Martedì 30 Aprile 2024

"Meghan e Harry? Due opportunisti. La gente sta con la regina"

Bill Emmott, ex direttore dell’Economist: "Brexit e Corona, il mio Paese merita un titolo da presa in giro"

Merchendising della famiglia reale (Ansa)

Merchendising della famiglia reale (Ansa)

Londra, 11 gennaio 2020 - Dovesse scegliere copertina e titolo dell’Economist adatti a rappresentare il pasticcio della Gran Bretagna oggi, tra grattacapi reali, Brexit e scandalo del principe Andrea, sceglierebbe un concetto: "Ma cieeerto – scandisce in italiano con accento inglese – confusion, confusione". Parola dello scrittore ed ex direttore del settimanale politico-economico inglese, Bill Emmott. E se lo dice il giornalista che più di tutti in passato regalò copertine ed editoriali per prendere in giro l’Italia, da Berlusconi unfit, ossia inadatto (concetto poi ritrattato 15 anni dopo) al docufilm Girlfriend in a Coma, la fidanzata in coma, riferito alla situazione economica del Belpaese, c’è da credergli. 

Bill Emmott, ma come? Per una volta gli inglesi sono messi peggio degli italiani, almeno a livello di immagine?

Risata. "Diciamo che in questo momento, se dovessi ironizzare sulla situazione del mio Paese, direi che ha qualche problemino psicologico: desidera essere indipendente, ma allo stesso tempo perde, o non capisce che sta perdendo, potere. E guardi che non mi riferisco solo ai problemi della casa reale".

Spieghi, please.

"Harry e Meghan sono in conflitto di interessi. Vogliono essere indipendenti ma la verità è che non lo potranno mai essere fino in fondo perché il loro nome, le loro azioni, l’influenza sugli altri membri della famiglia, perfino la gestione delle associazioni di carità, non consentiranno loro di essere mai liberi dalle costrizioni. Se avessero davvero voluto essere indipendenti avrebbero dovuto rinunciare del tutto al loro status, ma non l’hanno fatto. Una situazione di comodo".

E perché diceva che questa situazione non riguarda solo i grattacapi reali?

"Anche sulla nostra uscita dall’Europa c’è confusione. E, badi bene, io non sono tra quelli che ritiene che la Brexit ci danneggerà tanto economicamente. No, non è questo".

E allora, a cosa si riferisce? 

"Intendo dire che, con la Brexit, non sarà possibile essere allo stesso tempo indipendenti e influenti, e quindi potenti, nelle decisioni politiche europee. Non potremo più incidere nelle scelte di Paesi come la Germania, la Francia...". 

Dio salverà almeno la Regina?

"Chiariamo: gli inglesi staranno comunque sempre con lei".

L’anno orribile di Elisabetta, tra lo scandalo del principe Andrea, il tira e molla sulla Brexit e le liti della Corona non intaccheranno l’immagine della monarchia? 

"No, finché ci sarà la Regina e l’assetto sarà – per paragonarlo a un cda– quello in cui lei è la presidente e il principe Carlo l’amministratore delegato. Quando morirà, invece, le cose potrebbero cambiare".

Gli inglesi secondo lei stanno con Harry o con William?

"Con nessuno dei due in particolare. Pensano che i reali siano come pop star".

E allora cosa vi preoccupa di più in questo momento?

"Il lavoro, lo stipendio. Gli effetti della crisi finanziaria di 10 anni fa non sono ancora svaniti. La verità è che i problemi della Corona funzionano bene come arma di distrazione di massa".

E, chissà, magari la gente si indentificherà un po’ di più con questa monarchia così piena di problemi comuni...

"Già. Invece che ordinary people, ordinary monarchy, monarchia comune (altra risata)". 

Meghan rappresenta anche la sfida della globalizzazione (ora in fuga). Non crede che anche la Brexit esprima la voglia di tradizione e chiusura? 

"Direi che la Gran Bretagna ora è nostalgica, rispetto a un passato in cui proiettava la propria visione del mondo, mentre ora tutto è cambiato".