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Le sorprese della campagna tra il Novarese e il Vercellese: nelle risaie c’è un mare a quadretti

Uno spettacolo che a vederlo pare di trovarsi in un Piemonte dai rimandi indocinesi

di PAOLO GALLIANI -
7 aprile 2024
Risaie piemontesi (foto Dire)

Risaie piemontesi (foto Dire)

Ľinvito è quasi mistico: aspettare che la famosa pianticella che sfama mezza umanità cresca lentamente e possa essere raccolta. Ma non ora che è primavera. Perché in questo periodo dell’anno il vero spettacolo da contemplare nelle campagne tra il Novarese e il Vercellese è il ’mare a quadretti’ provocato dall’allagamento delle risaie, show stagionale che a vederlo pare di trovarsi in un Piemonte dai rimandi indocinesi.

Magia di un pezzo d’Italia che si sublima di fronte all’abbazia di Lucedio riflessa negli specchi d’acqua. E tanto meglio se ad accompagnare il viaggio è Giulia Varetti (www.riceexperience.it), ispirata guida turistica lungo la Strada del Riso (www.stradadelrisopiemontese.it) che marca il territorio dove crescono il Carnaroli, il Baldo, il Sant’Andrea e l’Arborio; e voce narrante di un tracciato esperienziale che sfiora gli argini dei canali irrigui e raggiungere le più apprezzate aziende agricole. Come la Tenuta Margherita (www.risomargherita.com) di Desana dove spiccano la passione e la competenza di Davide Brusa e Chiara Dalmasso, coppia nella vita e nella visione di una riseria storica (festeggia i 120 anni) che celebra la tradizione con i vecchi macchinari ’tipo Amburgo’ per la lavorazione in pietra del riso e convive con tecniche non invasive di pulitura e sbiancatura per salvaguardare il colore ambrato del riso e la sua preziosa gemma. Interessante. E che si tratti di un prodotto identitario per queste contrade lo si intuisce alla Vignola (www.risovignola.it) di Balzola (Al), vero gigante tra le aziende che raffinano il riso, con la capacità di conciliare la storia dell’attività imprenditoriale avviata nel 1880 da Giovanni Vignola e l’innovazione tecnologica voluta dall’attuale titolare (ha lo stesso nome e cognome) per saldare la reputazione di un Gruppo che in passato si era già segnalato come pioniere nel confezionamento del riso e nel ricorso al sottovuoto.

Situazione troppo invitante per non inforcare la bici in quell’autentica savana italiana che a nord di Vercelli porta il nome di Baraggia, terra eletta dell’unico Riso Dop d’Italia (valorizzato dall’omonimo Consorzio) e bengodi del turismo slow che qui può contare su una fitta maglia di piste ciclabili tra Buronzo, Rovasenda e Lenta. Non è meno ricca di emozioni la tappa a Galliate, nel Novarese, imperdibile per visitare la secolare Riseria Capittini (www.riseriacapittini.it): dove raccogliere le considerazioni del signor Andrea su un mondo che conserva il suo imprinting agricolo; riconoscere il vecchio mulino che presto potrebbe tornare a funzionare; e curiosare nel delizioso ’Museo dell’attività molitoria e della civiltà contadina’.

In cerca di un gran finale, istintivo raggiungere e Casalbeltrame e l’azienda agricola Tenuta La Mondina della famiglia di Luigi e Carlo Guidobono Cavalchini, per lasciarsi guidare dalla frizzante padrona di casa, Cristina Brizzolari, dentro una proprietà dove nascono i gioielli del marchio ’Riso Buono’ (www.risobuono.it): il Carnaroli Gran Riserva Classico e l’Artemide Gran Riserva. Atmosfera rural-chic. Che si stempera davanti agli animali da cortile che scorazzano in un prato vicino. A pochi metri da un cartello che riporta l’aforisma di Baudelaire: ’La campagna è quello strano posto in cui le galline vanno in giro crude’.