
Harald Estenhahn, ad della Thyssenkrupp, nell'aula del tribunale di Torino (Ansa)
Torino, 16 luglio 2020 - Caso ThyssenKrupp, dopo 13 anni ancora ritardi nell'esecuzione della pena. Proprio il giorno in cui avrebbe dovuto varcare le porte del carcere Harald Espenhahn, uno dei due manager tedeschi condannati per il rogo, ha fatto ricorso di fronte alla Corte costituzionale federale tedesca e la sua pena è stata temporaneamente sospesa. La Corte ha deciso che valuterà il ricorso e che fino alla sua decisione, l'esecuzione della pena viene sospesa fino a un massimo di 6 mesi. L'altro condannato, Gerald Priegnitz, ha già iniziato a scontare i cinque anni della pena inflitta in via definitiva in Italia.
Le famiglie dei 7 operai morti
Immediata la reazione delle famiglie delle 7 vittime del rogo: "È un'offesa ai nostri figli e per l'Italia - dice Rosina Platì, mamma di un operaio morto - Vogliamo che il governo e la sindaca di Torino ci accompagnino in Germania. E' una barzelletta: ogni volta ci dicono che è l'ultimo ricorso, invece...". "Abbiamo scritto al ministro Bonafede - conclude Rosina Platì, che lo scorso 26 giugno avevano incontrato il premier Conte a Palazzo Chigi - Pretendiamo risposte anche dal governo italiano".
"Dopo due appelli e due sentenze di Cassazione in Italia, una serie di ricorsi in Germania e le rassicurazioni che ci hanno dato a Palazzo Chigi lo stesso premier Conte e il ministro Bonafede - commenta Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro riportando la notizia dei media tedeschi - la notizia ha il sapore di un ulteriore insulto alla giustizia e al popolo italiano".
Non più tardi dell'11 luglio il Guardasigilli Alfonso Bonafede era stato informato, tramite i canali diplomatici, che il manager tedesco Harald Espenhahn avrebbe dovuto iniziare entro il 16 luglio a scontare la sua pena di 5 anni.
Pena sospesa massimo 6 mesi
Entro il 16 luglio - cioè oggi - la Germania avrebbe dunque dovuto arrestare Harald Espenhahn. Secondo i media tedeschi, che citano la procura di Essen, il dirigente si sarebbe presentato in carcere ieri ma sarebbe stato subito rilasciato per effetto di un'ordinanza del Bundesverfassungsgericht (la Corte costituzionale federale) dello scorso 14 luglio che avrebbe sospeso l'esecuzione della pena su ricorso del condannato. Ora la Corte avrebbe sei mesi di tempo per decidere, lasciando in sospeso l'esecuzione della pena.
Le motivazioni del ricorso
Il manager, secondo quanto riferito da Radio Colonia (la prima a dare la notizia), lamenta la violazione del "principio del giusto processo e del diritto al contraddittorio", perché durante il processo italiano mancava la traduzione in tedesco di alcuni documenti. Per il manager, inoltre, "la condanna non ha fornito prove di una concreta negligenza individuale". La Corte costituzionale federale tedesca è il più alto organo di giudizio previsto dalla legge tedesca. L'ultimo gradino al quale si possono appellare i condannati per far valere i propri diritti. E le sue sentenze fanno spesso giurisprudenza.

Manager in semilibertà
Appena tre giorni fa il premier italiano Giuseppe Conte ha consegnato alla cancelliera tedesca Angela Merkel una lettera indirizzatale dai familiari delle vittime del rogo della Thyssenkrupp, che il 6 dicembre 2007 uccise sette operai a Torino, dopo che ai due manager tedeschi condannati per omicidio e incendio colposo, Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, è stato concesso dalla procura di Essen, in Germania, un regime di semilibertà. Conte lo scorso 26 giugno aveva promesso ai familiari delle vittime che avrebbe consegnato personalmente la missiva alla cancelliera. I familiari erano intenzionati a recarsi in Germania, per chiedere un incontro con Merkel e con il giudice che ha autorizzato la semilibertà ai due manager tedeschi. Nel corso di un incontro a palazzo Chigi, Conte consigliò loro di scrivere una lettera indirizzata alla Merkel, che avrebbe recapitato lui stesso alla cancelliera, cosa che ha fatto.