Sabato 27 Luglio 2024

Nuova Caledonia in rivolta per la riforma costituzionale voluta da Parigi. Cosa sta succedendo

Proteste e disordini: due morti, centinaia di feriti e 130 arresti. Coprifuoco nella capitale Noumea, Macron congela momentaneamente la legge

Un incendio scoppiato durante le proteste a Noumea, capitale della Nuova Caledonia

Un incendio scoppiato durante le proteste a Noumea, capitale della Nuova Caledonia

Roma, 15 maggio 2024 – Due morti, centinaia di feriti, di cui la maggior parte poliziotti e gendarmi, 130 arresti, decine di case e attività commerciali bruciate dai rivoltosi. È questo il bilancio, provvisorio, di due giorni di rivolta nel territorio francese della Nuova Caledonia. Le proteste sono esplose in opposizione a una riforma costituzionale voluta da Parigi. Nel disegno di legge è previsto l’allargamento del voto nelle elezioni provinciali ai francesi che vivono nell’arcipelago da almeno dieci anni. L’ampliamento del corpo elettorale è malvisto dagli indipendentisti in quali ritengono che questa misura aumenti il peso dei francesi e diminuisca quello degli indigeni.

La storia dell’arcipelago

La Nuova Caledonia è un arcipelago di una dozzina di isole della Melanesia, situato nell’Oceano Pacifico a circa 1.500 km dall’Australia. L’arcipelago fa parte della Francia dal 1853 e nel secondo dopoguerra vi si sono tenuti tre referendum sull’indipendenza, tutti vinti da chi era contrario e desiderava che le isole rimanessero parte della Francia. L’esito dell’ultima votazione, che si tenne nel 2021, non è stato accettato dagli indipendentisti e dagli indigeni kanak perché si svolse durante la pandemia di Covid.

Un incendio scoppiato durante le proteste a Noumea, capitale della Nuova Caledonia
Un incendio scoppiato durante le proteste a Noumea, capitale della Nuova Caledonia

Le motivazioni degli scontri

Le proteste sono guidate dal locale movimento indipendentista che si oppone alla riforma voluta da Macron fin dal 2021, quando dopo il terzo referendum, il premier francese aveva affermato di voler cambiare l’ordinamento del politico del territorio e cambiare le leggi elettorali locali. L’intento è quello di riaffermare e consolidare la presenza francese nell’area in un momento storico in cui il Pacifico è oggetto dello scontro geopolitico fra Stati Uniti e Cina.

Il disegno di legge, che è stato votato e approvato questa notte dall’Assemblea Nazionale Francese, prevede, tramite una revisione delle liste di voto (ferme al 1998) l’allargamento del diritto di voto nelle elezioni provinciali ai francesi che vivono in Nuova Caledonia da almeno dieci anni. Secondo gli indipendentisti questo aumenterebbe il peso dei francesi nella politica locale e diminuirebbe quello degli autoctoni, il popolo kanako, che verrebbero quindi sempre di più emarginati.

La risposta di Parigi

ll presidente francese Emmanuel Macron ha imposto il coprifuoco e convocato il consiglio di difesa e sicurezza nazionale, con un numero ristretto di ministri. La rivolta in corso è la più grave dagli anni Ottanta e nell’arcipelago la situazione continua ad essere gravissima: le autorità locali segnalano continuamente saccheggi, disordini e sparatorie, l’aeroporto della capitale Noumea è stato chiuso e sono stati richiesti rinforzi di polizia e gendarmeria. L’alto commissario della Repubblica, Louis Le Franc, ha parlato di una situazione “pericolosa e mortale”.

L’iter di approvazione della legge non è completo e Macron lo ha momentaneamente fermato: ieri la legge è passata all’Assemblea Nazionale con 351 voti favorevoli e 153 contrari ma mancano tre quinti dei voti dei parlamentari che si dovranno riunire in congresso a Versailles. Il presidente francese, però, ha promesso di convocare la seduta solo entro la fine di giugno e ha invitato indipendentisti e lealisti a trattare e ad accordarsi per avere un testo condiviso da tutti.