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Napoli, nella nuova stazione Chiaia della metropolitana le opere di Peter Greenaway

A giugno l’inaugurazione della fermata che omaggia il regista e artista britannico, nell’ambito del progetto Stazioni dell’Arte

di SOFIA SPAGNOLI -
11 aprile 2024
Apre a giungo la stazione Chiaia di Napoli con le opere di Greenaway

Apre a giungo la stazione Chiaia di Napoli con le opere di Greenaway

È stata confermata l’inaugurazione a giugno 2024 della Linea 6 della metropolitana di Napoli, stazione Chiaia, un progetto che diverrà subito meta per i cinefili di tutto il mondo, grazie agli interventi artistici realizzati dal regista e artista Peter Greenaway. Ancora una volta la metropolitana di Napoli si riconferma un museo sotterraneo aperto a tutti, dove sono presenti opere di molti artisti, e la fermata a tema Greenaway si aggiungerà alla lista delle “Stazioni dell’Arte”.

Chi è Peter Greenaway?

Regista e scrittore britannico, Peter Greenaway è considerato uno dei più significativi cineasti britannici contemporanei. Arista poliedrico che attraversa molti linguaggi, tra qui anche il disegno e la pittura. È conosciuto in tutto il mondo come l’autore de “Il ventre dell’architetto”, “Lo zoo di Venere”, “Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante”, che si fece conoscere al grande pubblico internazionale con la pellicola "I misteri del giardino di Compton House". In ogni suo film emerge l’interesse per la pittura dal momento che ogni inquadratura appare fin da subito come un’opera artistica, studiata minuziosamente. I suoi film sono caratterizzati da un forte impatto visivo e da tematiche estreme come la sessualità e la morte. L'arte stessa, come mezzo per interpretare la realtà, è spesso un soggetto portante dei suoi lavori.

Il progetto

Apre a giungo la stazione Chiaia di Napoli con le opere di Greenaway
Apre a giungo la stazione Chiaia di Napoli con le opere di Greenaway

Concepita dall’architetto napoletano Uberto Siola, il progetto si presenta come un percorso mitologico nei recessi della terra, da cui emerge uno spiccato simbolismo. L'opera è costata in tutto 50 milioni e si presenta come un edificio a tre piani, con una piazza interna, una rampa, una galleria d'arte, una cupola. Il primo livello ospita l'entrata principale su piazza Santa Maria degli Angeli; il secondo ha l'accesso su Via Chiaia; infine, il terzo livello è occupato dalla banchina. Tra i pezzi forti del progetto, sicuramente la scala elicoidale bianca, impreziosita delle scritte blu di Greenaway, che si sviluppano lungo il parapetto e che si rifanno a un verso di Ovidio ‘Est in aqua dulci non invidiosa voluptas’, omaggiando Nettuno. Continuando il percorso, si giunge nella parte dedicata a Cerere: qui la cornice è una stanza quadrata di colore verde, dove verranno esposte sculture e opere d'arte. Si prosegue in un’area ottagonale dedicata alla dea Proserpina, figlia di Cerere. Infine si arriva nell’Ade: il re degli inferi è rappresentato con 320 occhi disegnati su una cupola, che offrirà il proprio sguardo ai viaggiatori in attesa della metropolitana.

Le Stazioni dell’Arte

Apre a giungo la stazione Chiaia di Napoli con le opere di Greenaway
Apre a giungo la stazione Chiaia di Napoli con le opere di Greenaway

Le Stazioni dell’Arte di Napoli rappresentano uno dei più importanti e ampi interventi di architettura e arte pubblica realizzati in ambito internazionale negli ultimi venti anni. Nate da un progetto elaborato nel 1995 dal comune di Napoli, ad oggi gli spazi interni ed esterni delle stazioni, dotate ciascuna di caratteristiche stilistiche proprie, hanno accolto oltre 250 installazioni site specific di arte contemporanea, costituendo così un eccezionale esempio di museo decentrato e distribuito sull'area urbana.

Altre stazioni, altri artisti

Tra le stazioni più iconiche di Napoli, sicuramente la stazione Toledo, considerata una tra le più belle al mondo. Fa parte del progetto della linea metropolitana 1, ed è stata progettata dall'architetto spagnolo Óscar Tusquets. Questa stazione è dominata dal Crater de Luz: un grande cono che attraversa in profondità tutti i livelli della stazione, collegando il piano della strada con la hall che si trova 40 metri più in basso. Appare subito chiaro che il tema portante sia il mare: la discesa al di sotto del livello del mare è enfatizzata da mosaici di un azzurro che si fa sempre più intenso man mano che si procede in profondità, fino ad arrivare ad una monumentale sala “sommersa”. Qui, sulle pareti e sui pilastri si possono ammirare le Olas, onde in rilievo, rivestite anch’esse da mosaici azzurri. Degna di nota anche la fermata Università, lungo la linea 1, firmata dall’eclettico design Karim Rashid. L’artista anglo-egiziano ha immaginato degli spazi “che incarnassero i saperi e i linguaggi della nuova era digitale, che trasmettessero le idee di comunicazione simultanea, d’innovazione e di mobilità proprie dell’attuale Terza Rivoluzione Tecnologica”. Perciò, già percorrendo le scale di accesso, il visitatore si ritroverà circondato da una moltitudine di parole coniate negli ultimi cinquant’anni, stampate in rosa e in verde sui rivestimenti in ceramica. Gli spazi sono viviaci e luminosi e presentano una grande varietà di materiali impiegati. Iconica anche la fermata Garibaldi della Linea 1, progettata dall’architetto francese Dominique Perrault, che ha creato uno spettacolare incrocio di scale mobili “sospese”. Qui sono presenti due opere del celebre artista biellese Michelangelo Pistoletto: sono i suoi famosi quadri specchianti. In questo caso su una superficie specchiata sono rappresentati i viaggiatori in attesa di prendere la metro, a grandezza naturale. Nella stazione Vanvitelli, progettata dall’architetto Michele Capobianco colpiscono la spirale in neon azzurro di Mario Merz e le stelle in acciaio di Gilberto Zorio, che danno la sensazione di muoversi nella volta celeste. La spirale di Merz riprende la serie di spirali che l’artista creò a partire dagli anni ’60 in ricordo di Fibonacci, il matematico italiano noto soprattutto per la sequenza di numeri da lui individuata, conosciuta, appunto, come "successione di Fibonacci", che è alla base della spirale. Nella stazione Dante è contenuta un opera di Jannis Kounellis, autore dell'installazione Senza titolo, un’opera di grande dimensione che attraverso l’impiego di putrelle (che rappresentano dei binari), scarpe, un cappotto, un cappello e trenini giocattolo, affronta il tema del viaggio. Sorprendente anche la stazione Salvator Rosa, progettata da Atelier Mendini nel 2001. La stazione nasce dalla stretta collaborazione tra architetti e artisti: le opere d’arte, all’interno e nell’ampio giardino terrazzato, dialogano con gli spazi architettonici e con le testimonianze del passato. Il risultato è un’opera estetica globale che coinvolge profondamente il cittadino e fa da palcoscenico alla sua vita quotidiana.