Strada Franca del Monferrato: 10 borghi in 10 tappe tra storia e paesaggi vinicoli

A piedi lungo l’antica via commerciale libera da gabelle, oggi splendido sentiero escursionistico di 55 chilometri inserito nei ‘Luoghi del Cuore’ del Fai

di MARINA SANTIN -
30 aprile 2024
A piedi, sulla Strada Franca del Monferrato

A piedi, sulla Strada Franca del Monferrato

Nel XV secolo, tra il Basso e l’Alto Monferrato, esisteva un’importante via commerciale che permetteva lo scambio di merci tra la Liguria (pesce, olio, sale) e il Monferrato (riso, grano e formaggi). Una zona che, dati gli ottimi rapporti tra Mantova e Milano, era stata definita ‘franca’, ovvero libera da gabelle per le merci che vi transitavano.

Oggi quella antica via commerciale è stata trasformata in un magnifico sentiero escursionistico che prende il nome di Strada Franca del Monferrato, grazie a dieci comuni che in passato facevano parte di questa importante via e che si sono uniti per promuovere la riscoperta di questo affascinante percorso: Cassine, Gamalero, Carentino, Oviglio, Masio, Quattordio, Felizzano, Fubine Monferrato, Altavilla Monferrato e Bergamasco.

Meta del turismo “slow”

Inserito tra i ‘Luoghi del Cuore’ del Fai e lungo 55 km, oggi lo si può percorrere interamente a piedi, in bicicletta, in e-bike, a cavallo o in moto, regalandosi un’occasione perfetta per dedicarsi a un turismo lento e contemplativo e per concedersi un viaggio speciale all’insegna della cultura, della natura e dell’enogastronomia.

Da marzo 2023, inoltre, la Strada Franca del Monferrato è completamente percorribile in entrambe le direzioni e di recente è stato anche aggiunto un ulteriore tratto di collegamento da Acqui Terme a Cassine, una quarta e una quinta tappa che da Altavilla Monferrato portano a Camino, più una tappa finale di collegamento da Morano sul Po a Casale Monferrato, lungo gli argini del fiume più lungo e importante d’Italia.

Il castello Marchionale di Bergamasco
Il castello Marchionale di Bergamasco

Bergamasco

Tante le soste che si possono fare lungo il cammino, ma vale davvero la pena fermarsi a Bergamasco, la Porta dell’Alto Monferrato, tra le Valli Tanaro e Belbo. É un borgo con meno di mille abitanti incastonato nel verde della zona più autentica del Monferrato, quella a sud, che ha fatto da sfondo al romanzo “La Luna e i falò” di Cesare Pavese e che, nel tempo, ha saputo conservare la genuinità e la riservatezza di un tempo.

A pochissimi chilometri da Mombaruzzo, noto per gli amaretti e molte altre dolci specialità, e a ridosso del più noto territorio dell’astigiano, Bergamasco vanta un patrimonio storico importante: il sarcofago romano del II secolo custodito presso il Palazzo Comunale, la chiesetta romanica di San Pietro (XV secolo) e il Castello Marchionale, fatto costruire dal Marchese Francesco Moscheni (feudatario dei Gonzaga Nevers) nel 1662, che ora appartiene alla vedova dello scenografo e costumista Carlo Leva, originario di Bergamasco e scomparso nel 2020.

Oggi è una casa-museo visitabile su richiesta, che accoglie molti cimeli dei film del noto scenografo, frutto della sua collaborazione con registi del calibro di Sergio Leone (con cui ha lavorato ne “Il buono, il brutto, il cattivo” e in “C’era una volta il West”), Claude Chabrol, Alberto Bevilacqua e Dario Argento.

Bergamasco, l'interno del castello con i lavori di Carlo Leva
Bergamasco, l'interno del castello con i lavori di Carlo Leva

Oviglio

Molto suggestivo anche Oviglio, un borgo in provincia di Alessandria, a pochi chilometri dalla sorgente del torrente Belbo e vicino al fiume Tanaro. Situato su un altipiano, è particolarmente importante dal punto di vista storico perché è uno dei centri che parteciparono e contribuirono alla fondazione di Alessandria. Le sue origini sono molto antiche, probabilmente è sorto su un’area abitata dalla popolazione dei liguri prima della conquista romana e in recenti scavi archeologici sono stati trovati reperti databili all’età del bronzo.

