Venerdì 26 Aprile 2024

Turchia, arresti di massa: in manette 842 persone in una settimana

Continua la caccia del governo di Erdogan ai presunti sostenitori dell'oppositore esiliato Fethullah Gulen e ai curdi del Pkk. Onu: "160mila arrestati dal fallito golpe del 2016"

Il presidente russo Recep Tayyip  Erdogan (Ansa)

Il presidente russo Recep Tayyip Erdogan (Ansa)

Istambul, 9 aprile 2018 - In Turchia non si ferma la 'campagna' di arresti di massa lannciata da Ankara. Soltanto nell'ultima settimana, il minstero degli Interni turco ha fatto sapere di aver arrestato 842 persone con l'accusa di terrorismo, dopo che il governo del presidente Recep Tayyip Erdogan ha deciso di prolungare ulteriormente lo stato di emergenza (in scadenza tra 10 giorni) imposto dopo il tentato golpe del luglio 2016. Come ormai accade da quasi due anni, anche in questo caso le detenzioni riguardano per la maggior parte (561) individui sospettati di appartenere alla presunta rete dell'Imam Fethullah Gulen, influente personaggio esiliato negli Stati Uniti e accusato di aver organizzato il fallito colpo di Stato.

Tra i fermati, 244 sono invece accusati di essere militanti del Pkk, il partito degli indipendentisti curdi dichiarato fuorilegge dal governo di Ankara e contro il quale Erdogan ha lanciato una campagna militare in Siria. Tra gli altri arrestati negli ultimi sette giorni, 28 sono sospettati di essere affiliati all'Isis e 9 a gruppi illegali di estrema sinistra. Secondo le stime delle Nazioni Unite, dal fallito golpe del luglio 2016 in Turchia sono state arrestate almeno 160 mila persone tra le quali numerosi giornalisti e professori universitari considerati 'scomodi' e legati ai golpisti di Gulen.