Avvocato Tacopina, Trump è accusato di aver usato i soldi raccolti dai suoi sostenitori per la campagna elettorale per comprare il silenzio della pornostar Stormy Daniels.
"È un’accusa falsa, non ha minimamente utilizzato i fondi della campagna. Lui ha pagato con i suoi soldi. Per accusarlo dicono che avrebbe dovuto avvisare il comitato di raccolta fondi che i soldi che stava utilizzando erano suoi, e questa a me sembra una cosa assurda, uno non può essere tenuto a rendere conto di quello che fa con i propri guadagni. La legge richiede di sapere per quali scopi usi i fondi raccolti per la campagna, ma non è questo il caso. Quelli erano soldi personali usati per uno scopo personale. L’accusa non ha senso".
Siete convinti che sia una persecuzione politica?
"Sì, se non si fosse trattato di Donald Trump non avrebbero mai montato un caso simile. Purtroppo negli Stati Uniti sta succedendo una cosa molto preoccupante per la democrazia".
Quale?
"Stanno usando il sistema della giustizia contro gli avversari politici, stanno usando i procuratori di estrema sinistra come armi contro i candidati di destra. A mio parere questo interferisce con un sistema elettorale libero. Questo da noi non è mai successo, non siamo l’Unione Sovietica o la Germania dell’Est, non siamo un sistema dove prendi l’avversario politico e cerchi un crimine per distruggerlo. È qualcosa di oltraggioso".
Però il suo assistito è stato incriminato. E se venisse condannato?
"Io sono sicuro che vinceremo, non ho la minima preoccupazione su questo punto. Lui combatterà, non ci sarà nessun patteggiamento. Ma è comunque un giorno triste per l’America perché la legge dovrebbe prevalere su tutto, non essere piegata per uno scopo. E invece il procuratore sta distruggendo lo stato di diritto".
Quale effetto ha il processo sull’immagine di Trump?
"Secondo me vogliono cancellare il presidente dalla competizione politica, ma stanno ottenendo l’effetto opposto. Basta leggere i sondaggi: dopo l’incriminazione il gradimento di Trump sta crescendo. Il risultato che stanno ottenendo gli avversari è quello di far crescere la consapevolezza che siamo davanti a una persecuzione politica, la gente ormai l’ha capito".
Ron Desantis, il governatore della Florida, teoricamente è un rivale interno di Trump nel partito repubblicano. Eppure ha già detto che non concederà l’estradizione, nel caso.
"In realtà l’estradizione che Desantis potrebbe negare non è un punto all’ordine del giorno, non è che Trump si nasconderà a Mar-a-Lago sperando che non lo portino a New York...a New York andremo domani (oggi, ndr) per difenderci. Ma le parole di Desantis sono un segno importante".
Che cosa dicono?
"Quel gesto dimostra una volta di più che tutti i repubblicani si stanno radunando al fianco del presidente Trump. Anche quelli che non sono al suo fianco nella lotta politica, sentono di doverlo sostenere perché sanno che è in atto una strategia per utilizzare il sistema della giustizia come un’arma politica. E non possono accettarlo".
Tacopina, lei conosce bene entrambi i Paesi. Sembra che gli americani siano meno propensi degli italiani a perdonare i vizi personali dei loro politici…
"Capisco benissimo il senso della domanda, ma mi permetto di dire che non è questo il punto, anche perché parliamo di una relazione consenziente, sarebbe diverso se non lo fosse stato. Stavolta non è una questione di comportamenti o rapporti personali, qui il punto è l’accusa di non aver riferito al comitato finanziario della campagna le spese. E Trump non era tenuto a farlo perché erano spese personali".
Però quello che pensa l’opinione pubblica dei comportamenti di un presidente, vedi il caso Clinton, negli Usa pesa di più.
"Sono d’accordo che in senso generale il punto di vista degli elettori su questi temi è un po’ diverso tra Stati Uniti e Italia. Ma è vero anche che le cose sono cambiate, rispetto a una decina di anni fa. Adesso le scelte personali stanno diventando qualcosa di secondario".