Meloni al bivio nelle relazioni con Cina e USA

Il Governo Meloni, nella figura del Ministro Tajani, ha accolto, nella giornata di ieri, uno tra i principali esponenti del Governo Cinese, Wang Yi, consigliere del presidente cinese Xi Jinping.  L’incontro, dalle dichiarazioni dei media cinesi, risulta essersi svolto “proficuamente”, con l’intenzione di riprendere le relazioni tra i due Paesi a sostegno del progetto economico e infrastrutturale della Belt and Road Initiative (la cosiddetta “Via della Seta”), il cui memorandum è stato firmato quattro anni fa. Nei comunicati diffusi da Pechino si parla di una nuova cooperazione, con l’obiettivo di promuovere accordi bilaterali, investimenti e commercio.  “Tra Italia e Cina ci sono diversi rapporti, quello commerciale non è influenzato troppo da temi politici: le aziende comprano e vendono dove è conveniente. Il nodo, invece, è quello degli investimenti diretti, ovvero dove le aziende cinesi possono investire in Italia e viceversa. Al momento è paradossalmente più chiaro in quali settori si possa investire in Cina rispetto all’Italia. Spesso si parla di greenfield investments, dove l’investitore porta le proprie tecnologie, in altri casi l’accesso a capitali cinesi può aiutare delle aziende in difficoltà. Non si tratta, insomma, di investimenti necessariamente predatori”, racconta Marco Marazzi, avvocato, partner di Baker McKenzie con oltre 25 anni di attività tra Italia e Cina.  Wang Yi non ha incontrato Giorgia Meloni, che non ha mai espresso grande simpatia per il governo di Pechino, incolpato in passato, dalla premier, di aver responsabilità nella diffusione del Covid, di avere legami con partiti italiani (come il Movimento 5 Stelle) e di perpetrare abusi nel campo dei diritti umani. D'altronde, risulta difficile per l'Italia ignorare un Paese di 1.4 miliardi di abitanti, che da tempo scambia e commercia con il nostro Paese. Nello stesso momento in cui si svolgeva la visita tra Tajani e Yi, su cui l’Ufficio di Rappresentanza di Taipei in Italia ha preferito non esprimere commenti, il Financial Times ha rivelato l’intenzione del governo Americano di inviare un rappresentante a Taiwan. Un fatto non confermato dal Presidente Biden, che però ha ribadito tutto il suo supporto nel proteggere Taiwan dai “pericoli del Governo Cinese”. Anche a seguito dell’incidente del “pallone spia” cinese, gli Stati Uniti stanno ribadendo la propria strategia politico-militare ai paesi alleati: la Cina è un partner commerciale, ma non è un amico. L’incontro tra il rappresentante cinese non può passare inosservato ed è probabile che Biden chieda conto, più o meno indirettamente, di questa scelta. Da quando Meloni è al governo, le posizioni in campo geopolitico sono state calmierate. La premier ha interrotto il lungo corteggiamento a Orban, le dichiarazioni “contro” la Germania sono state silenziate. La campagna elettorale, insomma, sembra essere finita, ma i nodi in campo internazionale rimangono.

Esteri

Il Governo Meloni, nella figura del Ministro Tajani, ha accolto, nella giornata di ieri, uno tra i principali esponenti del Governo Cinese, Wang Yi, consigliere del presidente cinese Xi Jinping. 
<img alt="Meloni al bivio nelle relazioni con Cina e USA" data-img="/polopoly_fs/1.8529159!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_680/image.jpg" data-img-alt="Meloni al bivio nelle relazioni con Cina e USA" data-img-thumb="/polopoly_fs/1.8529159!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_325/image.jpg" data-polopoly-id="1.8529159" data-shortcode="true" data-type="image" polopoly:contentfilepath="/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_325/image.jpg" polopoly:contentid="1.8529159" src="https://cdn.quotidiano.net/polopoly_fs/1.8529159!/httpImage/image.jpg_gen/derivatives/wide_325/image.jpg" title="Meloni al bivio nelle relazioni con Cina e USA"> L’incontro, dalle dichiarazioni dei media cinesi, risulta essersi svolto “proficuamente”, con l’intenzione di riprendere le relazioni tra i due Paesi a sostegno del progetto economico e infrastrutturale della Belt and Road Initiative (la cosiddetta “Via della Seta”), il cui memorandum è stato firmato quattro anni fa. Nei comunicati diffusi da Pechino si parla di una nuova cooperazione, con l’obiettivo di promuovere accordi bilaterali, investimenti e commercio. “Tra Italia e Cina ci sono diversi rapporti, quello commerciale non è influenzato troppo da temi politici: le aziende comprano e vendono dove è conveniente. Il nodo, invece, è quello degli investimenti diretti, ovvero dove le aziende cinesi possono investire in Italia e viceversa. Al momento è paradossalmente più chiaro in quali settori si possa investire in Cina rispetto all’Italia. Spesso si parla di greenfield investments, dove l’investitore porta le proprie tecnologie, in altri casi l’accesso a capitali cinesi può aiutare delle aziende in difficoltà. Non si tratta, insomma, di investimenti necessariamente predatori”,&nbsp;racconta&nbsp;Marco Marazzi, avvocato, partner di Baker McKenzie con oltre 25 anni di attività tra Italia e Cina. Wang Yi non ha incontrato Giorgia Meloni, che non ha mai espresso grande simpatia per il governo di Pechino, incolpato in passato, dalla premier, di aver responsabilità nella diffusione del Covid, di avere legami con partiti italiani (come il Movimento 5 Stelle) e di perpetrare abusi nel campo dei diritti umani. D'altronde, risulta difficile per l'Italia ignorare un Paese di 1.4 miliardi di abitanti, che da tempo scambia e commercia con il nostro Paese. 
Nello stesso momento in cui si svolgeva la visita tra Tajani e Yi, su cui l’Ufficio di Rappresentanza di Taipei in Italia ha preferito non esprimere commenti, il Financial Times ha rivelato l’intenzione del governo Americano di inviare un rappresentante a Taiwan. Un fatto non confermato dal Presidente Biden, che però ha ribadito tutto il suo supporto nel proteggere Taiwan dai “pericoli del Governo Cinese”. 
Anche a seguito dell’incidente del “pallone spia” cinese, gli Stati Uniti stanno ribadendo la propria strategia politico-militare ai paesi alleati: la Cina è un partner commerciale, ma non è un amico. 
L’incontro tra il rappresentante cinese non può passare inosservato ed è probabile che Biden chieda conto, più o meno indirettamente, di questa scelta. Da quando Meloni è al governo, le posizioni in campo geopolitico sono state calmierate. 
La premier ha interrotto il lungo corteggiamento a Orban, le dichiarazioni “contro” la Germania sono state silenziate. La campagna elettorale, insomma, sembra essere finita, ma i nodi in campo internazionale rimangono. 
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