Sabato 27 Luglio 2024

Nuova Caledonia, la rivolta continua. Parigi invia l’esercito e proclama lo stato di emergenza

Si aggrava il bilancio della rivolta nell’arcipelago francese: quattro morti, di cui un gendarme, centinaia di feriti e duecento arresti. La Francia ha dichiarato lo stato di emergenza e bloccato Tiktok, mentre l’esercito è stato dispiegato a difesa di porti e aeroporti

Un poliziotto in tenuta antisommossa a Noumea

Un poliziotto in tenuta antisommossa a Noumea

Quattro morti, di cui tre giovani indigeni e un gendarme di 22 anni, duecento arresti, centinaia di feriti, fra cui 64 gendarmi. E poi centinaia di negozi, case e proprietà private bruciate e saccheggiate. È questo il bilancio degli scontri e delle proteste che stanno infiammando l’arcipelago francese della Nuova Caledonia. La Francia ha dichiarato lo stato di emergenza, inviato rinforzi ai gendarmi e anche l’esercito a difesa dei porti e degli aeroporti.

Le motivazioni della rivolta

La rivolta, esplosa nei giorni scorsi, è guidata dal locale movimento indipendentista, formato da più partiti, che si oppone alla riforma costituzionale voluta da Parigi. Nel disegno di legge, infatti, è previsto, tramite una revisione delle liste di voto (ferme al 1998), l’allargamento del diritto di voto nelle elezioni provinciali ai francesi che vivono in Nuova Caledonia da almeno dieci anni. Secondo gli indipendentisti questo aumenterebbe il peso dei francesi nella politica locale e diminuirebbe quello degli autoctoni, il popolo kanako, che verrebbero quindi sempre di più emarginati.

La scorsa nottata

Louis Le Franc, il rappresentante del governo di Parigi, ha fatto sapere che “l’ultima nottata è stata meno violenta delle precedenti. Le proteste,però, non si sono placate e in alcuni quartieri della capitale Noumea sono state erette delle barricate per difendersi dai manifestanti più violenti. Nella capitale sono stati segnalati saccheggi, incendi e sparatorie con armi di grosso calibro. Il bilancio delle vittime è salito a quattro e i feriti sono ormai centinaia, come gli arresti.

La risposta del governo

“Riporteremo la calma. Stiamo passando da 1700 a 2700 fra poliziotti e gendarmi e riprenderemo il controllo”, ha detto stamattina il ministro dell’interno, Gérald Darmanin che ha anche annunciato la cattura dei responsabili della morte di due giovani kanaki e spiegato che l’uccisione di un giovane gendarme francese è dovuta ad un caso di fuoco amico. Il premier, Gabriel Attal, ha invece annunciato l’invio di un contingente militare a difesa dei due aeroporti e dei porti dell’arcipelago. Nelle isole, infine, è stato dichiarato lo stato di emergenza e bloccato Tiktok.

La risposta dello stato era stata annunciata ieri dal presidente Macron in una conferenza stampa: “Tutti gli atti di violenza sono intollerabili e saranno affrontati con una risposta implacabile per garantire il ritorno dell'ordine repubblicano”. Macron però ha anche ribadito l’importanza e la necessità di riprendere il dialogo e ha invitato gli indipendentisti ad una videoconferenza. Il primo ministro Attal, invece, ha dichiarato che proporrà una data per un incontro a Parigi con tutte le parti coinvolte.

Le ingerenze esterne

Per la Francia la Nuova Caledonia è diventata anche un caso diplomatico. Durante una intervista al canale France 2 il ministro dell’interno Gerald Darmanin ha parlato di possibili ingerenze dell’Azerbaigian nell’arcipelago: “Non è una fantasia, ma una realtà che alcuni indipendentisti hanno stretto degli accordi con l’Azerbaigian”. Alle accuse ha risposto il portavoce del ministero degli esteri di Baku: “Respingiamo completamente queste accuse infondate”.