni che inizialmente si svolgevano la domenica che cadeva due settimane prima dell’inizio della Quaresima. Fu Sant’Odilone, abate benedettino di Cluny, a introdurre, nel 998, la tradizione di suonare le campane e celebrare l'eucarestia per tutti i defunti il 2 novembre. Il rito, poi, si diffuse nel resto della Chiesa cattolica durante il XIV secolo. 

Il significato del 2 novembre

Il ricordo religioso di tutti i fedeli defunti non solo onora coloro che sono già nella gloria divina, ma è anche un atto di intercessione per coloro che sono nel Purgatorio, affinché possano essere purificati e raggiungere la beatitudine eterna. È un’occasione per riflettere sulla vita, sulla speranza nella resurrezione e sulla comunione tra i vivi e i defunti, unendo così la comunità dei credenti in un legame profondo di fede e amore.

In Italia 

In alcune zone della Lombardia, è tradizione mettere un vaso di acqua fresca in cucina per dissetare i defunti. In Friuli, si lascia acceso un lume insieme a un secchio d’acqua e un po’ di pane. In Trentino, le campane suonano per richiamare le anime, mentre in casa si prepara una tavola imbandita e si accende il focolare per onorare i defunti. Questa usanza è simile anche in Piemonte e Val d'Aosta. In Liguria si preparano piatti come i bacilli (fave secche) e i balletti (castagne bollite). 

Dolci e riti tipici

In Umbria, si preparano dolci chiamati stinchetti dei morti, a forma di fave. In Abruzzo, oltre a una tavola imbandita, si accendono tanti lumini alla finestra quante sono le anime care. Un tempo, si usava anche scavare le zucche per creare lanterne, simili a quelle di Halloween. A Roma esisteva l’usanza di consumare un pasto vicino alla tomba di un defunto, come momento di condivisione. In Sicilia, il 2 novembre è una festa ricca di rituali per i bambini: se si sono comportati bene, riceveranno doni lasciati dai morti sotto il letto, come giochi e dolci tipici, tra cui i ‘pupi di zuccaro’, i pupi di zucchero. Si preparano anche gli scardellini, dolci di zucchero e mandorle (o nocciole) a forma di ossa dei morti, insieme alla frutta martorana, con la pasta di mandorle colorata. 

Nel mondo

In molte culture dell’America Centrale, le tombe vengono adornate con oggetti, giocattoli e alcolici. In Guatemala, si costruiscono grandi aquiloni da far volare al cimitero come segno di buon auspicio. In Messico, gli altari dei morti vengono allestiti anche in casa, poiché si crede che i defunti tornino a visitare i propri cari. La celebrazione del Día de los Muertos, patrimonio immateriale dell’umanità, ha un aspetto gioioso, evocato dai colori vivaci e dall’iconica figura della Catrina, che rappresenta la morte con eleganza. Anche nelle civiltà precolombiane, del resto, il passaggio all’aldilà era visto come parte di un ciclo di rinascita, con festeggiamenti già a fine agosto. Questo rito messicano – di cui il lungometraggio animato della Disney, ‘Coco’, ha raccontato la magia – è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità il 7 novembre 2003. Durante queste celebrazioni, oltre ai fiori, sulle tombe dei propri cari si portano foto, liquori e sigarette, e alcuni scelgono di trascorrere la notte nei cimiteri. Tra i dolci tipici ci sono le calaveras, piccoli teschi di zucchero colorato, personalizzabili con il nome del festeggiato.