Mercoledì 24 Aprile 2024

Putin abbraccia Orban. "Ungheria partner chiave di Mosca"

Premier magiaro guarda al Cremlino dopo la condanna Ue. E il presidente russo lancia una stoccata all’Europa: “Se dai il benvenuto ai migranti, quelli continuano a venire”

Orban al Cremlino ricevuto da Putin (Epa)

Orban al Cremlino ricevuto da Putin (Epa)

Mosca, 18 settembre 2018 - Viktor Orban, premier ungherese in visita a Mosca, partecipa a un vertice con il presidente russo e riceve l’approvazione di Vladimir Putin, suggellata da un abbraccio. “Senz’altro l’Ungheria è uno dei nostri partner chiave in Europa”, ha dichiarato lo Zar, sottolineando che “i rapporti bilaterali si sviluppano a tutti i livelli, mentre gli investimenti reciproci ammontano a un miliardo di dollari, e vengono realizzati grandi progetti”.

L’EFFETTO DELLE SANZIONI “Malgrado il calo nel nostro interscambio commerciale per le sanzioni Ue, siamo riusciti a capovolgere questa tendenza e oggi io la ringrazio per il lavoro svolto insieme». Lo ha detto il primo ministro ungherese  in apertura dell’incontro, il secondo nell’arco di due mesi, facendo notare che per Budapest questa visita ha grande importanza. “Non possiamo dire che verso la nostra cooperazione vi sia un clima favorevole a livello internazionale ma contro questi fenomeni negativi dobbiamo lottare insieme”.

LA VERSIONE DI ORBAN “Siamo diventati partner affidabili l’uno per l’altro, tutti gli accordi stilati sono stati attuati: in politica la fiducia è moneta importante ed è per questo che voglio ringraziare la Russia poiché, nonostante noi facciamo parte di due blocchi militari separati, noi siamo interessati a massimizzare i nostri successi comuni“. Lo ha detto Viktor Orban al termine del meeting con Vladimir Putin a Mosca, aggiungendo che a livello internazionale questa cooperazione incontra un clima poco favorevole.

L’AFFONDO DI PUTIN “Se dai il benvenuto ai migranti, con incentivi e altro, i migranti continueranno ad arrivare. Sta all’Europa decidere come comportarsi, è tutta una questione politica”. Lo ha detto Putin al termine dei colloqui, rispondendo a una domanda della Tv ungherese a proposito della crisi migratoria. “In Russia - ha aggiunto Putin - vengono migranti da paesi ex sovietici, che conoscono la nostra lingua e la nostra cultura, è più facile che siano integrati, mentre in Europa arrivano persone da culture diverse”. 

LA POSTA IN GIOCO Putin e Orban hanno parlato anche dei conflitti aperti. "I colloqui riguardano una serie di questioni regionali e internazionali importanti, tra cui la situazione in Ucraina e in Siria”. Lo riporta Interfax citando i materiali preparati per i negoziati. Sul tavolo, non meno rilevanti, sono le questioni energetiche come le forniture di gas russe al governo di Budapest e alcuni dettagli relativi alla costruzione di due nuovi reattori presso la centrale atomica di Paks, progetto finanziato con un prestito russo da 10 miliardi di euro. L’Ungheria si dice interessata a ospitare sul suo territorio un segmento del gasdotto TurkishStream qualora fosse deciso il prolungamento verso l’Europa. Putin incassa la dichiarazione di disponibilità sostenendo che “non esclude che questo prolungamento possa avere luogo, dati i rapporti di fiducia che esistono tra le due nazioni”. 

LA CRISI CON ISRAELE “Israele, al contrario di quanto accaduto nel caso della Turchia, non ha abbattuto deliberatamente il nostro aereo nei cieli della Siria", ha detto Putin a margine dei colloqui con Orban, sottolineando che l'incidente che ha portato all'abbattimento del jet di Mosca è il risultato di “tragiche circostanze”. Indipendentemente dalla dinamica, in Siria “verranno intrapresi passi che tutti noteranno per mettere in sicurezza le strutture e i militari russi”. 

DELEGAZIONE IN POMPA MAGNA La delegazione russa ai colloqui include l’assistente presidenziale agli Affari Esteri Yuri Ushakov, il ministro degli Esteri Sergey Lavrov, il ministro dell’Industria e del Commercio Denis Manturov e il ministro della Sanità Veronika Skvortsova. La delegazione ungherese include il ministro degli Esteri Peter Szijjarto, il ministro capo di gabinetto Antal Rogan, il consigliere principale del primo ministro Janos Balla e Janos Suli, ministro responsabile del potenziamento della centrale nucleare di Paks. Lo riporta la Tass.

IL MONITO DI BRUXELLES Intanto il Parlamento ungherese, su iniziativa del gruppo Fidesz (partito di Orban) ha votato una risoluzione che respinge il voto dell’Eurocamera, che ha condannato le violazioni dello stato di diritto in Ungheria. La risoluzione, adottata con i voti della maggioranza governativa contro tutti gli altri, invita il governo a “non cedere al ricatto” e a rifiutare “le accuse ingiuste”.