Domenica 19 Maggio 2024

Venezuela, Procuratore generale: "Guaidò non può lasciare il Paese"

Tensione Usa-Russia: Stati Uniti annunciano nuove sanzioni contro la compagnia petrolifera di Caracas. Lavrov: "Vogliono il golpe"

Juan Guaidò (Ansa)

Juan Guaidò (Ansa)

Caracas, 29 gennaio 2019 -  Tensione alle stelle in Venezuela, sempre più sull'orlo del golpe. Il Procuratore generale Tarek William Saab ha chiesto oggi che, a seguito di un'indagine preliminare realizzata dal Pubblico ministero sui disordini avvenuti negli ultimi giorni, si dispongano misure restrittive per Il presidente autoproclamato Juan Guaidò. Fra queste c'è anche il divieto di lasciare il Paese.

Lo stesso Guaidò, parlando con la stampa davanti alla sede dell'Assemblea Nazionale, a proposito del divieto di espatro ha detto che "l'unica risposta del regime è la repressione e la persecuzione". E ha aggiunto: "Non si tratta né di una nuova minaccia contro di me, né di una nuova minaccia contro questo Parlamento". Poi ha assicurato: "Noi rimaniamo qui, nella sede della sovranità popolare, cercando di dare risposte alle aspettative della gente". Il presidente autoproclamato è tornato a invocare urne anticipate: "Il mio dovere è chiedere elezioni libere perché c'è un abuso di potere e viviamo in una dittatura".

USA-RUSSIA - Nervi tesi anche tra Usa e Russia. Nel tentativo di asfissiare il Paese, già molto provato sul piano economico, gli Stati Uniti hanno annunciato nuove sanzioni contro la compagnia petrolifera statale del Venezuela, Pdvsa. Ma oggi ad alzare il tono è Mosca: il ministro degli Esteri  Sergei Lavrov accusa senza mezzi termini Washington di volere con i suoi alleati il golpe in favore di Guaidò contro il 'governo legittimo di Maduro', per sostenere il quale la Russia farà 'tutto il possibile'. 

Per il Cremlino le sanzioni alla compagnia petrolifera sono 'illegittime', mentre Pechino aggiunge il suo no a 'misure unilaterali che rendono le situazioni solo più complicate'. L'Onu intanto denuncia: almeno 40 uccisi "in diversi modi" durante le recenti proteste, di cui 26 dagli spari delle forze di sicurezza. 

GUAIDO'- Guaidò ha annunciato stamane che sta prendendo il controllo dei beni del Paese all'estero. Questo per evitare che il presidente eletto Nicolas Maduro non dilapidi il patrimonio venezuelano in caso in cui lasciasse il potere. "A partire da ora - informa Guaidò in un comincato diffuso via Twitter - stiamo avviando la progressiva e ordinata acquisizione di asset della nostra Repubblica all'estero, per impedire che al momento della sua uscita (...) l'usurpatore e la sua banda cerchino di raschiare il fondo del barile". 

Dagli Usa arriva un appoggio incondizionato: sul Venezuela, "tutte le opzioni" sono sul tavolo, ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Donald Trump, John Bolton. E dalla Casa Bianca parte un appello all'esercito venezuelano e alle forze di sicurezza perché accettino "la transizione pacifica, democratica e costituzionale del potere", dice lo stesso Bolton. 

Cresce però la tensione nel Paese. Il leader dell'opposizione Guaidò chiama la popolazione a due nuove mobilitazioni e ringrazia Macron, Merkel e Sanchez per le loro dichiarazioni in suo sostegno. Intanto in Venezuela è emergenza sanitaria, con il tasso di mortalità infantile che schizza ai livelli degli anni '90. Il bilancio delle vittime è di 35 morti nell'ultima settimana. 

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