D’obbligo fermarsi al Castello Medioevale, la cui presenza è già documentata nel 1300, una residenza d’epoca un tempo proprietà della regina Cristina di Savoia. Da visitare anche la Chiesa Parrocchiale dei Santi Felice e Agata, la cui struttura architettonica è particolarmente interessante.

Cassine

Origini preromane (sono state trovate tracce di insediamenti delle popolazioni liguri risalenti all’età del ferro), anche per Cassine, che per la sua posizione strategica fu conteso per secoli tra Alessandria e i Marchesi di Monferrato. Da vedere, la Chiesa di San Francesco, costruita tra la fine del XIII secolo e l’inizio del XIV dai Francescani Conventuali Minori, esempio di architettura con influenze cistercensi come dimostrano la sobria facciata a capanna in muratura a vista decorata con archetti pensili e il portone strombato, e Palazzo Zoppi, che conserva fra le sue mura affreschi quattrocenteschi tra i quali “Il Gioco della Palma”. La storia di Cassine si intreccia anche con la musica, oltre a essere il paese natale di uno dei più grandi cantautori italiani, Luigi Tenco, vanta una banda attiva già da metà ‘800.

A piedi, sulla Strada Franca del Monferrato
A piedi, sulla Strada Franca del Monferrato

Gamalero

Tra Alessandria e Acqui Terme, sviluppato su due colline ravvicinate, cui deve probabilmente il nome, che rimanda al concetto di “gobba”, troviamo Gamalero, un paese con poco più di ottocento abitanti, la cui esistenza fu sancita da un diploma di Ottone I di Sassonia datato 967. La frazione San Rocco, ospita una chiesa dedicata al Santo, protettore contro le pestilenze, costruita nel 1789. Una seconda chiesetta, sempre dedicata a San Rocco, si trova, invece, nell’area dei cascinali Spassona.

Carentino

Spostandoci nella valle del fiume Belbo, in provincia di Alessandria, incontriamo Carentino, un piccolo paese con poco più di trecento abitanti dalle origini molto antiche. La sua storia risale addirittura all’età neolitica e nel corso dei secoli è stata segnata da alleanze, conflitti e trasformazioni politiche.

Masio

Passato importante e travagliato, come raccontano le numerose testimonianze presenti su territorio, anche per Masio, nel Monferrato, adagiato sulla sponda destra del fiume Tanaro. In età medievale, grazie alla sua posizione strategica al confine tra Alto e Basso Monferrato, fu un importante centro agricolo e commerciale; fino al Rinascimento fu protagonista di numerose trattative che ne regolavano il controllo da parte delle famiglie più potenti del Piemonte e del Monferrato; e durante la Seconda Guerra Mondiale, con la Resistenza locale, fu parte dei quarantaquattro Comuni liberi della Repubblica dell’Alto Monferrato, con capoluogo Nizza Monferrato.

D’obbligo visitare il Museo La Torre e il Fiume, che comprende la torre di origine medievale e parte delle mura che circondavano il paese. Nella torre sono esposte in ordine cronologico nei vari piani, tavole che illustrano le tecniche murarie di epoca medievale, l’evoluzione architettonica, i vari sistemi di difesa e di assedio del tempo e le attività commerciali e fluviali più recenti. Dalla sua cima poi, si può godere di un panorama meraviglioso della piana del Tanaro e del Monferrato. Merita una sosta anche la Chiesa di Santa Maria e San Dalmazzo, di epoca romanico-gotica, e il Castello di Redabue che, immerso nel verde di un parco lussureggiante, risale al XIII secolo.

Quattordio

Poco distante dal corso del Tanaro, troviamo, invece, Quattordio, il cui nome deriva quasi certamente dal trovarsi “ad quattuordecim”, ovvero al quattordicesimo miglio sulla strada romana che aveva origine a Villa del Foro, l'antica Forum Fulvii, presso Alessandria. Nel cuore del paese si possono ancora ammirare numerose residenze signorili come Palazzo Olivazzi, del XVII secolo, situato sulla piazza omonima; Casa Sanfront, da pochi anni sede del comune (caratterizzata da un imponente scalone in pietra e da saloni affrescati); e Palazzo Tapparone-Canefri, con portali barocchi, cornicioni e lesene in cotto. Merita una visita anche la Chiesa Parrocchiale di San Pietro, costruita intorno al 1781, in classico stile barocco piemontese e con sei cappelle laterali ornate da fregi e stucchi dorati.

