Roma, 10 dicembre 2023 - Le operazioni militari di Israele contro Hamas nella Striscia di Gaza potrebbero andare avanti per altri due mesi, secondo fonti governative citate dai media israeliani. “Il conflitto continuerà con intensità maggiore”, dice il leader di Tel Aviv Benjamin Netanyahu che nella giornata odierna ha avuto un colloquio telefonico di circa cinquanta minuti con il presidente russo Vladimir Putin.
E rivolgendosi ad Hamas tuona: “E’ finita, arrendetevi, non morite per Sinwar (capo di Hamas, nemico giurato numero uno di Israele, ndr)”. I miliziani palestinesi, d’altro canto, hanno avvertito che nessuno degli ostaggi rapiti durante l'attacco del 7 ottobre e ancora trattenuti nella Striscia di Gaza “ne uscirà vivo senza negoziati con Israele e senza rispondere alle richieste del movimento palestinese”.
La situazione a Gaza è ormai insostenibile per la popolazione palestinese, come sottolineano i drammatici appelli dell'Onu, della Pam e dell'Oms. Carl Skau, vicedirettore del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, ha affermato che metà della popolazione di Gaza sta morendo di fame perché solo una minima parte delle forniture necessarie è riuscita ad entrare nella Striscia e solo 9 famiglie su dieci riescono a mangiare tutti i giorni. Il bilancio di Hamas è di oltre 17mila morti.
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I morti a Gaza sono arrivati a 17.997. Lo ha comunicato il ministero della Sanità gestito da Hamas fornendo il nuovo bilancio delle vittime dall'inizio della guerra
I morti a Gaza sono arrivati a 17.997. Lo ha comunicato il ministero della Sanità gestito da Hamas fornendo il nuovo bilancio delle vittime dall'inizio della guerra.
"È l'inizio della fine di Hamas. Ai terroristi io dico che è finita, non morite per Sinwar, arrendetevi adesso". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu aggiungendo che "negli ultimi giorni decine di terroristi si sono arresi di fronte alle nostre forze, gettano le armi e si consegnano ai nostri eroici combattenti".
Israele non sarà in grado di recuperare nessuno dei suoi ostaggi a meno che non si impegni in colloqui su accordi di scambio mirati. Lo ha detto Abu Obaida, portavoce delle Brigate al-Qassam, in un messaggio pre registrato trasmesso da Al Jazeera. "Diciamo agli israeliani che Netanyahu, Gallant e altri membri del gabinetto di guerra non possono riportare indietro i loro prigionieri senza negoziati. L'ultima uccisione di un prigioniero che hanno cercato di riprendere con la forza lo dimostra", ha aggiunto Obaida.
Israele non sarà in grado di recuperare nessuno dei suoi ostaggi a meno che non si impegni in colloqui su accordi di scambio mirati. Lo ha detto Abu Obaida, portavoce delle Brigate al-Qassam, in un messaggio pre registrato trasmesso da Al Jazeera. "Diciamo agli israeliani che Netanyahu, Gallant e altri membri del gabinetto di guerra non possono riportare indietro i loro prigionieri senza negoziati. L'ultima uccisione di un prigioniero che hanno cercato di riprendere con la forza lo dimostra», ha aggiunto Obaida.
Uno dei razzi lanciati ieri dagli Hezbollah contro Israele è stato tirato "da una distanza di 20 metri da un compound dell'Onu nel sud del Libano". Lo ha denunciato l'esercito israeliano secondo cui, così facendo, "l'organizzazione terroristica degli Hezbollah mette in pericolo le vite dei soldati dell'Unifil e continua a violare la Risoluzione 1701 dell'Onu". "Il capo missione dell'Unifil - ha proseguito l'esercito che ha diffuso anche un'infografica sul lancio del razzo - è stato informato dell'accaduto".
I carri armati israeliani hanno raggiunto il centro di Khan Younis, facendo una significativa avanzata nel cuore della principale città nel sud della Striscia di Gaza. Lo ha riferito l'agenzia Reuters. I residenti hanno raccontato che i tank hanno raggiunto la strada principale che attraversa la città da nord a sud, passando per il suo centro, dopo intensi combattimenti durati tutta la notte. Anche gli aerei da combattimento hanno colpito l'area.
"Saremo capaci di fare passi concreti verso la pace, adesso che ci avviciniamo al Natale? Invitiamo i leader a raggiungere al più presto un trattato di pace", ha detto Papa Francesco al termine dell'Angelus in Piazza San Pietro.
Due soldati israeliani sono rimasti feriti e altri hanno riportato ferite di lieve entità per l'attacco di due droni lanciati da Hezbollah contro una base israeliana. L'Idf per risposta ha dato il via a una "vasta" operazione con attacchi aerei contro obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano.
Vladimir Putin durante il colloquio telefonico con Benjamin Netanyahu ha ribadito la "condanna del terrorismo in tutte le sue manifestazioni", riferisce il Cremlino, e "allo stesso tempo è estremamente importante che la lotta alle minacce terroristiche non porti a conseguenze tanto disastrose per i civili".
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che la guerra "continuerà con intensità maggiore, nel nord e nel sud della Striscia di Gaza, per raggiungere tutti gli obiettivi". Il primo ministro lo ha affermato durante una riunione di governo. Netanyahu aveva aperto la riunione affermando che gli Stati Uniti hanno fornito a Israele "munizioni importanti" per il proseguimento della guerra.
Il premier Benjamin Netanyahu ha interrotto una riunione del gabinetto di governo per parlare al telefono con il presidente russo Vladimir Putin. L'ufficio del premier ha fatto sapere che la conversazione è durata 50 minuti.
L'esercito israeliano ha ammesso che solo una parte dei palestinesi ripresi tre giorni fa in una strada di Gaza, mentre erano in mutande e con le mani legate dietro la schiena, erano di Hamas. La radio militare ha fatto sapere che circa 40 sono risultati essere effettivamente miliziani, mentre oltre 60 erano cittadini comuni e sono stati liberati.
"Le fotografie pubblicate dagli occupanti riguardo persone che si consegnano a Gaza ai soldati israeliani sono una messa in scena. Non si tratta di membri dell'ala militare di Hamas", ha affermato Izzat a-Risek, un dirigente politico di Hamas che risiede all'estero. Aggiungendo: "I membri dell'ala militare di Hamas non conoscono la parola resa, combattono fino alla morte o alla vittoria".
La radio delle forze armate israeliane sostiene che decine i miliziani di Hamas si sono arresti all'Idf perché rimasti isolati, senza contatti con la leadership dell'organizzazione nella Striscia di Gaza che "ha smesso di esercitare funzioni di comando e controllo". Inoltre le forze di Tel Aviv hanno "identificato cambiamenti nel comportamento dei vertici di Hamas", ora nascosti a Khan Yunis. Secondo l'Institute for the Study of War sette battaglioni di Hamas si sono già arresti e altri sei starebbero per farlo.
L'esercito israeliano ha lanciato un "appello urgente" ai cittadini di Khan Younis: evacuate la zona costiera della città. La zona potrebbe essere presa di mira dall'Idf perché sono presenti diverse infrastrutture sospette.
Le sirene di allarme anti attacchi aerei da Gaza sono risuonate nei kibbutz di Yad Mordechai e Netiv Haasara, comunità israeliane a ridosso della Striscia, ha reso noto l'esercito israeliano.