Mercoledì 24 Aprile 2024

Putin vieta Whatsapp ai docenti: potranno usare solo social russi

L’app bandita dal governo "per evitare la diffusione di notizie riservate". Dietro la motivazione ufficiale la volontà di controllare le comunicazioni

Vladimir Putin (70 anni) prima del crollo dell’Urss è stato funzionario del Kgb

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Il Ministero dell’Istruzione russo ha vietato agli insegnanti di utilizzare WhatsApp, il popolare sistema di messaggistica di Meta, nelle comunicazioni con studenti e genitori. Al suo posto potranno avvalersi di Vkontakte, fondato da Pavel Durov, detto anche "il Mark Zuckerberg russo", e ora guidato da Vladimir Kiriyenko, figlio di Kirill Kirinyenko, ossia uno degli uomini più influenti del Cremlino. In alternativa, il corpo docente potrà utilizzare Sferum, un social sviluppato da VKontakte con il contributo della società statale Rostelecom. La motivazione ufficiale è che WhatsApp non viene considerato sicuro e c’è il timore di "diffusione involontaria di notizie riservate".

Il divieto è stato esteso anche ad altre piattaforme come Viber, Skype, e Google Drive. Peccato che così le comunicazioni degli insegnanti potranno essere controllate direttamente dallo Stato. Il Ministero dell’Informazione ha sottolineato che il provvedimento riguarda solo i professori e non le comunicazioni fra studenti e genitori. L’obiettivo, però, nemmeno tanto mascherato, è quello di arrivare a fare utilizzare solo social russi sul modello cinese. Nell’ex Celeste Impero, gli utenti della rete sono tutti su WeChat, una piattaforma molto potente, grazie alla quale è possibile fare tutto: chattare o telefonare, prenotare visite mediche, collegarsi con gli uffici amministrativi, oltre naturalmente allo shopping in tutto il mondo. La sua diffusione è tale che ce l’hanno anche i venditori ambulanti. Una comodità che ti semplifica la vita. La contropartita, però, è che Tencent, la società sviluppatrice di WeChat, sa tutto di chi lo utilizza e può passare i dati a chi ne fa richiesta senza troppi problemi, soprattutto se si tratta del governo di Pechino, a cui nessun imprenditore che vive sul territorio cinese rifiuterebbe mai un favore simile.

La Russia sta cercando di imitare questo modello, mettendo ai vertici delle società persone direttamente connesse al Cremlino o ai servizi segreti. I cellulari di nuova generazione, se prima avevano montate di default le app ‘occidentali’, adesso offrono agli utenti i corrispettivi russi. Telegram al posto di WhatsApp, Mail.ru al posto di Gmail e Yandex, con cui in Russia puoi fare quasi tutto, dall’acquistare cibo a domicilio al prenotare un taxi. La decisione del Ministero dell’Istruzione appare evidentemente legata all’inclusione di Meta, la società americana proprietaria di Facebook, Instagram e WhatsApp, nella lista delle organizzazioni terroristiche. Lo stesso Pavel Durov, oggi proprietario ‘solo’ di Telegram, ha messo in dubbio la sicurezza della messaggistica di WhatsApp.

Rimane il fatto che in una Russia sempre più isolata e in lotta con il mondo i russi non saranno più liberi nemmeno di scegliere la piattaforma con la quale comunicare, ma potranno essere certi che ci sarà un Grande Fratello sempre pronto a controllare le loro mosse. Con chi parlano, dove vanno, cosa comprano. Una tentazione anche per alcuni Paesi occidentali, su cui riflettere.