Sabato 7 Dicembre 2024
Marta Ottaviani
Esteri

La nostalgia di Mosca contagia l’Est e spaventa l’Europa. Da Afd a Orban, pedine di Putin nell’Ue

I filorussi spopolano. L’ultimo caso in Romania, dove il candidato sovranista è in testa alle presidenziali

Roma, 27 novembre 2024 – Il nemico arriva da Est e parla russo. Nel mirino c’è il progetto, già difficile e ambizioso di suo, di costruire un’Unione Europea più compatta e forte, in grado di deliberare in modo unanime anche nelle scelte di politica estera e di dotarsi di una difesa comune, di un vero e proprio esercito europeo. Fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e soprattutto la Russia. Mosca influenza direttamente o indirettamente molti Paesi già membri del club di Bruxelles o che potrebbero entrare nei prossimi anni.

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Il presidente ungherese Victor Orban con Vladimir Putin

Il presidente Putin appare a molte formazioni di estrema destra, ma in qualche caso anche di estrema sinistra, come un leader forte, decisionista, protettore di valori e tradizioni che Bruxelles sembra ignorare. E non fa nulla se lo zar ignora la nozione di diritti umani. Non c’è stata elezione, ultimamente, dove non si siano presentati un candidato o un partito accusati di essere filorussi o addirittura in buoni rapporti con Mosca.

L’ultimo caso, in ordine di tempo, è quello del primo turno delle presidenziali in Romania, vinto dall’esponente dell’ultradestra, il filorusso, Calin Georgescu. Se la vedrà, il prossimo 8 dicembre con Elena Lasconi, sindaca di una cittadina nella Romania del Sud e di orientamento liberale e progressista, arrivata seconda. La sua affermazione è stata una sorpresa per tutti, in testa per il premier Marcel Ciolacu, socialdemocratico e pro Ue, dato per favorito e scivolato al terzo posto.

Tutti gli occhi adesso sono puntati sulla Germania. Il Paese dovrebbe andare al voto nell’autunno del 2025. Ma il cancelliere Scholz traballa e in molti ritengono che uno scenario di elezioni anticipate in primavera, se non addirittura già a gennaio, sia più che probabile. A premere, sono soprattutto i cristiano-democratici della Cdu che pensano di poter infliggere una sconfitta storica ai socialdemocratici dell’Spd. Ma dovranno fare i conti con il partito di estrema destra e dichiaratamente filoputiniano, secondo molti anche finanziato da Mosca, Alternative für Deutschland (Alternativa per la Germania), che nelle elezioni regionali in Turingia, Sassonia e Brandeburgo, è arrivato al primo o secondo posto e non ha preso il potere solo perché le altre formazioni politiche sono riuscite a formare una coalizione.

La Russia dorme sonni tranquilli in Ungheria, saldamente nelle mani di Viktor Orban ormai dal 2010. Il primo ministro ungherese più di una volta ha cercato di influire sulle decisioni dell’Unione europea proprio per aiutare il Cremlino. La stessa piega la sta prendendo la Slovacchia di Robert Fico, proveniente dal partito di sinistra Smer. Lo scorso maggio, Lubos Blaha, eurodeputato proveniente dalla stessa formazione politica, ha pensato bene di andare a Mosca e declamare una dichiarazione d’amore niente meno che sulla Piazza Rossa.

Anche nei Paesi in predicato di entrare in Ue c’è poco da stare allegri. In Moldavia Maia Sandu, pro Ue, è riuscita a essere confermata presidente della Republica. Ma il referendum per l’adesione all’Unione Europea è passato per una manciata di voti e il candidato filorusso alle presidenziali ha preso oltre il 42%. Capitolo ancora più amaro quello georgiano, dove hanno vinto i filo Mosca e dove il cammino negoziale verso Bruxelles è stato congelato.

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