
Gantz (per ora) non lascia: "Pensiamo agli ostaggi". Il premier: libereremo tutti
Il drammatico blitz con cui Israele ha recuperato quattro ostaggi a Gaza ha fatto slittare, e forse saltare, l’ultimatum del ministro centrista Benny Gantz (foto). Ieri sera progettava infatti di annunciare l’uscita dal governo per divergenze con il premier Benjamin Netanyahu sulla gestione della guerra e sulle prospettive politiche circa il futuro di Gaza. Ma nel clima di entusiasmo creato dalle immagini degli ostaggi liberi, e mentre Netanyahu già celebrava il successo della operazione abbracciandoli in un ospedale di Tel Aviv, Gantz ha compreso di essere costretto a rivedere i piani. "Voglio elogiare i combattenti delle nostre forze armate" ha scritto in un comunicato. "Hanno mostrato grande coraggio. Il nostro cuore oggi è con le famiglie degli altri ostaggi. Dobbiamo fare tutto il possibile per riportarli a casa". Gantz ha fatto poi sapere di aver appreso già giovedì della operazione in fase avanzata di progettazione per la liberazione degli ostaggi. Malgrado ciò aveva dato istruzione di preannunciare egualmente il suo intervento televisivo per ieri sera perché – ha spiegato – se fosse stato annullato la cosa avrebbe potuto insospettire Hamas.
Anche in questo frangente Netanyahu ha comunque trovato opportuno lanciare una piccola freccia velenosa nei confronti di Gantz. In un comunicato ha precisato di aver autorizzato il blitz a Gaza giovedì "assieme con il ministro della difesa Yoav Gallant, con il capo di Stato maggiore Herzi Halevi e con il capo dello Shin Bet Ronen Bar". Non ha trovato invece opportuno menzionare in questa occasione gli altri membri del gabinetto di guerra: Gantz, appunto, e Gadi Eizenkot, che pure si accinge a lasciare il governo.
Agli ostaggi appena rilasciati Netanyahu ha detto: "Voglio chiarire che faremo tornare a casa tutti gli ostaggi. Anche adesso stiamo lavorando ad altri ritorni, ci sono anche altre possibilità". Forse un accenno alle trattative (che ancora languiscono) per uno scambio di prigionieri a Gaza e per una tregua duratura che sta molto a cuore agli Stati Uniti. Domani il segretario di Stato Antony Blinken sarà di ritorno in Israele. Ieri Netanyahu ha fatto appello a Gantz affinché non lasci il governo.
"Le sfide per Israele – ha replicato Gantz – sono sempre le stesse, sia per quanto riguarda i 120 ostaggi, sia per la nostra sicurezza sui diversi fronti, nella regione, nel contesto internazionale e anche nella nostra società. Anche oggi – ha aggiunto – dobbiamo guardare con responsabilità e stabilire quale sia la via da intraprendere". Allora lascia, o non lascia? Nel suo testo non ha incluso risposte. Oggi, ha confermato un collaboratore, parteciperà alla seduta settimanale del governo.
Aldo Baquis