Covid Svizzera, l'allarme: "Situazione critica. A metà dicembre come l'Austria"

Usp: contagi raddoppiano ogni due settimane, i ricoveri del 40% ogni 7 giorni. A infettarsi sono soprattutto i giovani tra i 10 e i 19 anni. In Italia gOvernatori insistono sui controlli alle frontiere

Casi in Svizzera e Liechtenstein, 15.02.2021 fino a 22.11.2021 (fonte Ufsp)

Casi in Svizzera e Liechtenstein, 15.02.2021 fino a 22.11.2021 (fonte Ufsp)

Roma, 23 novembre 2021 - Dopo l'Austria e la Slovenia, la Svizzera. La quarta ondata Covid sta colpendo duramente tutt'Europa. E dopo il governo austriaco, che ha fatto un grande passo indietro annunciando un nuovo lockdown, ecco che anche i Paesi limitrofi stanno pensando di introdurre nuove restrizioni per fermare la corsa del virus. A lanciare l'allarme, oggi, è Patrick Mathys, dell'ufficio federale della sanità pubblica svizzera (Usp): la situazione nel Paese "è critica e le prospettive sfavorevoli", ha avvertito, perché "tutti gli indicatori si muovono nella direzione sbagliata". E' stata poi Tanja Stadler, presidente della task Force Covid-19, ad aggiungere che a metà dicembre la situazione della pandemia potrebbe essere simile a quella dell'Austria. Nessuna nuova stretta, per il momento, ma rinnovato l'appello al vaccino, oltre che a indossare le mascherine e rispettare le distanze. 

Dal lato Italia (qui il bollettino di oggi), i governatori delle regioni più esposte, dalla Liguria al Friuli Venezia Giulia fino al Veneto, hanno chiesto al governo anche il ripristino dei controlli alle frontiere, con i tamponi agli aeroporti e le verifiche su chi arriva dai paesi più in difficoltà, per arginare l'ondata di contagi che arriva soprattutto dall'est Europa. Fonti ministeriali hanno sostenuto, però, nei giorni scorsi che un'eventuale intervento in questo senso scatterebbe solo in seguito a una decisione dell'Ue.

Svizzera, il punto su contagi e ricoveri

Nelle ultime 24 ore, l'Ufficio federale della sanità pubblica ha registrato in Svizzera 6.354 nuovi contagi, 18 decessi e 95 ricoveri. Mentre il tasso di positività si attesta al 15,55%. Sull'arco di due settimane, il numero totale di infezioni è 62.894 e i casi per 100.000 abitanti negli ultimi 14 giorni sono 722,14.

Con oltre 6 mila casi al giorno, ha detto Mathys, le infezioni raddoppiano ogni due settimane. Ad infettarsi sono soprattutto i giovani tra i 10 e i 19 anni, ma tutte le classi di età sono toccate, ha spiegato. Stadler ha avvertito che si rischia di trovarsi presto nella situazione dell'Austria. Attualmente, ha sottolineato, il numero di ricoveri aumenta del 40% alla settimana.  Di questo passo, già questa settimana potremmo avere 8.500 mila nuovi casi al giorno e una media giornaliera di ospedalizzazioni di 80-90. A metà dicembre, si rischiano 300 pazienti in terapia intensiva, invece dei 160 attuali, con conseguenze sulla qualità delle cure e il pericolo di dover procedere a dei triage. Con un ulteriore incremento di pazienti gravi arriverebbe lo stop alle cure non urgenti.

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L'appello a vaccinarsi

Per evitare che un simile scenario diventi realtà, Stadler ha esortato la popolazione a farsi vaccinare e, per chi l'ha già fatto, a farsi somministrare una terza dose, specie le persone fragili o in là con gli anni. In questo modo, ha continuato, si possono evitare decine di migliaia di ricoveri (da 10 a 20 mila). Solo poco più del 65% degli abitanti della Svizzera è vaccinato con una doppia dose. Stadler ha detto di sperare in un'accelerazione delle vaccinazioni, specie quelle di richiamo, e nel rispetto delle misure di protezione nelle scuole (mascherina e test regolari).

"Giunti a questo punto, molto dipenderà da come ci comportiamo", ha sottolineato Stadler, invitando la popolazione a rispettare le misure di distanziamento e igieniche, evitare gli assembramenti e portare la mascherina al chiuso, anche se si è vaccinati. Anche Aglaé Tardin, medico cantonale di Ginevra e membro del comitato dell'Associazione dei medici cantonali svizzeri, ha esortato le persone di oltre 65 anni già vaccinate ad affrettarsi per la terza dose, e la popolazione a rispettare le misure protettive già note.

La situazione nella vicina Valle D'Aosta

Nella vicina Valle d'Aosta la situazione sembra ancora sotto controllo, con dati su terapie e ricoveri sotto la soglia. La Regione non rischierebbe, quindi, di passare in fascia gialla - a differenza, per esempio, del Friuli Venezia Giulia - e il governatore Erik Lavevaz ha rimarcato l'importanza di tutelare la stagione sciistica. "Abbiamo ribadito al Governo la necessità di tutelare la stagione turistica invernale che si sta aprendo, dando certezze a chi guarda a quest'inverno come un passaggio fondamentale per la ripartenza - ha dichiarato Lavevaz -. La campagna vaccinale ci ha permesso di contenere l'impatto di questa ondata pandemica sulle strutture sanitarie. La maggioranza delle Regioni condivide un'impostazione che porti a limitazioni minori per chi ha aderito alla campagna vaccinale". 

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E la Lombardia?

Un altro discorso la Lombardia, che solo oggi ha registrato 1.668 nuovi positivi e un aumento sia dei pazienti ricoverati in terapia intensiva (67,+2), sia nei reparti normali (736,+50). "Stiamo cercando di chiedere al governo soprattutto che si evitino le chiusure", ha evidenziato il governatore della Regione, Attilio Fontana. "Dobbiamo cercare di evitare che si creino quelle condizioni che possano da un lato limitare le attività e dall'altro possano essere molto negative dal punto di vista psicologico", ha spiegato. Sull'ipotesi di un green pass rafforzato, Fontana ha spiegato che "adesso siamo noi a dover aspettare dal governo una risposta. Siamo noi che dobbiamo vedere quali sono le proposte che entro domani dovrebbero comunicare. Aspettiamo prima di fare le valutazioni". E sulla campagna vaccinale ha sottolineato che in Lombardia "abbiamo iniziato a fare la terza dose. E' chiaro che dovremo modificare leggermente la nostra organizzazione".