Giovedì 25 Aprile 2024

Nobel per la Pace 2022 ad Ales Bialiatski e a due ong. Chi sono i vincitori

La cerimonia di premiazione a Oslo. "Tre eccezionali difensori della coesistenza pacifica nei paesi vicini Bielorussia, Russia e Ucraina"

Oslo, 7 ottobre 2022 - Assegnato anche il penultimo premio Nobel, quello per la Pace, alle 11 di stamattina: secondo il Comitato norvegese del Nobel la persona che "ha massimo beneficio all'umanità" nel 2022 è Ales Bialiatski. Un nome a sorpresa, che sovverte come spesso accade i pronostici della vigilia. Si tratta di un attivista bielorusso noto per essere il vicepresidente della Federazione Internazionale dei diritti Umani. Oltre a lui ricevono il Nobel due Ong: l'organizzazione per i diritti umani russa Memorial e l'associazione per i diritti umani ucraina Center for Civil Liberties. Il Comitato "desidera onorare tre eccezionali difensori dei diritti umani, della democrazia e della coesistenza pacifica nei paesi vicini Bielorussia, Russia e Ucraina", ha spiegato la presidente del comitato norvegese Berit Reiss-Andersen. "Attraverso i loro sforzi coerenti a favore dei valori umanisti, dell'antimilitarismo e dei principi del diritto, i vincitori di quest'anno hanno rivitalizzato e onorato la visione di pace e fraternità tra le nazioni di Alfred Nobel, una visione più necessaria nel mondo di oggi", ha aggiunto. "Questo premio non è rivolto al presidente Putin", ha sottolineato la presidente, "tranne per il fatto che il suo governo rappresenta un governo autoritario che sta reprimendo gli attivisti per i diritti umani".

Nobel per la Pace 2022: chi erani i favoriti

Bialiatski è il 106esimo vincitore della storia del premio. Il numero delle organizzazioni premiate, invece, sale a 26. Quest'anno i cinque membri del comitato, eletti dal parlamento norvegese, hanno dovuto scegliere tra 343 candidati, il secondo numero più alto di sempre, superato solo da quello del 2016. Dalla serie di premiazioni manca solo il Nobel per l'Economia, che verrà annunciato lunedì 10 ottobre.

Ales Bialiatski (EPA/Tatyana Zenkovich)
Ales Bialiatski (EPA/Tatyana Zenkovich)

Ales Bialiatski

Ales Bialiatski è un attivista per i diritti umani in Bielorussia, che guida una campagna per la democrazia e la libertà da 30 anni. È il fondatore e attuale presidente del centro per i diritti umani Viasna, con sede a Minsk, che è nato per fornire sostegno a prigionieri politici. Il centro è una delle principali organizzazioni non governative del paese: ha circa 200 membri nella maggior parte delle città bielorusse. Viasna contribuisce allo sviluppo della società civile attraverso la promozione di valori democratici, la documentazione delle violazioni dei diritti umani e il monitoraggio delle elezioni

Ales Bialiatski, l'attivista anti Lukashenko e Putin

La sua attività, però, spesso gli è costata caro. Bialiatski è stato arrestato più di 25 volte e ha scontato pene pluriennali in prigione. Dopo le elezioni presidenziali del 2020, l'attivista è diventato membro del Consiglio di coordinamento, istituito dai membri dell'opposizione, che è diventato la principale realtà nazionale impegnata nella denuncia della repressione delle proteste pacifiche e nella richiesta del rispetto di standard internazionali per elezioni libere ed eque. Nel 2020, in pieno movimento di contestazione popolare contro il regime, è stato nuovamente arrestato, ed è detenuto in carcere senza processo ancora oggi. "Nonostante le enormi difficoltà personali, Bialiatski non ha ceduto di un centimetro nella sua lotta per i diritti umani e la democrazia in Bielorussia", lo afferma il Comitato, chiedendo alle autorità russe di liberare l'attivista. 

Memorial

Memorial è un'associazione per la difesa dei diritti umani, con sede a Mosca, che opera nelle ex repubbliche dell'Unione Sovietica e si basa sull'idea che affrontare i crimini passati sia essenziale per prevenirne di nuovi. Tra i fondatori troviamo il premio Nobel per la pace Andrei Sakharov e la sostenitrice dei diritti umani Svetlana Gannushkina. Secondo il sito di Memorial Italia (l'associazione ha aperto una sede anche nel nostro paese nel 2004), l'organizzazione "opera per arricchire la riflessione pubblica sui temi di violenza, del totalitarismo e dei regimi illiberali". Nel 2021 la Corte Suprema della Russia ha ordinato a Memorial International di cessare tutte le sue attività per violazione della legge sugli agenti stranieri, con una decisione di cui la Corte europea dei diritti umani ha chiesto la sospensione in via interinale. Durante l'ultima udienza, i pubblici ministeri hanno anche affermato che Memorial "crea una falsa immagine dell'Urss come stato terrorista e denigra la memoria della Seconda guerra mondiale", riabilitando "i criminali nazisti". I vertici dell'ong hanno respinto le accuse, definendole "politicamente motivate".

Il direttore della Biblioteca di Memorial Boris Belenkin questa mattina era in aula al tribunale Tverskoi di Mosca, dove è in discussione l'ordine del sequestro dei beni dell'organizzazione da parte delle autorità russe, spiegano fonti dell'organizzazione. Per questo, non ha ancora appreso la notizia del Premio Nobel. 

Center for Civil Liberties

Center for Civil Liberties è un'organizzazione guidata dall'avvocata ucraina Oleksandra Matviichuk. L'ong afferma che la sua missione è sostenere i diritti umani, i valori democratici e la solidarietà in Ucraina e nei territori Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa). L'associazione mira a influenzare la formazione dell'opinione pubblica e delle politiche pubbliche, e partecipa attivamente a reti internazionali e a movimenti di solidarietà per promuovere i diritti umani. 

Per trasformare l'Ucraina in uno stato governato dallo stato di diritto, il Ccl ha attivamente sostenuto che l'Ucraina si affiliasse alla Corte penale internazionale. Dopo l'invasione russa dell'Ucraina nel febbraio 2022, il centro si è impegnato a identificare e documentare i crimini di guerra russi contro la popolazione civile ucraina. In collaborazione con partner internazionali, l'organizzazione svolge un ruolo pionieristico al fine di ritenere i colpevoli responsabili dei loro crimini.