Venerdì 25 Luglio 2025
GIOVANNI ROSSI
Esteri

Il conflitto in Ucraina. A Kiev nuovi missili Patriot: "Li ha mandati Berlino"

Il presidente degli Stati Uniti annuncia l’invio di armi prima dell’ufficialità. La rabbia del Cremlino: "Washington faccia pressioni per la fine della guerra".

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, accanto al presidente ucraino, Volodymyr Zelensky

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, accanto al presidente ucraino, Volodymyr Zelensky

Nel mondo dei patrioti, dialetticamente armati, anche i Patriot aiutano – a sapere dove si trovano. "Già spediti a Kiev dalla Germania", proclama Donald Trump parlando alla Joint Base di Andrews, vicino Washington. L’Ucraina tace. La Germania un po’ smentisce un po’ conferma. Il ministero della Difesa "non ne è a conoscenza", replica un portavoce. Ma poi il ministro in carica Boris Pistorius, dopo una telefonata con il capo del Pentagono Pete Hegseth, ammette che la spedizione a Kiev di altre batterie anti missile è tutto sommato vicina. "Dobbiamo ancora chiarire gli ultimi dettagli tecnici, logistici e finanziari – risolvibili per entrambi – e ci metteremo al lavoro". L’Ucraina aspetta e spera. Perché le lune di Trump possono cambiare velocemente. "Non sto dalla parte di nessuno. Sto dalla parte dell’umanità. Voglio interrompere le uccisioni di migliaia di persone ogni settimana – dichiara il presidente degli Stati Uniti –. Alla fine dei 50 giorni, se non avremo un accordo, sarà un vero peccato. Spero proprio che Putin voglia la pace". Sennò per Mosca arriveranno "sanzioni" (mentre il 18° pacchetto Ue, al voto ieri, non vede la luce per il veto della Slovacchia).

Tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky è ormai battaglia quotidiana per accaparrarsi il volatile favore della Casa Bianca. Così ora il Cremlino chiede agli Stati Uniti di fare "pressione" sull’Ucraina, "perché adesso sembra che Kiev interpreti ogni parola di sostegno non come un segnale per la pace, ma un segnale per la continuazione della guerra", si lamenta il portavoce Dmitri Peskov, fedelissimo dello zar. "Menzogne, manipolazione, distorsione dei fatti", reagisce il ministro degli Esteri e premier ucraino ad interim Andrii Sybiha. L’Ucraina è pronta a negoziati "in qualsiasi formato e in qualsiasi area geografica". "Il presidente Trump e tutta l’America e l’Europa sanno che vogliamo la pace. Ma i russi capiscono solo la forza. Quindi, solo sanzioni severe e armi potenti. Siamo pronti a una dimostrazione di forza", afferma Zelensky.

Mosca sta ben attenta a non urtare troppo Washington. Preferisce lanciare strali verso l’Europa: "La dottrina nucleare russa rimane in vigore". Un avvertimento soprattutto a Francia e Gran Bretagna. C’è poi la questione dei missili a lungo raggio Taurus. Mosca auspica che restino in Germania, per "ragionevolezza". L’Ucraina denuncia massicci attacchi russi contro le aree di Vinnytsia, Dnipro, Kharkiv, Odessa, Kryvyi Rih: 220 i droni nemici intercettati, 130 quelli fuori bersaglio. Zelensky, alle prese con il rimpasto di governo, si concede un po’ di ironia: "È arrivato il generale Kellogg (ndr, l’inviato speciale di Trump) e per due notti di fila non ci sono stati bombardamenti massicci. Persino la gente ha cominciato a scherzarci sopra. Questo cosa significa? Che Putin bombarda i civili, ma non quando ci sono gli americani".

Intanto l’Ucraina continua ad ampliare il budget per la difesa: 52,8 miliardi di dollari nel 2025 grazie a uno stanziamento ulteriore di 9,8 miliardi. Anche la Ue allenta i cordoni della borsa: dopo i 50 miliardi di aiuti a Kiev dal 2024 al 2027, la commissaria Ursula von der Leyen ipotizza un budget di 100 miliardi tra il 2028 e il 2034. E Kiev festeggia il giro di vento diplomatico con uno storico successo sul campo: la prima resa di soldati a russi a droni e robot di fabbricazione ucraina. In questa vicenda hi tech, risalta la meravigliosa riscossa della carta: un foglio e un pennarello per scrivere "vogliamo arrenderci" possono ancora salvare la vita. Il drone cattura l’immagine, il cyber soldato blocca l’esecuzione.