Sabato 27 Luglio 2024
MARTA OTTAVIANI
Esteri

Trump-Biden, alta tensione. I rivali evocano il fascismo, si teme un’altra Capitol Hill

Accuse incrociate tra i candidati alle elezioni presidenziali di novembre L’incubo di rivolte post voto. L’analista Spannaus: "Ma ora ci sono più controlli"

Roma, 2 giugno 2024 – Di certo, quella in corso, sarà ricordata come la campagna elettorale per le presidenziali dove il concetto di ‘ fair competition’, ossia la competizione leale, tanto cara al mondo anglosassone, si è preso una vacanza. Se Donald Trump, condannato dalla Corte di Manhattan per aver pagato il silenzio della sua amante (la pornostar Stormy Daniels) con i soldi della campagna elettorale, grida al "Paese fascista", il presidente Joe Biden risponde che con il tycoon "è in pericolo la democrazia". A cinque mesi dal voto, dunque, molti temono di rivivere l’incubo del 6 gennaio 2021, quando una folla dell’estrema destra assaltò il Campidoglio per contestare il risultato delle urne.

Donald Trump (77 anni) e Joe Biden (81) corrono per la Casa Bianca
Donald Trump (77 anni) e Joe Biden (81) corrono per la Casa Bianca

Ma c’è chi invita alla calma e soprattutto evidenzia come in questi anni siano stati introdotti meccanismi di controllo per evitare che si ripetano scene del genere. Come Andrew Spannaus, analista e autore del podcast That’s America!: "Non dimentichiamo che molti dei partecipanti dell’assalto a Capitol Hill sono in galera dal 2021. Si tratta di un messaggio molto chiaro". Ma c’è un aspetto che potrebbe rendere proteste plateali più difficili. Si tratta dell’Electoral Count Reform e del Presidential Transition Improvement Act. Secondo questi provvedimenti, a un’azione intentata da un candidato presidenziale o vicepresidente che si considera leso viene garantita una revisione rapida. I tribunali competenti, poi, saranno quelli distrettuali. Ogni azione sarà esaminata da un collegio giudiziario di tre giudici composto da due giudici della corte d’appello circoscrizionale e un giudice della corte distrettuale. Si tratta di una procedura che snellisce e rende molto più veloci i controlli, in modo tale che le proteste non abbiano il tempo di proliferare. Qualsiasi appello contro la sentenza della corte, poi, può essere esaminato direttamente dalla Corte Suprema in via celere, e l’ordinanza definitiva deve essere emanata al più tardi il giorno prima della riunione degli elettori. La legge garantisce dunque una revisione rapida ed efficiente ogni controversia che possa, anche ai gradi più alti della magistratura, in modo da fugare ogni dubbio su eventuali irregolarità. Che, nelle condizioni attuali, equivale a togliere a Donald Trump un’arma fondamentale per incendiare le folle. Se, però, prepararsi al peggio sembra eccessivo, anche pensare che non ci saranno complicazioni suona come troppo ottimistico.

“La mia idea – continua Andrew Spannaus – è che dal punto di vista giuridico non succederà nulla. Non sono però da escludere rivolte popolari. Anche perché la tenuta della democrazia dipende anche da chi la fa. Nel 2020 i membri repubblicani degli organi collegiali lavorarono incessantemente per difendere la democrazia anche a livello locale. Ora che molti sono di nomina trumpiana non possiamo sapere come sceglieranno di comportarsi". Alle elezioni mancano 5 mesi. Biden è in rimonta, ma più che il voto sul presidente, rischia di diventare un referendum su Trump.