Felizzano

É circondato dalle colline del Monferrato, invece, Felizzano, un borgo a pochi chilometri di Alessandria. Nel suo centro svetta la Torre dei Cova, una massiccia costruzione voluta dall’omonima famiglia in epoca duecentesca con splendide monofore ed eleganti soffitti a cassettoni. La torre si affaccia su Piazza Paolo Ercole che ospita il monumento in bronzo dedicato all’omonimo politico italiano, eretto da Luigi Belli. Particolarmente interessanti tre Chiese: la Chiesa di San Pietro, con la facciata in stile neogotico con decorazioni in terracotta smaltata, nel cui coro sono conservate dieci mattonelle di terracotta di fattura orientale, ricondotte ad un laboratorio siriano attivo tra il XIV e l’inizio del XV secolo; la Chiesa di San Rocco, originariamente parte di un lazzaretto, che ospita un ciclo di affreschi che riproduce il Cristo Pantocratore, gli Evangelisti e la Madonna in trono con il Bambino tra i Santi; e la Chiesa Parrocchiale di San Michele e San Pietro, che conserva dell’antica struttura tardo-romanica i muri laterali e la torre campanaria, alta circa 27 metri e con una cella quadra in cotto con bifore ogivali. A Felizzano si trova anche l’Astrobioparco, un’ampia area verde che accoglie un parco con animali, laghetti, uno spazio giochi, un percorso avventura, un laboratorio scientifico, una terrazza con telescopi e un osservatorio astronomico.

Uno angolo suggestivo di Bergamasco
Uno angolo suggestivo di Bergamasco

Fubine Monferrato

Incastonato sulle ultime colline Monferrine che si affacciano sulla pianura del Tanaro, anche Fubine Monferrato, un borgo in provincia di Alessandria di origine tardo-romana con una lunga storia di continue lotte per il suo possesso, rivolte e carestie. Fubine è uno dei quattordici borghi del circuito Infernot dichiarati patrimonio dell’UNESCO. Vanta infatti, la maggiore concentrazione di infernot di tutto il Monferrato. Di queste piccole camere - scavate nella Pietra da Cantoni, senza luce e aerazione - utilizzate per custodire il vino imbottigliato, se ne contano, ufficialmente censite, una cinquantina, di cui due, gli Infernot degli Angeli, visitabili tutto l’anno. Altri due luoghi da vedere, sono sicuramente il Palazzo Bricherasio, un castello con parco del XIX secolo, e lo Spalto, ovvero quello che resta delle antiche mura difensive. All’interno del paese è anche possibile percorrere il Sentiero “Le vecchie fonti” della sezione CAI di San Salvatore Monferrato, un percorso collinare di circa 14 km, adatto anche alle mountain bike.

Altavilla

Ultimo paese lungo la Strada del Monferrato, Altavilla, in provincia di Alessandria, nato nel 1026 come feudo dell’Abbazia della Novalesa, donato dall’imperatore Corrado II. Qui, ha sede una delle distillerie più antiche d’Italia, l’Antica distilleria Mazzetti, dove si trova anche il Museo della grappa. La distilleria è di proprietà della famiglia Mazzetti, che da sei generazioni produce una grappa pregiata, premiata con numerosi riconoscimenti internazionali, utilizzando ancora alambicchi in rame alimentati da caldaie a vapore. Il Museo della grappa è visitabile tutto l’anno su prenotazione e nei mesi di ottobre e novembre è possibile assistere in diretta alla produzione delle grappe. Altrettanto interessante, il Museo dei tramways a vapore ed elettrici, con sede nei locali del vecchio deposito dei tram a vapore, che raccoglie documenti, immagini storiche e oggetti relativi alle tramvie del Monferrato, comprese tre locomotive a vapore, apparecchiature per la trasmissione telegrafica e telefonica, orari e altri materiali autentici dell’epoca.